di Francesco Ninfole
La risoluzione delle quattro banche, che ha comportato per la prima volta perdite per obbligazionisti subordinati in Italia, è stata al centro del discorso di Giuseppe Vegas, presidente della Consob, nell’incontro annuale con il mercato che si è tenuto ieri a Palazzo Mezzanotte a Milano.

La Consob ha difeso il proprio modello di vigilanza, ricordando anche gli esiti positivi delle valutazioni in proposito da parte del Fmi e dell’Esma. Quanto al futuro, ha proposto novità in materia di prospetti, trasparenza e modalità di collocamento di prodotti rischiosi (come appunto i bond subordinati svalutati nel caso delle quattro banche), alla luce anche dell’entrata in vigore del bail-in, che da quest’anno ha esteso la possibilità di perdite anche agli obbligazionisti senior e ai depositi oltre 100 mila euro. Il bail-in non è stato finora mai applicato in Italia, ma già la risoluzione delle quattro banche, ha sottolineato Vegas, «seppure di dimensioni limitate, ha scosso profondamente la fiducia dei risparmiatori e dell’opinione pubblica e ha avuto un fortissimo impatto psicologico ed emotivo». Nei risparmiatori si è diffuso «un clima di incertezza che non si era mai registrato nel dopoguerra».
In risposta a questo nuovo contesto la Consob ha messo in consultazione tre raccomandazioni, che non vincolerebbero i soggetti coinvolti ma li obbligherebbero al principio del comply or explain. L’innovazione più significativa è quella che riguarda la distribuzione degli strumenti finanziari attraverso la quotazione diretta su mercati regolamentati o su sistemi multilaterali di negoziazione anziché attraverso il tradizionale collocamento presso gli sportelli. «In tal modo il processo di distribuzione degli strumenti finanziari, incluse le obbligazioni subordinate, e il relativo meccanismo di formazione del prezzo risulteranno più trasparenti, meno soggetti a conflitti d’interessi e in grado di assicurare una maggiore liquidabilità degli investimenti», ha detto ieri Vegas. Con questo intervento la Consob vuole evitare casi di vendita allo sportello di titoli rischiosi (soprattutto quando la banca collocatrice è anche il soggetto emittente) a clienti poco esperti. Inoltre i risparmiatori potrebbero vendere più facilmente titoli scambiati sui mercati, con minori rischi di ritrovarsi con un investimento di fatto bloccato (il rischio di liquidità è cresciuto con le nuove norme Ue). «Si raccomanda di avvalersi, ai fini della distribuzione degli strumenti finanziari e con l’obiettivo della successiva ammissione a negoziazione di questi ultimi, di una sede di negoziazione multilaterale (mercato regolamentato o Mtf)», è scritto nel documento in consultazione. «Si ritiene che l’utilizzo della modalità distributiva raccomandata contribuisca tra l’altro anche a favorire una maggiore continuità fra mercato primario e mercato secondario». Nello schema proposto l’emittente immetterebbe nel sistema una proposta di vendita pari all’intero ammontare dell’emissione; i partecipanti al mercato invierebbero proposte in acquisto. Chi non si adeguerà alla raccomandazione dovrà garantire in altro modo condizioni di trasparenza e efficienza. La raccomandazione anticipa disposizioni europee che entreranno in vigore nei prossimi anni.

Bisognerà invece aspettare l’introduzione della Mifid 2 perché le autorità nazionali possano vietare del tutto la vendita di categorie di prodotti (attraverso la cosiddetta product intervention). Questa possibilità era per esempio esclusa nel caso dei titoli subordinati delle quattro banche salvate (Banca Etruria , Banca Marche, CariFerrara e CariChieti). In quel caso la principale protezione per i risparmiatori era data dalle informazioni e dai fattori di rischio indicati nei prospetti, come ha ricordato Vegas. Il presidente della Consob ha però riconosciuto che in generale lo strumento del prospetto informativo «non si è dimostrato un mezzo idoneo a fornire una risposta efficace al bisogno di conoscenza. Un eccesso di informazioni equivale quasi sempre a una carenza di informazioni». Il prospetto è divenuto «uno strumento utile a chi lo redige per prevenire possibili rischi legali, ma rimane un documento troppo lungo e complesso per potere essere letto e pienamente compreso dal risparmiatore».

Le altre due consultazioni delle Consob (che dallo scorso febbraio è tornata a ranghi completi con le nomine di Giuseppe Berruti e Carmine Di Noia) riguardano proprio le informazioni da dare agli investitori, sia nelle «avvertenze» che nelle «informazioni chiave». Quanto alle avvertenze, che descrivono i principali rischi legati all’investimento, la commissione ha chiesto maggiore chiarezza, sinteticità e standardizzazione. Riguardo alle informazioni chiave, Vegas ha invitato ad «avvalersi di apposite schede prodotto, redatte per rappresentare in modo chiaro e conciso le caratteristiche principali degli strumenti offerti, i loro rischi, i costi e i rendimenti attesi». Dal 2017 partirà il Kid (Key Information Document), ovvero un documento di tre pagine con i dati fondamentali del prodotto offerto. Le autorità europee Esma, Eba ed Eiopa hanno già definito il modello di redazione del Kid, che ora dovrà essere approvato dalla Commissione Europea: lo schema si basa su un «termometro» che misura il rischio di mercato e il rischio-emittente in una scala da uno a sette. La autorità europee hanno invece bocciato l’inclusione nei documenti informativi degli scenari probabilistici di rendimento.

Tornando alla vicenda delle quattro banche salvate, Vegas ha sottolineato che i prospetti e i supplementi informativi che accompagnavano le obbligazioni subordinate di quegli istituti «erano stati redatti nel rispetto delle regole di trasparenza previste dalle norme sul prospetto informativo, il cui contenuto è disciplinato direttamente da un regolamento comunitario. In fase di loro approvazione Consob ha valorizzato tutte le informazioni in proprio possesso, incluse quelle trasmesse dalla Banca d’Italia». In particolare, ha osservato Vegas, i documenti «hanno dato massima evidenza a tutti i fattori di rischio connessi alla complessità degli strumenti e alla situazione in cui versavano le banche» e «specificavano che l’investitore avrebbe potuto perdere l’intero capitale investito in caso di liquidazione o di procedure concorsuali». Nel pomeriggio di ieri il presidente della Consob ha precisato: «Non è una questione di autoassoluzione ma è importante puntualizzare i termini delle questioni. Questo non significa che chi è stato truffato non lo sia stato, ma significa che dal punto di vista regolamentare noi abbiamo fatto quello che potevamo fare».

Le parole di Vegas «recepiscono positivamente le nostre istanze», ha commentato Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi). «Da una parte semplificazione e razionalizzazione delle norme italiane ed europee con testi unici europei e dall’altra una maggiore trasparenza per le informazioni per gli investitori, anche con avvertenze differenziate inserite nelle schede prodotto». Secondo il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro, «il costo di dare un’informazione giusta non è neanche minimamente paragonabile al danno che il risparmiatore può avere se non capisce se un investimento è adatto alle sue caratteristiche». (riproduzione riservata)
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