Generali Italia

La compagnia ha quasi completato il piano da 300 milioni per l’innovazione. Niente più carta ma tanti servizi al cliente. In futuro non è escluso l’acquisto di startup. E il 2018 è partito in quarta, dice l’ad Sesana
di Anna Messia
Sono stati messi a frutto i 300 milioni che a fine 2016 Generali Italia ha puntato sull’innovazione e la semplificazione. Oggi quasi il 70% dell’offerta della compagnia è in formato digitale, che richiede una sola firma e pochi documenti cartacei. Tutte le 1.500 agenzie nazionali hanno a disposizione i nuovi processi di prevendita e vendita in digitale e in mobilità. Le battute finali di un cambiamento profondo che ha reso necessario rivedere tutti i processi, dice l’amministratore delegato di Generali Italia, Marco Sesana: «Abbiamo ripensato il modo di stare sul mercato, la relazione con il cliente e l’offerta assicurativa. Proprio in questi giorni abbiamo lanciato Immagina, una nuova linea di soluzioni assicurative che offrono servizi, prevenzione e tecnologia».
Domanda. Qual è la novità?
Risposta. Abbiamo accelerato la nostra trasformazione in partner del cliente. Oltre a protezione e sicurezza intendiamo offrire servizi di prevenzione e assistenza e, assieme ai nostri agenti, una nuova modalità di interazione immediata e semplice. In Immagina Benessere, per esempio, c’è la possibilità di chiedere un consulto medico video giorno e notte. Abbiamo previsto anche un servizio di baby sitting per i figli piccoli in caso d’infortunio del genitore. E nel piano di risparmio Immagina Futuro includiamo servizi, come consulenze mediche specialistiche per aiutare i clienti ad arrivare a fine piano in salute.
D. Quanti clienti hanno scelto il digitale?
R. Il 35-40% della nostra offerta Vita è già online ed entro il 2019 prevediamo che su 10 milioni di nostri clienti più di 2 saranno connessi.
D. Quali sono le ricadute sul business? Nel 2017 Generali Italia è rimasta il pilastro del gruppo. Il risultato operativo Vita con 1,2 miliardi ha rappresenta più di un terzo del totale. Tuttavia la redditività ha rallentato, così come nel Danni.
R. Il 2017 è stato un anno di profondi cambiamenti. Nel Vita, per far fronte ai bassi tassi d’interesse, abbiamo rivisto l’offerta inglobando le gestioni tradizionali in prodotti che contengono anche unit linked. Un processo tutt’ora in corso. Nel primo trimestre 2018 la componente ibrida ha superato il 65%. Abbiamo avuto un risultato operativo stabile e sono aumentate le masse in gestione di 1,5 miliardi arrivando a 120 miliardi. Anche nel Danni abbiamo migliorato il combined ratio di quasi 2,5 punti percentuali. Sono ottimista sui risultati di fine anno nonostante le condizioni di mercato nell’Rc Auto restino impegnative.
D. Nuove possibilità di sviluppo per Generali in Italia potrebbero essere offerte anche da Poste Italiane , che sta cercando dei partner per debuttare nel Danni. Siete interessati?
R. Non commento rumor di mercato. Come in tutte le partnership guardiamo a business case interessanti. Dipende da come si potrebbe configurare un accordo, questo non vale solo per Poste Italiane .
D. Potreste pensare ad altre acquisizioni?
R. Non escludiamo nulla che possa essere interessante ma ora la priorità è il percorso di evoluzione che stiamo facendo. In questo senso potrebbe essere utile rilevare startup innovative che migliorino ulteriormente i servizi. Nel settore assicurativo vincerà chi saprà rapportarsi in modo più moderno agli assicurati. (riproduzione riservata)
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