di Giovanni Barbara – partner KStudio associato (Kpmg)
I casi di frode assicurativa proliferano e la complessa declinazione del fenomeno, non univoca, ha comportato l’interesse di magistratura e authority, ponendo in rilievo l’esigenza che le compagnie compiano attente valutazioni. L’estrema rilevanza del tema costituisce un dato acquisito e le compagnie assicurative si trovano sempre più spesso a dover far fronte casi di criminalità organizzata che si risolvono in articolate frodi. La frode assicurativa può essere perpetrata tanto da dipendenti a danno della compagnia assicurativa, quanto derivare da condotte o fattori esogeni e a tale casistica si aggiunge poi la frode mista, combinazione di elementi delle due fattispecie. I presidi e le strutture antifrode in concreto implementati assurgono a significativa variabile dell’organizzazione aziendale ed è essenziale che alla base del sistema predisposto sia contemplato un processo continuo di acquisizione e condivisione delle informazioni in possesso di ciascuno.
In altre parole, l’impegno antifrode delle compagnie assicurative non può considerarsi svincolato dal più generale impegno organizzativo, comportando un’adeguata attuazione di costanti flussi di comunicazione tra tutti gli organi e le funzioni aziendali, nonché di sinergie. Ai fini della prevenzione del rischio frode, nel complesso assetto organizzativo dell’impresa assicurativa il tema del coordinamento e della collaborazione tra funzioni e organi deputati al controllo, costituisce un tema delicato, non potendosi trascurare la necessità di elementi di raccordo e condivisione tra i vari attori del sistema, anche in termini di flussi informativi. Dall’analisi della normativa emerge l’importanza e la centralità riservate alle determinazioni dell’organo amministrativo nella definizione di tale sistema, compresa l’instaurazione di costanti flussi informativi per un’efficace gestione dei rischi connessi all’attività d’impresa e per un appropriato monitoraggio.
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