Un trimestre «da incorniciare». Lo ha dichiarato ieri l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel commentando i risultati del periodo gennaio-marzo (il terzo trimestre dell’esercizio 2016-2017 di Piazzetta Cuccia), che sono stati comunicati a mercati chiusi. Secondo il banchiere, l’elemento che più ha sorpreso positivamente è il Core Tier 1, cioè l’indicatore della solidità patrimoniale, salito al 13,1%. «È stato un incremento molto forte, in parte inaspettato, e deriva in buona parte dalla nostra capacità di generare più utili rispetto a quello che pensavamo», lasciando intendere che potrebbe aumentare il payout, al momento atteso al 40%.
Nel corso della conference call il numero uno di Piazzetta Cuccia ha detto inoltre che Mediobanca ha «rivisto al rialzo le aspettative di uscita» dal capitale di Rcs , di cui detiene una quota del 6,2%. Il manager nei mesi scorsi aveva indicato in 1,2 euro per azione il livello necessario per alleggerire la posizione, e ieri la quotazione del titolo Rcs ha superato 1,4 euro. Nagel ritiene tuttavia che «il lavoro che potrà essere fatto e che è stato fatto» dal nuovo capo azienda Urbano Cairo «potrà portare a un livello di prezzo più alto rispetto a quello che pensavamo».
Guardando ai conti, nei primi nove mesi dell’esercizio 2016-17, conclusi il 31 marzo, Mediobanca ha registrato un utile netto di 614 milioni di euro, in crescita tendenziale del 39%, e vicino a quello realizzato nei 12 mesi precedenti, e ricavi in aumento del 9% a 1,657 miliardi, i più alti di sempre. Il rote (return on tangible equity, indicatore che misura la redditività operativa) è salito al 10% dal 7% precedente. Le commissioni nette hanno evidenziato un progresso del 19% a 402 milioni, mentre le rettifiche sui crediti sono scese del 22% a 248 milioni. In miglioramento gli impieghi alla clientela, saliti a 37,2 da 34,9 miliardi, così come la raccolta, aumentata a 49,3 dai 46,1 miliardi di euro precedenti.
Per quanto riguarda il solo terzo trimestre, l’utile netto di Mediobanca è cresciuto (rispetto allo stesso periodo del 2016) del 58% fino a 195,7 milioni e il margine d’intermediazione è aumentato da 502,7 a 584,4 milioni di euro. Quanto alle singole divisioni, l’area Cib (Corporate & Investment Banking) ha visto crescere l’utile dei nove mesi a 218 milioni (+16%), mentre per il Wholesale Banking il risultato netto è stato positivo per 200 milioni (+13%). La divisione di Credito al consumo (Compass) ha visto raddoppiare l’utile a 198 milioni, andamento che Mediobanca nella nota definisce «il miglior risultato di sempre». Anche l’ultima riga del conto economico della divisione Wealth Management raddoppia a 54 milioni, con la componente gestita/amministrata che raggiunge quota 22,8 miliardi, in crescita di circa 1,5 miliardi solo nell’ultimo trimestre. Dai Principal Investing (utile di 320 milioni, in progresso del 19%) si rileva invece l’apporto della partecipata Generali Assicurazioni (13%), in aumento a 194,1 milioni dai 178,6 milioni precedenti. Tra le voci che hanno influito positivamente spicca la cessione del 5,1% della tedesca Koenig & Bauer, che ha fruttato 28,1 milioni. Terminata anche la cessione della quota di Atlantia (11,2 milioni di titoli). Infine il cda di Mediobanca ieri ha approvato anche il progetto di fusione per incorporazione di Banca Esperia, che si inquadra nel piano industriale triennale 2016–2019 del gruppo e che consentirà di realizzare sinergie di costo a seguito dell’ottimizzazione di servizi comuni e delle aree di staff. (riproduzione riservata)
Fonte: logo_mf