Un report dell’agenzia di rating A.M. Best ha evidenziato come la concorrenza tra assicuratori takaful e player tradizionali sia un forte ostacolo all’affermazione delle assicurazioni islamiche, che scontano anche una scarsa differenziazione dei contenuti dei prodotti offerti, soprattutto nelle regioni MENA (Middle East and North Africa). A.M. Best sostiene che è necessario uno sforzo ulteriore da parte degli studiosi della Shari’ah, per mettere a punto soluzioni assicurative maggiormente definite secondo i principi della dottrina islamica.

Considerati i numeri della popolazione islamica a livello globale, resta quindi alquanto insufficiente la penetrazione delle imprese Takaful che lottano duramente per affermarsi sul mercato con solidi profili di business. Da parte loro i gruppi assicurativi tradizionali riescono a competere sul mercato con coperture a prezzi molto competitivi e beneficiando di una maggiore conoscenza dei brand assicurativi e dell’attività di reti distributive consolidate.

A.M. Best considera pertanto deludenti i numeri delle assicurazioni conformi alla AShari’a, “specialmente in confronto con quanto avviene in Malesia, mercato che mostra una mostra una maggiore incidenza delle assicurazioni Takaful. Ad eccezione dell’Arabia Saudita, dove tutti i player operano sotto un modello di assicurazione cooperativa unificata, che è diverso dal classico schema Takaful, la maggior parte dei rimanenti operatori Takaful operanti nel Medio Oriente faticano a raggiungere posizioni competitive nei rispettivi mercati” ha detto, Salman Siddiqui, Direttore di A.M.Best.