Prima il riconoscimento del diritto. Poi la liquidazione
di Daniele Cirioli

Bisognerà andare allo sportello Inps a fare richiesta dell’Ape sociale. E converrà farlo presto, per non rischiare di restare esclusi. Due le domande: la prima per avere il riconoscimento del diritto all’anticipo pensionistico; la seconda, in caso di positivo riscontro alla prima, per avere la liquidazione vera e propria all’Ape. Entrambe le domande andranno presentate agli uffici Inps di residenza e sulla prima sarà rilasciata apposita «ricevuta con annotazione di data e ora di ricezione». Indicazioni che serviranno ai fini dell’accesso al beneficio in caso d’insufficienza di risorse. In tal caso infatti, l’Inps stilerà una graduatoria di ammissione in base all’età dei richiedenti e alla data di presentazione della prima domanda. A stabilirlo, tra l’altro, è il dpcm di attuazione della legge di Bilancio 2017 sull’Ape sociale firmato lunedì dal presidente del consiglio, Paolo Gentiloni (si veda ItaliaOggi del 23 maggio).

Due le domande. Il sistema inventato dal dpcm per l’attribuzione dell’Ape sociale (si ricorda che è l’anticipo pensionistico gratuito per i lavoratori) prevede la presentazione di due distinte domande, con tempistiche differenti e anche diverse conseguenze.

La domanda di diritto all’Ape sociale. La prima domanda è finalizzata ad ottenere il riconoscimento del diritto all’Ape sociale, diritto che rilascia l’Inps previa verifica di requisiti e condizioni da parte dei richiedenti. La domanda va presentata alla sede territoriale Inps di residenza, che ne rilascia ricevuta con annotazione della data e dell’ora di ricezione. Occhio ai termini:

chi si trova o verrà a trovarsi entro il 31 dicembre 2017 in una delle situazioni che danno diritto all’Ape sociale (tra cui l’aver svolto una particolare lavorazione, indicate in tabella), deve presentarla entro il 15 luglio 2017;
chi si verrà a trovare durante l’anno 2018 in una delle situazioni che danno diritto all’Ape sociale deve presentarla entro il 31 marzo 2018.
I termini non sono perentori perché le domande possono continuarsi a presentare anche dopo il 15 luglio 2017 (per l’anno 2017) e il 31 marzo 2018 (per l’anno 2018) fino al 30 novembre (2017 o 2018). Tuttavia, le domande presentate oltre quei termini (15 luglio 2017 e 31 marzo 2018) saranno prese in considerazione solamente se all’esito del monitoraggio residueranno le necessarie risorse finanziarie. Invece, una volta spirato il termine del 30 novembre (2017 o 2018) le domande non potranno più essere presentate (per il 2017 si potrà andare all’anno successivo). Oltre a rispettare i termini, tuttavia, potrebbe contare anche l’essere arrivati per primi, perché il monitoraggio (che è la verifica fatta dall’Inps della copertura finanziaria con i soldi stanziati dalla legge di Bilancio) verrà fatto sulla base dell’età dei richiedenti (del tempo che manca alla pensione di vecchiaia) e, appunto, della data (e ora) di presentazione di questa domanda.

La domanda di Ape sociale. La seconda domanda è quella di liquidazione dell’Ape sociale, anche questa da presentare alla sede Inps di residenza (la stessa destinataria della prima domanda). In questo caso non c’è un termine, però l’Ape sociale verrà erogata dal mese successivo a quello di presentazione della relativa domanda. Unica scadenza interessa quanti hanno diritto all’Ape sociale dal 1° maggio 2017: per aver l’erogazione da tale data, devono presentare la domanda entro e non oltre il 30 novembre 2017.

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