Da quando sono stati lanciati, i Pir (Piani Individuali di Risparmio) hanno avuto un effetto corroborante su Piazza Affari. Lo si rileva da un’analisi comparata, che prende come periodo di riferimento il primo trimestre 2017, fra i mercati italiani (listino Aim Italia) e inglese (Aim Uk). Lo studio è stato realizzato dal team di ricerca e analisi di Envent capital markets. In particolare, nel caso dell’Italia il «Pir model portfolio» che seleziona un paniere di mid/small cap elaborato in partnership con Selfiewealth ha messo in evidenza l’effetto benefico dei Pir in termini di volumi, liquidità, operazioni e aspettative di mercato. Nel caso del listino Aim Uk emerge inoltre la tendenza verso ipo di maggiori dimensioni e qualità rispetto al passato. L’aumento degli incentivi fiscali fra il 2015 e il 2017 ha consentito infatti di aumentare l’attrattività delle azioni inglesi.
In dettaglio, sul listino Aim Italia alla fine del primo trimestre 2017, durante il quale ci sono stati quattro collocamenti e due delisting, erano quotate 79 società per una capitalizzazione totale di 3,6 miliardi di euro. L’aumento del valore di mercato rispetto a fine 2016 è considerevole, intorno al 20%, a dimostrazione dell’impatto positivo generato dai Pir oltre che del migliorato sentiment degli investitori verso la borsa milanese.
Le quattro ipo del primo trimestre 2017 (Health Italia , Telesia , Crescita e Tps Group) hanno raccolto complessivamente 145 milioni di euro, un importo che rappresenta quasi il 70% dell’intero 2016. Sono inoltre di un ammontare decisamente superiore all’analogo periodo del 2016 (28 milioni) e del 2015 (64 milioni).
Passando al listino Aim inglese, a fine marzo era composto da 967 società, in leggera riduzione (-1,5%) rispetto allo stesso periodo del 2016, per una capitalizzazione di 90 miliardi di sterline, in aumento del 10%. Da gennaio a marzo ci sono stati dieci ipo/collocamenti, mentre i delisting sono stati 25, in calo dai 39 dell’analogo periodo dello scorso anno. A conferma della vitalità del mercato, infine, nei primi tre mesi dell’anno gli scambi medi sono aumentati del 72%. (riproduzione riservata)
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