di Paola Valentini
vignetta Ingestione

Gpm-Gpf Le migliori linee del primo trimestre fanno più del 10%. E i Pir spingono le gestioni azionarie Italia
Chi vince la prima tappa
di Paola Valentini
Per le gestioni patrimoniali il primo trimestre del 2017 si è chiuso con un rendimento medio del 2% superando il risultato medio dei benchmark che ha fatto il +1,8%. Ma non manca chi ha superato il 5%, arrivando a tagliare il traguardo del periodo con risultati oltre il 10%. E’ il caso delle linee specializzate su Piazza Affari che in questo periodo ha messo a segno un buon recupero sostenuto soprattutto dalle azioni delle pmi italiane che si sono messe in luce grazie all’avvio dei Pir, i Piani individuali di risparmio esentasse partiti a inizio anno. A brillare anche le gestioni che investono sulle borse dei Paesi emergenti sostenute dalle buone performance di alcuni mercati asiatici.
Emerge dall’analisi condotta da MF-Milano Finanza che ha raccolto i rendimenti ottenuti nei primi tre mesi del 2017 di oltre 300 linee di gestione offerte da banche, sim e sgr, e dei rispettivi benchmark. Nella tabella è riportata le performance dei tre mesi e, accanto a questi dati, sono indicati i risultati del periodo degli indici di mercato. Per ogni linea è stato anche indicato se si tratta di una gestione patrimoniale in titoli (gpm) o in fondi (gpf) e il tipo di benchmark utilizzato: se l’indice di mercato (M) o quello Fideuram dei fondi comuni (F). Quasi tutte le sgr e banche hanno comunicato i rendimenti al lordo delle commissioni di gestione. Che possono arrivare fino al 2,5%.
La migliore linea in assoluto è proprio un’azionaria Italia, la gpm Up-Down Forecast Azionaria Italia 5 gestita da Cellino e Associati Sim che ha reso il 15,1%, oltre sette punti percentuali in più rispetto al suo benchmark. «Il 2017 è iniziato bene per i principali mercati azionari: in particolare quello italiano è riuscito a compensare le performance negative dei titoli petroliferi grazie al buon andamento dei titoli del settore industriale e, soprattutto, di quelli a media e piccola capitalizzazione», sottolinea Silvio Olivero a capo dell’ufficio studi della sim, «questi ultimi hanno probabilmente beneficiato dell’avvio dei Pir e, considerato il notevole successo che ci si attende da questa innovazione, pensiamo che proprio le azioni small e mid cap potranno dare un contributo positivo all’andamento del nostro listino nel corso dell’anno». Non sono soltanto i Pir a rendere ottimista Olivero. «Superati i timori legati al voto in Francia, a meno di un improbabile successo delle forze anti-euro, dovrebbe riprendere vigore la tendenza rialzista dei mercati azionari, soprattutto di quelli europei che, proprio a causa delle incertezze politiche, soffrono di una considerevole sottovalutazione rispetto a quello Usa».
In ambito obbligazionario «riteniamo si possano trovare opportunità sia tramite un’oculata diversificazione valutaria, sia attraverso strumenti capaci di generare reddito in un contesto di tassi crescenti», aggiunge Olivero.
Al secondo e terzo posto si piazzano due gpf specializzate sulle borse dell’Estremo Oriente: la Azionario Pacifico (ex Giappone) Oicr (11,8%) e la Azionario Paesi Emergenti Oicr (10,6%) entrambe di Eurizon Capital. «L’inflazione potrebbe sorprendere al rialzo nei prossimi mesi. Politiche fiscali espansive in Usa e Cina alzano le pressioni salariali in un mercato del lavoro già forte. L’ondata dei populismi, insofferenti alle politiche post crisi 2008 che hanno accentuato la percezione della disuguaglianza economica e sociale, ha riportato a galla idee di protezionismo», spiega Oreste Auleta, responsabile wrapping & product management di Eurizon.
In questo quadro macro in evoluzione, «non vediamo particolare valore nei bond governativi dei Paesi sviluppati. Abbiamo privilegiato un posizionamento lungo solo sui titoli di Stato Usa, sia in ottica di protezione, in caso di aumento improvviso dell’avversione al rischio, sia nella convinzione che incorporino già l’ottimismo sulla ripresa dell’economia americana. Migliore il giudizio sui titoli dei Paesi emergenti e sulle emissioni societarie, high yield in primis», prosegue Auleta. Il quale sulla componente azionaria ha mantenuto un sovrappeso puntando su Europa, Giappone e Paesi emergenti. «Tali aree mostrano segnali di miglioramento e valutazioni interessanti rispetto agli Stati Uniti, dove va anche considerata l’incertezza legata alle promesse di Trump. Da segnalare che su diversi portafogli abbiamo mantenuto un’esposizione lunga sulle mid cap italiane, in quanto le sottoscrizioni dei Pir hanno giovato all’asset class, già promettente di suo», nota il gestore. Ma verso la fine del trimestre l’azionario è tornato neutrale per prese di profitto. «Sul fronte valutario, siamo rimasti positivi sulle valute emergenti e abbiamo alternato posizionamenti lunghi su dollaro e yen a protezione dei portafogli», rivela Auleta.
Seguono in classifica le linee azionarie emergenti del gruppo Mps : S.P. Azionaria Paesi emergenti (9,51%), ML Azionaria Paesi Emergenti (9,47%) e ML Private Emerging Market (9,4%). «Per i prossimi mesi continua a prospettarsi un quadro moderatamente positivo, con una crescita in consolidamento mentre l’azione delle banche centrali continua ad essere di supporto. Questo scenario non è tuttavia immune da rischi di natura politica», spiegano da Banca Mps . Intanto da registrare l’avvio da parte di Cassa Centrale Banca di due gestioni dedicate ai Pir. «Il primo trimestre ci ha dato risultati molto soddisfacenti di raccolta, in continuità con il 2016. In tre mesi le masse delle gestioni patrimoniali sono aumentate di circa 300 milioni di euro, superando così la soglia dei 4,5 miliardi totali. Fra le novità più recenti, a marzo abbiamo attivato due linee conformi alla normativa sui Pir. Si tratta di gestioni bilanciate con una componente azionaria pari al 30 e 50%. Al lancio abbiamo riscontrato un interesse molto forte», osserva Marco Galliani, responsabile ufficio gestioni patrimoniali di Cassa Centrale Banca. In termini di performance, dice Galliani «ci ha premiato mantenere una visione positiva sui mercati azionari, europei e globali. Abbiamo mantenuto una diversificazione valutaria orientata soprattutto alla protezione dei portafogli in caso di scenari inattesi». In Fia Am «la linea più difensiva ha chiuso il mese invariato, mentre tutte le altre hanno registrato rendimenti positivi, in progressione con l’aumentare del profilo di rischio, mantenendo tuttavia un approccio controllato al rischio, sia in un contesto di continuo aumento delle valorizzazioni dei principali listini sia per le non trascurabili instabilità e incertezze di carattere geopolitico», sottolinea il gestore Ingo Werner. Prudenza anche in Cassa Lombarda: «In un contesto di progressivo miglioramento macroeconomico globale, ma a fronte di valutazioni azionarie ritenute elevate rispetto alle medie storiche, le gpm hanno mantenuto un’esposizione azionaria neutrale. Sulla componente obbligazionaria corporate è stata ridotta l’esposizione agli high yield europei, a favore delle obbligazioni dei Paesi emergenti. È stato inoltre mantenuto un leggero sovrappeso sul dollaro», conclude Roberto Pedon, responsabile asset management di Cassa Lombarda. (riproduzione riservata)
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