di Simona D’Alessio
È donna quasi la metà degli avvocati iscritti alla Cassa di previdenza forense (precisamente il «48%»), ma guadagna, in media, meno della metà dei colleghi maschi: il reddito dichiarato dalla componente «rosa» è, infatti, di «circa 23.100 euro», quello degli uomini sfiora i «52.700 euro». A scattare la fotografia che mette a fuoco un cospicuo «gap» di genere nella professione legale del nostro paese è il bilancio consuntivo per il 2017 dell’ente pensionistico appena approvato dal Comitato dei delegati, che registra «un avanzo di esercizio di 915,2 milioni e un patrimonio netto che raggiunge 11.159 milioni» (al confronto con l’annualità precedente, si specifica, il patrimonio netto presenta l’escalation di «quasi un miliardo di euro»).
Per quel che concerne la gestione previdenziale, «nel 2017 le entrate contributive sono state pari a 1678,3 milioni (nel 2016 erano state 1.639,2) e la spesa per pensioni s’è attestata a 802 milioni, superiore di circa l’1,7% rispetto al precedente esercizio»; il numero dei trattamenti previdenziali complessivamente erogati dall’ente è salito di circa l’1,3% nell’arco di un anno. Per la Cassa presieduta da Nunzio Luciano il 2017 è stato il secondo anno di operatività del nuovo regolamento per l’assistenza che, viene messo in risalto, «affianca alle tradizionali misure assistenziali per stato di bisogno un nuovo modello di welfare attivo», finalizzato a sostenere la platea degli iscritti in un momento di perdurante crisi economica; in quest’ottica, si evidenzia come la «grande partecipazione degli iscritti alle nuove opportunità offerte dalla Cassa abbia comportato nel 2017 un migliore utilizzo delle risorse disponibili» sul versante assistenziale, per il quale è stata avviata una spesa che ha complessivamente oltrepassato i «63 milioni, a fronte di uno stanziamento di circa 64 milioni».
Negli elenchi dell’ente, al 31 dicembre scorso, figuravano 242.235 associati, di cui 13.030 pensionati attivi: le donne, come accennato, rappresentano in media il 48% degli iscritti, tuttavia in molti distretti del Nord Italia e del Centro la percentuale delle legali è superiore a quella dei colleghi. Mediamente, il reddito professionale medio degli avvocati per l’anno 2016 «si attesta a 38.437 euro, con un lieve incremento (0,1%) rispetto a quello del 2015, a sua volta in crescita al confronto con le annualità precedenti», con la componente femminile in affanno sul fronte delle entrate.
Infine, oltre al via libera al cumulo gratuito dei contributi, con l’avvio dei primi pagamenti delle pensioni dal mese di maggio (si veda ItaliaOggi del 13 aprile 2018), la Cassa ha approvato l’abolizione temporanea del contributo integrativo minimo per il quinquennio 2018/2022 (fermo restando il pagamento del 4% sul volume d’affari Iva in sede di autoliquidazione), che ha appena avuto il «placet» dei ministeri vigilanti.
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