di Anna Messia
parzani

Lo studio sul sentiment degli analisti sulle società di ogni settore e geografia
Fidelity Italia
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Da Brescia, più precisamente dalle colline della Franciacorta, fino ai vertici della finanza italiana. Donna e giovane in un mondo che fino a qualche decennio fa era tutto dominato dagli uomini. Con il coraggio di innovare e sperimentare nuove strade che si sono rivelate vincenti e senza dimenticare di sostenere altre donne che ha trovato sul suo cammino, per aiutare il talento femminile. Di stereotipi e clichè Claudia Parzani ne ha rotti tanti nella sua fulminante carriera professionale. Classe 1971, nata in una famiglia che nulla aveva a che fare con l’avvocatura o con la grande finanza (mamma casalinga e papà imprenditore), ha studiato giurisprudenza a Milano (quando a insegnare c’era Guido Rossi) e poi si è fatta spazio negli studi legali. Ma ovviamente non in quelli tradizionali. La sua indole è sempre stata quella della sperimentazione; non a caso nel 2013 è stata premiata come l’avvocato più innovativo dell’anno dal Financial Times, unica donna tra i dieci avvocati più innovativi in Europa. Il suo primo lavoro, in un classico studio d’avvocati, è solo durato un giorno. Meno di 24 ore per capire che non sarebbe stato quello il suo futuro e che avrebbe voluto invece percorrere sentieri non ancora battuti. Mescolando diritto ed economia, u mercato che si stava aprendo proprio in quel periodo. Negli anni ‘90 stava nascendo la finanza italiana. Bisognava ancora scrivere il Testo Unico e Parzani si occupò delle prime offerte pubbliche (opa) lanciate in Italia, ancora senza una normativa, sviluppando anche forti competenze nei temi di governance. Nello studio Grimaldi Clifford Chance, a Milano, ebbe la fortuna di occupare una scrivania che nessuno voleva. Era grande ma scomoda, perché guardava il muro, racconta spesso a chi le chiede i passaggi-chiave della sua storia professionale, ma in stanza con lei c’era un partner franco-inglese, capo dello studio, bravissimo. Da lui imparò i segreti del mestiere, portando in Italia pratiche già diffuse all’estero.

Poi la chiamò lo studio americano White & Case, che aveva deciso di aprire in Italia, fino ad arrivare, nel 2007, in Linklaters. E negli anni le operazioni finanziarie si sono moltiplicate: Parzani ha seguito in prima persona i più importanti aumenti di capitale bancari realizzati negli ultimi anni. Da Intesa a Unicredit passando per Mps e Bpm . E non sono mancate quotazioni nel risparmio gestito, come Anima e Banca Fineco . Con i riconoscimenti conseguenti. Parzani è stata la prima donna dell’area dell’Europa meridionale a diventare partner di uno studio legale internazionale come Linklaters e lo scorso novembre è stata promossa a responsabile dell’intera Europa (a esclusione di Germania e Inghilterra), entrando come prima donna nel board europeo. A pochi mesi di distanza di promozioni ne sono però arrivate altre e anche queste decisamente di peso. In uno stesso giorno, il 28 aprile scorso, Parzani è stata nominata presidente di Allianz Italia e vicepresidente di Borsa Italiana (era già nel consiglio di amministrazione di entrambe) e anche in questo caso, neanche a dirlo, ha fatto da apripista.

È la prima vicepresidente donna di Borsa Italiana, mentre in Allianz, benché colosso assicurativo tedesco le donne occupino già ruoli-chiave, Parzani (che ha preso il posto di Carlo Salvatori, uscito per raggiunti limiti di età) è stata la prima presidente donna di Allianz Italia nella storia della compagnia. Tra l’altro anche la vicepresidente della compagnia è una donna: Sirma Gotovats, responsabile della business division Western & Southern Europe di Allianz SE. Con quest’ultima e con l’amministratore delegato Klaus-Peter Roehler c’è da scommettere che Parzani farà squadra, come ha sempre fatto da quando ha iniziato a lavorare, specialmente con le donne. Nel suo curriculum non manca la presidenza, dal 2013 al 2016, di Valore D, l’associazione nata per valorizzare il talento femminile e l’ideazione degli ormai famosi breakfast@linklaters, appuntamenti formativi e utili anche per sviluppare relazioni, ma con un’accezione decisamente alta. «Usare il potere per il potere di fare» e «restituire se si ha la fortuna di avere»: questi sono i motti che guidano le sue giornate. Un vero boss, come la chiamano i collaboratori che le lavorano a fianco da sempre, da quando ha iniziato a lavorare subito dopo l’università. Risponde a stretto giro di posta a ogni email e a tutti i messaggi che riceve. È capace di delegare e di tenere bene a mente i veri valori che contano: le sue tre figlie, ognuna delle quali è nata quando Claudia stava per decidere di cambiare lavoro o lo aveva appena fatto. Con il solito coraggio di crescere e sperimentare. (riproduzione riservata)

Così Allianz sistema la squadra
I recenti riassetti in Allianz non hanno riguardato solo la presidenza del gruppo, con l’arrivo, il 28 aprile scorso, di Claudia Parzani, che ha preso il posto di Carlo Salvatori, il quale ha raggiunto i limiti di età previsti nella policy del gruppo. La compagnia ha anche rafforzato la squadra manageriale. Teresa Godinho, che è stata per anni chief executive officer di Allianz Portogallo, è stata nominata chief financial officer di Allianz Italia. Mentre Lorella Sdrigotti, vicedirettore generale con grande esperienza nel gruppo, ha assunto la guida dell’area Insurance Products. Agostino Ferrara ha preso l’incarico di chief operating officer della compagnia lasciando il precedente ruolo di direttore generale di Allianz Bank. Al suo posto è arrivata Paola Pietrafesa, già vicedirettore generale di Allianz Italia, che è stata nominata direttore generale della banca rete, guidata Giacomo Campora, ceo di Allianz Bank e direttore generale Market & Distribution di Allianz Italia. È stato così integrato un team già di lunga esperienza, composto da manager come Maurizio Devescovi, direttore generale per tutti i corporate services, o Carsten Quitter, chief investment officer, mentre comunicazione e rapporti con le istituzioni sono affidati a Carlo Rossanigo.
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