di Anna Messia
Dopo Autostrade, la ricerca di investimenti alternativi in Italia continua. Perché per Allianz , l’Italia è un mercato molto attraente. Lo dice con convinzione Klaus-Peter Roehler, da inizio 2014 alla guida delle attività italiane del colosso assicurativo tedesco. «Da quando sono arrivato ho visto il Paese fare riforme importanti e Milano ha fatto progressi enormi, tanto che oggi non ha nulla da invidiare alle grandi metropoli europee», dice il ceo, senza nascondere però che «restano importanti riforme da fare». In questi anni anche Allianz Italia è cresciuta con successo, puntando sull’innovazione digitale e mettendo gli agenti al centro della strategia, coniugando la tecnologia con le competenze consulenziali della rete. Lo dimostra anche il primo trimestre 2017 che con Allianz Italia ha contribuito ai positivi risultati della capogruppo. Ora l’Italia deve intercettare grandi capitali, visto che in Europa si stima che le assicurazioni abbiano quasi 10 mila miliardi di euro di attivi investibili, con un grande appetito per le infrastrutture. Il solo gruppo Allianz ha annunciato che aumenterà la quota degli alternative asset di circa 40 miliardi nei prossimi anni e non disdegna la Penisola, come ha dimostrato appunto il caso Autostrade, valorizzata complessivamente 14,8 miliardi. Il consorzio, che vede il gruppo di Monaco capofila (con il 74%) ha appena preso il 5% della società, ed è già pronto a salire al 7,5%.

Domanda. Perché Allianz ha comprato il 5% di Autostrade?
Risposta. È la più grande concessionaria autostradale d’Europa, mentre Allianz è un grande investitore istituzionale, con una strategia a lungo termine. Pertanto valuta con interesse il settore delle infrastrutture, che è in grado di generare rendimenti attraenti, di lungo termine e stabili. Tre aspetti molto rilevanti. L’operazione è stata chiusa tramite Allianz Capital Partners, braccio operativo negli investimenti alternativi, che si è aggiudicato l’acquisto, assieme ai partner di minoranza Edf Invest e Dif, di una quota del 5% di Autostrade, alla quale potrà aggiungere un ulteriore 2,5% entro il prossimo ottobre.

D. Un investimento stimato in più di 540 milioni che si aggiungono ai 400 milioni che l’anno scorso avere messo sul Passante autostradale di Mestre. Comprerete ancora?
R. L’operazione va vista nel contesto più ampio del settore infrastrutture dove, come ricordava, abbiamo già investito 400 milioni. Il nostro gruppo esamina costantemente molti progetti perché siamo alla continua ricerca di buone opportunità e riteniamo che il mercato delle infrastrutture in Italia sia molto interessante. Come sa, gli assicuratori sono sempre alla ricerca di asset con rendimenti attraenti e noi, come Allianz , abbiamo una esperienza straordinaria e una dimensione competitiva tali da poter svolgere un ruolo di primo piano. A livello globale abbiamo l’obiettivo a medio termine di aumentare gli investimenti in alternative asset fino a 140 miliardi. Ora siamo attorno a 100 miliardi.

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D. Restano 40 miliardi. Quanto potrebbe finire in Italia?
R. L’Italia, come le ho detto, è un mercato su cui puntiamo molto e ne abbiamo dato prova. A Milano abbiamo investito oltre 350 milioni per il nuovo quartier generale, l’Allianz Tower, dove inizieremo a trasferirci durante l’estate. Una torre che esprime i nostri valori di eccellenza e innovazione, e riflette un gruppo che cresce con profitto, innova e genera valore non solo per i propri clienti, intermediari, dipendenti e azionisti, ma anche per le città dove opera. Come Milano, appunto, che in questi ultimi anni è cambiata profondamente, e in meglio. Oggi è una vera metropoli europea più dinamica e vitale, attraente per i giovani e per gli operatori internazionali. Ma anche Trieste, dove stiamo investendo per la ristrutturazione totale della nostra sede. L’intero Paese è diventato più attraente negli ultimi anni perché ha fatto importanti passi sul percorso delle riforme, ancora da completare, ma che vanno nella giusta direzione, per attirare investimenti dall’estero.

