Corsa contro il tempo sulle correzioni alle norme antiriciclaggio. Il decreto legislativo dovrà essere approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri entro il 26 maggio e i tecnici del ministero dell’economia dovranno passare in rassegna i due corposi pareri delle commissioni finanze di camera e senato. Quest’ultimo ha infatti sì approvato il parere nel solco di continuità con le osservazione della camera ma corredandolo di 30 osservazioni/premessa tra cui il mantenimento in vita dell’archivio unico che invece il testo del decreto legislativo riformulava. Sui lavori delle commissioni di camera e senato sono intervenuti ieri, con una nota congiunta il consiglio nazionale degli avvocati, dei notai e dei dottori commercialisti. «Con l’espressione del parere delle Commissioni riunite Giustizia e Finanze e tesoro del Senato si è concluso il complesso iter dell’esame dello schema di decreto attuativo della quarta direttiva antiriciclaggio da parte del Parlamento», scrivono i tre consigli. «Avvocati, commercialisti e notai, preso atto dell’accoglimento (sotto forma di condizioni o di osservazioni formulate nei due diversi pareri espressi dalle suddette commissioni) della maggior parte delle osservazioni formulate congiuntamente in sede di audizione, esprimono il loro apprezzamento per il lavoro svolto». In particolare, le tre categorie professionali sottolineano l’importanza delle proposte di modifica evidenziate in sede parlamentare con riferimento all’impianto sanzionatorio, condividendo appieno l’esigenza di limitare l’applicazione delle sanzioni connesse agli obblighi di adeguata verifica e di conservazione ai soli casi di violazioni gravi, ripetute o sistematiche ovvero plurime. «Altrettanto condivisibile», si legge nella nota, «appare la proposta di riduzione della sanzione pecuniaria minima prevista per la violazione dell’obbligo di segnalazione di operazioni sospette». Le professioni economico-giuridiche auspicano, infine, che il Governo tenga nella dovuta considerazione tutte le osservazioni formulate, al fine di garantire che modelli e regole adottate dal Legislatore delegato siano realmente coerenti con le caratteristiche, le competenze e la formazione dei professionisti, e che integrino i tratti della sostenibilità dei doveri e delle responsabilità in particolare attraverso la riduzione di oneri e costi sostenuti per l’adempimento degli obblighi di due diligence nonché attraverso la rimodulazione dell’impianto sanzionatorio.
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