Secondo le stime dell’OMS, ogni anno, in tutto il mondo, sono 1,2 milioni le persone che muoiono a causa di un incidente stradale e circa 50 milioni quelle che rimangono ferite.

Da altri approfondimenti pubblicati dall’OMS (Regional Office for Europe), emerge, poi, che la maggior parte dei Paesi dispone di politiche per la sicurezza stradale, ma un numero nettamente inferiore applica disposizioni e provvedimenti per prevenire le altre tipologie di incidente.

Nel nostro Paese il fenomeno dell’incidentalità stradale continua, ancora oggi, a rappresentare un problema rilevante di Sanità Pubblica, seppure nel tempo si stia assistendo a un progressivo decremento degli incidenti stessi.

Nella Tabella 1 sono presentati i tassi standardizzati di mortalità (per 10.000 abitanti). In particolare, si osserva come i livelli dei tassi siano nettamente superiori per il genere maschile rispetto al genere femminile. Tale andamento, consolidato nel tempo, dipende, principalmente, dal fatto che la maggior parte dei conducenti di veicoli coinvolti in incidenti stradali è di genere maschile, situazione particolarmente evidente nelle fasce di età giovanili.

Dall’analisi dei tassi di mortalità a livello regionale (Tabella 1) si rileva, per l’anno 2014, che le regioni con i livelli più elevati dell’indicatore sono la Valle d’Aosta (1,07 per 10.000), seguita da Molise e Friuli Venezia Giulia (rispettivamente, 0,89 e 0,81 per 10.000). Le regioni con i tassi più bassi sono, invece, la Liguria, la Campania e la Sicilia (rispettivamente, 0,35, 0,40 e 0,42 per 10.000).

Il dato italiano è, nel 2014, pari a 0,55 (per 10.000). Benché permangano differenze regionali su tutto il territorio nazionale, il tasso standardizzato a livello nazionale presenta un andamento decrescente costante nel tempo (0,62 per 10.000 nel 2012, 0,57 nel 2013 e 0,55 per 10.000 nel 2014).

Gli incidenti stradali, nel 2014, sono stati 177.031 (Tabella 2) con una flessione del 2,5% rispetto all’anno precedente e del 5,9% rispetto al 2012.

Le vittime della strada, nello stesso anno, sono state 3.381, valore quasi stabile rispetto al 2013, con un calo dello 0,6% e in diminuzione rispetto al 2012 del 9,9%. I tassi medi di incidentalità stradale (per 10.000 abitanti) più elevati nel periodo 2012-2014 si riconfermano, in ordine decrescente, in Liguria, Toscana, EmiliaRomagna e Lazio, mentre quelli più bassi, in ordine crescente, si registrano in Calabria, Basilicata, Campania e Molise. Anche nei singoli anni considerati (2012, 2013 e 2014), la graduatoria delle regioni resta quasi invariata e ricalca quella della media triennale.

Incidentistradali2014

Incidentistradali2014c Incidentistradali2014b

Confronto internazionale

Tra tutti i sistemi di trasporto, quello su strada è di gran lunga il più pericoloso e comporta il prezzo più alto in termini di vite umane. Per questo motivo, nel 2010, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato un decennio di iniziative per la Sicurezza Stradale 2011-2020, con l’obiettivo di ridurre il numero di decessi da incidenti stradali nel mondo.

Il decennio 2011-2020 è la prosecuzione delle azioni di miglioramento e sensibilizzazione promosse nella decade precedente 2001-2010 per la quale, con il Libro Bianco del 2001, l’Unione Europea (UE) aveva fissato l’obiettivo di ridurre almeno del 50% la mortalità tra il 2001-2010. La Commissione Europea ha, a sua volta, stabilito Linee Guida basate su sette principali obiettivi strategici: migliorare la sicurezza dei veicoli, realizzare infrastrutture stradali più sicure, incrementare le tecnologie intelligenti, rafforzare l’istruzione e la formazione per gli utenti della strada, migliorare i controlli, fissare un obiettivo per la riduzione dei feriti in incidente stradale e prestare maggiore attenzione alla sicurezza dei motociclisti.

Nel 2014, le persone morte per incidente stradale nell’UE a 28 Paesi (UE-28) sono state 25.896, valore pressoché stabile rispetto al 2013, ma in lieve calo rispetto al 2012 (-8,5%) (Tabella 3). In Italia, così come a livello europeo, il numero delle vittime rispetto al 2013 è rimasto stabile. Tra i grandi Paesi dell’UE solo l’Italia e la Spagna hanno mantenuto quasi costante il numero di vittime della strada, aumentate, invece, in Germania, Regno Unito e Francia (rispettivamente, 0,84%, 0,95% e 4,12%). Da segnalare anche i risultati positivi di alcuni dei Paesi con una dimensione demografica più contenuta, per i quali è stata registrata una diminuzione del numero delle vittime: in particolare, Malta, Lussemburgo e Croazia (rispettivamente, -44,4%, -22,2% e -16,3%). Con una stabilità del numero delle vittime in linea con la media UE-28, l’Italia si colloca in 15° posizione nella graduatoria europea.

Nel 2014, in Europa sono morte 51 persone in incidente stradale ogni milione di abitanti. In Italia, nello stesso anno, si è avuto un tasso di mortalità superiore alla media UE-28, pari a 56 persone per milione di abitanti. Con tale valore, l’Italia si colloca al 15° posto, dietro Regno Unito, Germania e Francia, tra i grandi Paesi dell’UE.

Incidentistradali2014d

Fonte: Rapporto Osservasalute 2015