D. Per le assicurazioni il momento si è fatto però decisamente più complicato, con bassi tassi d’interesse nel Vita e la ripresa dei sinistri nell’auto. Come sta andando Allianz Italia?
R. I dati del primo trimestre 2017 mostrano un avvio decisamente positivo con l’utile operativo di 355 milioni, in crescita di 50 milioni rispetto allo stesso periodo 2016, con il combined ratio a 81,8%, migliorato di 3,9 punti nonostante le condizioni di mercato più difficili che lei citava. Nell’auto abbiamo messo in atto azioni per difendere il portafoglio profittevole dei nostri agenti e abbiamo puntato sui prodotti telematici, la cui espansione ha consentito di contenere l’erosione dei premi; Genialloyd è market leader nel diretto, crescendo del 3,9%, e la bancassurance sta registrando un trend molto positivo di crescita, superiore al 60%. Più in generale, nei Danni vediamo grandi opportunità nel non auto, dove stiamo crescendo del 2,2%, grazie alle innovazioni sviluppate per i clienti retail e corporate (Allianz 1 e Allianz 1 Business), e anche il Vita è in crescita del 2,7% grazie a un riorientamento del modello di business resiliente e un ottimo business mix che vede le unit-linked all’89% della nuova produzione e il new business value in crescita del 7,7%. Abbiamo un’azienda pronta per il futuro con un ecosistema digitale totalmente nuovo, che ha messo al centro gli agenti con la digital agency e l’ecommerce d’agenzia. Siamo molto soddisfatti di come questa trasformazione stia avvenendo con successo e rapidità, creando un vantaggio competitivo rilevante. L’agente Allianz ricoprirà sempre più un ruolo determinante per servire al meglio i clienti Allianz , con innovazioni come la app gratuita AllianzNow, già scaricata da oltre 150mila persone.

D. Quanto pesa ora l’Italia nel gruppo?
R. Il contributo di Allianz Italia sull’utile operativo nel 2016 per il quinto anno consecutivo si è confermato superiore al miliardo di euro (1,21 miliardi, ndr). Nel business Danni, nel 2016, l’Italia ha pesato in termini di raccolta premi, pari a 4,6 miliardi di euro, circa la metà della Germania, ma il risultato operativo (941 milioni, ndr) è stato inferiore soltanto del 15,8%. Rispetto alla Francia, la dimensione per premi Danni è analoga, ma il nostro utile operativo è stato circa il doppio.

D. Allianz , a differenza di altri gruppi internazionali, non si è tirata indietro neppure davanti alla necessita di sostenere il sistema bancario italiano con il fondo Atlante 1 mettendoci 100 milioni. Lo rifareste nonostante le recenti svalutazioni?
R. È un investimento di lungo termine, che non va valutato in un’ottica di breve periodo. Abbiamo importanti interessi economici in Italia, il secondo mercato assicurativo per il gruppo, e abbiamo deciso di investire nel fondo con una duplice ratio: da una parte supportare le misure adottate per stabilizzare il settore bancario e dall’altra realizzare un investimento che appariva attraente in termini di rischio e rendimento. Abbiamo deciso di svalutare la partecipazione in linea con la media di quanto fatto dagli altri operatori bancari e assicurativi.

D. Il processo sembra però ancora lungo con le banche italiane alle prese con la gestione dei non performing loan. Potrebbe interessarvi anche questo mercato?
R. Nel settore bancario è in atto un processo di stabilizzazione e mi sembra che il governo stia facendo passi concreti. Quanto ai non performing loan, le nostre investment company, come Pimco, valutano le opportunità in questo mercato.

D. Come procede invece la vostra alleanza con Unicredit ?
R. Unicredit è un eccellente partner strategico, come ricordato dal nostro group ceo, Oliver Baete, nella recente assemblea degli azionisti. Con loro abbiamo ulteriormente sviluppato la nostra partnership di bancassurance, attraverso l’offerta di prodotti auto e non auto. La collaborazione è eccellente e ci aspettiamo che il mercato della bancassurance continuerà a svilupparsi ulteriormente con successo sia nel segmento delle unit-linked nel Vita sia nei Danni.

D. Baete ha detto anche il gruppo potrebbe fare acquisizioni nel settore Danni. Anche in Italia?
R. Nel Paese abbiamo già fatto operazioni importanti. L’integrazione della rete di agenti della ex Milano Assicurazioni e l’acquisizione del portafoglio Danni sono state condotte e concluse con successo. Allianz Italia è la seconda compagnia del gruppo e abbiamo già raggiunto una dimensione più che sufficiente nell’ottica delle economie di scala. Ciò detto, il nostro gruppo guarda sempre con interesse alle opportunità di crescita in tutti i mercati in cui opera. Ma non ho nulla da condividere in questo momento.

D. E le voci su un vostro interessamento a Generali ?
R. Sono stati sempre soltanto rumor che, come sa, il nostro gruppo non commenta mai. (riproduzione riservata)

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