Unicredit, Ubi e Algebris tra i soci di archimede

di Anna Messia
Da Unicredit alla Algebris di Davide Serra; ci sono grandi nomi della finanza tra gli azionisti della prima spac delle polizze, che da lunedì prossimo sarà quotata a Piazza Affari. Ieri Archimede, questo il nome della special purpose acquisition company (spac) focalizzato sulle polizze promosso da Andrea Battista, ha ottenuto l’ok di Borsa Italiana alla negoziazione sull’Aim dal 21 maggio. Tra i sottoscrittori del capitale, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, ci sono grandi banche, come Unicredit e Ubi, oltre a Ibl, leader nella cessione del quinto dello stipendio. Complessivamente le banche (ci sono anche istituti locali) hanno sottoscritto più di un quarto del capitale, ma la fetta più grande è andata ai fondi, che hanno intercettato circa la metà dei 47 milioni complessivi. Tra questi ci sono la Algebris di Serra ma anche il fondo francese Tikehau Capital, di cui era partner in passato l’attuale numero uno di Unicredit Pierre Mustier. A sposare il progetto, che promette di innovare nel settore delle polizze Danni spingendo sulla tecnologia, sono stati poi anche altri investitori privati e fondazioni. Un successo sancito anche dalle richieste, visto che la domanda da parte degli investitori è stata per oltre 60 milioni di euro, superiore all’obiettivo massimo di raccolta fissato a 47 milioni. A tale importo bisogna aggiungere il milione di azioni speciali senza diritto di voto, pari a 1 milione di euro di capitale e sottoscritte dai promotori della spac, che saranno convertibili in azioni ordinarie al ricorrere delle condizioni e secondo le modalita` previste dallo statuto. Per Battista inoltre è previsto un impegno di lock-up di 36 mesi successivo a ciascuna tranche di conversione, di durata dunque ben superiore ai vincoli che generalmente vengono introdotti in questi progetti.
Il successo di Archimede non era scontato, visto che l’euforia creatasi nei mesi scorsi intorno alle spac sembra essersi affievolita. «In un contesto di mercato apparso complessivamente non semplice la domanda degli investitori ha raggiunto e superato le migliori aspettative», ha sottolineato ieri Battista, che ricopre l’incarico di presidente esecutivo di Archimede. «La raccolta realizzata ci posiziona ai primi posti in Europa per il funding legato a iniziative insurtech based». A premiare è stato forse anche il track record del manager: Battista, dopo aver lavorato nel gruppo Cattolica, si è distinto nel mercato assicurativo italiano come innovatore, lanciando nel 2014 Eurovita, prima compagnia controllata da un fondo di private equity (Jc Flowers). Ora Archimede punta a diventare una compagnia Danni Insurtech e 9,3 milioni dei 47 milioni raccolti sono già stati opzionati. Nel giro di qualche settimana è attesa infatti la firma per rilevare il 30% di Net Insurance (a un valore appunto di 9,3 milioni), come annunciato nelle scorse settimane. L’operazione prevede in particolare la fusione di Archimede in Net (compagnia specializzata nella cessione del quinto) con conseguente ampliamento e diversificazione dei soci della compagnia, oggi controllata dalla famiglia Amato. Con il nuovo assetto e dopo l’operazione che dovrà essere autorizzata da Ivass l’aggregato dovrà prendere la forma di public company; nessun azionista deterrà più del 30% né una quota tale da consentirgli il controllo del voto in assemblea. (riproduzione riservata)
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