di Francesco Colamartino
Nel giorno in cui Assintel, l’associazione nazionale delle imprese Ict di Confcommercio, ha pubblicato il suo report sui trend del mercato italiano dell’It nel 2017, a Riccione hanno tenuto banco i temi della cybersecurity, del cloud computing e dei big data. A dedicare attenzione a questi temi è stata Inspiring Innovation, la convention di due giorni organizzata a Riccione da Var Group, una delle principali aziende italiane dell’It, e incentrata sulle nuove sfide che la trasformazione digitale pone alle imprese. Secondo il rapporto Assintel, nel primo trimestre di quest’anno il mercato italiano dell’It ha messo a segno un + 3,9% a 7,2 miliardi di euro, il miglior risultato da tre anni a questa parte nel confronto fra trimestri. A trainare il giro d’affari sono stati proprio i business della cybersecurity (+6,4% a 1,3 miliardi di euro) e quello del cloud, che si lega al primo per un discorso di protezione strategica dei dati. Quest’ultimo ha registrato un’impennata trimestrale del fatturato del 18,9% e dovrebbe arrivare a fine anno a un giro d’affari di 3,7 miliardi (+17,6% anno su anno).

L’analisi dei dati è stata invece protagonista dell’Hackathon, la maratona tecnologica svoltasi all’interno della convention il cui premio da 5 mila euro (più un contratto di collaborazione con Var) è andato al team PiriHaHack, composto da 5 studenti di 23 anni, che ha sviluppato un progetto per Itt, azienda attiva nella vendita di pastiglie dei freni per mezzi di trasporti pubblici e privati in tutto il mondo. A contendersi la palma del vincitore cinque squadre di giovanissimi, di cui due in gara per Itt, due per Boggi Milano e una per Af Moschino. Questo a dimostrazione del fatto che l’analisi dei dati è un aspetto vitale per imprese di ogni genere, dalla moda all’automotive.

Secondo l’osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano, nel 2016 il mercato italiano degli analytics è cresciuto del 15% a 905 milioni di euro. Se la business intelligence fa ancora la parte del leone con un valore di 722 milioni (+9% in un anno), i big data, seppur ancora marginali come valore (183 milioni di euro), sono la componente che mostra l’incremento più significativo (+44%). Gran parte di questo mercato è oggi appannaggio delle grandi imprese, che si dividono l’87% della spesa complessiva, mentre le pmi si fermano al 13%. Il 39% dei chief information officer italiani vede la business intelligence, i big data e gli analytics come priorità di investimento nel 2017 per l’innovazione digitale. E un’impresa su tre ha già inserito nel proprio organico uno o più data scientist, la cui presenza nelle aziende più all’avanguardia è cresciuta del 57% nell’ultimo anno. Tuttavia, il processo di trasformazione delle imprese italiane tradizionali in big data enterprise è ancora lungo, tanto che soltanto l’8% ha raggiunto un buon livello, mentre il 26% ha appena iniziato il percorso e il 66% si trova a metà strada. Le start-up del mercato big data e business intelligence fanno indubbiamente gola, a tal punto che dal 2012 ad oggi hanno raccolto complessivamente 3,18 miliardi di dollari a livello mondiale da investitori istituzionali. (riproduzione riservata)
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