E nuovi prodotti finanziari con qualche rischio
Se non ripartono gli investimenti in Italia, il risparmio alla ricerca di ritorni, raccolto da Poste italiane, «saremo costretti a portarlo fuori»: lo ha detto l’a.d. Francesco Caio nel corso di un’audizione sulle prospettive di sviluppo della società alla commissione trasporti della camera.

Per soddisfare le richieste dei clienti di Poste, che chiedono un ritorno sui loro risparmi, «serve una politica di progetti e di investimenti perché, se questi non ci sono, noi, per rispondere al mandato istituzionale e di fiducia che abbiamo col cittadino, saremo costretti a portarli fuori questi risparmi. Sono il primo a dire che non c’è Poste senza posta», ha aggiunto Caio, «ma non sarebbe una storia completa se non vi dicessi anche che ci sono 476 miliardi di risparmi che si stanno mettendo in moto alla ricerca di ritorno perché i Buoni e Btp non li danno. Danno certezza e sicurezza, ma, se si vuole dare prospettiva di ritorno, dobbiamo trovare opportunità d’investimento».

Proprio per questo Poste si sta preparando a indirizzare il risparmio delle famiglie verso prodotti nuovi perché, ha precisato l’a.d., «il sistema finanziario si trova in un contesto di interessi zero: il che significa che gli strumenti tradizionali hanno prospettiva di rendimento zero. In questo quadro, «quando abbiamo clienti che ci chiedono strumenti che oggi possono dare prospettive di ritorno, dobbiamo indirizzare queste famiglie verso un nuovo territorio, e il ritorno si può generare solo in un contesto di qualche rischio. Siamo molto consapevoli di quanto delicato sia questo passaggio, e stiamo facendo un’opera importante di formazione del nostro personale e di raccolta di profili Mifid, ma è un passaggio importantissimo per assicurare che Poste continui a dare quel livello di trasparenza e continui a essere riferimento per il risparmio».

Caio è quindi intervenuto sul fondo Atlante, spiegando che si tratta di un investimento che rientra «nel contesto della diversificazione degli impieghi, per nome e per conto dei cittadini assicurati, che stiamo diversificando nella ricerca di ritorni». In borsa il titolo Poste italiane è ancora sotto il prezzo dell’ipo di 6,75 euro, ma sta andando meglio del settore in una fase critica del mercato, con una performance migliore del 17% rispetto all’indice di riferimento del settore.

L’a.d. ha quindi tranquillizzato i parlamentari: «Noi non abbiamo l’aspetto dei Non performing loan» e, pertanto, «non abbiamo quei profili di rischio» che hanno le banche: ciò consente di avere «un’esigenza di capitalizzazione più limitata di quella richiesta al sistema bancario».

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