Le polizze vita unit linked stanno vivendo una nuova epoca d’oro. Complice il buon andamento dei mercati e la maggiore ritrosìa delle compagnie a collocare le polizze di ramo I legate alle gestioni separate, questi contratti, che investono i premi in fondi o sicav interni, hanno raccolto a marzo premi lordi per 2,9 miliardi di euro per un totale di 7 miliardi nel primo trimestre (dati Ania). Certo, i numeri sono ancora modesti rispetto a quelli delle polizze di ramo I che hanno raccolto nel mese premi lordi per oltre 5 miliardi e 14,3 miliardi nel trimestre. Ma se si guardano le variazioni rispetto allo stesso periodo 2016, la prospettiva cambia nettamente. Le polizze unit linked hanno infatti visto crescere i flussi del47,9% a marzo e del 38,7% nel trimestre. Al contrario le polizze di ramo I hanno registrato una contrazione del 17,7% a marzo e del 30,6% nei tre mesi. Come noto, oggi le compagnie sono meno propense di una volta a puntare sulle gestioni separate perché ai fini della normativa Solvency II assorbono molto capitale oltre a fare fatica, con i tassi ai minimi, a garantire rendimenti adeguati. Pur non essendo scomparse, certo è che le gestioni separate hanno drasticamente diminuito il tasso di crescita rispetto al passo spedito con il quale marciavano fino a fine 2016, lasciando più spazio alle unit linked. E se i tassi resteranno agli attuali livelli, questa tendenza non cambierà. Ma i nuovi sottoscrittori devono sapere che, a fronte dei vantaggi del contenitore assicurativo, ci sono degli elementi da considerare. Smontare una unit linked, anche per un riscatto parziale, può richiedere diverse settimane, a differenza di un investimento diretto in fondi o sicav perché è necessario liquidare asset sottostanti di diversi tipi e diversi gradi di liquidità, spesso ricorrendo a diversi broker, i quali a loro volta devono confermare l’effettuazione della vendita. Senza dimenticare che in caso di disinvestimento prima della scadenza il valore da liquidare può essere soggetto a una penale.
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