Nel 2016 meno verifiche, ma una su due scova l’illecito
di Eden Uboldi

Sono 1.215 i controlli effettuati dalle forze dell’ordine nel 2016 sui crimini ambientali, quasi un quarto rispetto a quelli segnalati (erano 4.700) nei primi otto mesi di vita della legge 68/15. Si tratta di una differenza di 3.500 verifiche: infatti, mancano all’appello quelle compiute dal corpo forestale, che dal 1° gennaio 2017 è stato accorpato all’arma dei carabinieri. È quindi un quadro parziale quello offerto da Legambiente con il dossier «Ecoreati nel Codice penale: numeri e storie di una legge che funziona», presentato ieri durante un convegno dedicato nell’aula del senato, in cui ha messo a fuoco l’applicazione nel 2016 della legge «Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente», in vigore dal 29/05/2015. A seguito dei 1.215 controlli sono stati contestati 574 ecoreati, denunciate 971 persone fisiche e 43 persone giuridiche, emesse 18 ordinanze di custodia cautelare e sequestrati 133 beni per un valore pari a 15 milioni di euro. Sulla totalità dei reati individuati solo 173 riguardano specificatamente i nuovi delitti: 143 i casi di inquinamento ambientale (art. 452-bis), 13 di disastro ambientale (art. 452-quater), 6 di impedimento di controllo (art. 452-septies), 5 i delitti colposi contro l’ambiente (452-quinques), 3 di omessa bonifica (art. 452-terdecies) e 3 i casi di aggravanti per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452-ter). I restanti 401 reati sono contravvenzionali e non hanno cagionato danno o pericolo di danno. A livello regionale la Campania ha il numero più alto di ecoreati contestati durante lo scorso anno, precisamente 70, seguita dalla Sardegna con 67 e dall’Umbria con 66. La Sardegna ha registrato il record di denunce di persone fisiche (126), mentre l’Abruzzo quello di persone giuridiche (16). Invece la Calabria ha totalizzato il maggior numero di sequestri (43). I dati elaborati da Legambiente sono stati raccolti col supporto del comando tutela dell’ambiente dell’arma dei carabinieri, della guardia di finanza e delle capitanerie di porto. «Questa legge fondamentale per il paese sta funzionando bene e i numeri confermano la sua efficacia», ha dichiarato Ermete Realacci, primo firmatario del provvedimento. Ma per Legambiente non è che «il primo anello, di un’importanza epocale, di una catena più lunga che va costruita con l’obiettivo di innalzare i controlli ambientali e di tutelare l’ambiente, la salute e le imprese sane». L’associazione ha dichiarato il proprio apprezzamento sia per la legge che ha istituito il Comando unità per la tutela forestale ambientale e agroalimentare (Cutfaa), sia per la legge 132/2016 che ha omogeneizzato il sistema dei controlli a tutela dell’ambiente. Ma individua quattro interventi necessari per rendere più incisiva l’azione repressiva contro i crimini ambientali: formazione specializzata per tutti gli operatori del settore, la definizione di linee guida per l’applicazione omogenea della legge 68/15, la rimozione della clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista dalla disciplina e la costruzione di un meccanismo per far confluire le sanzioni pagate dai responsabili dei reati contravvenzionali.

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