Chiuso il cantiere di Solvency II, partito a gennaio, ora le assicurazioni devono trovare nuove strategie di rendimento. Ma il settore Vita sta continuando a crescere e per il Danni l’impegno è sul non-auto
 di Anna Messia e Francesco Colamartino 

 

La sfida dei bassi tassi d’interesse è entrata nel vivo con le compagnie di assicurazione che sembrano pronte ad affrontarla. Le prime trimestrali pubblicate in questi giorni, dopo un biennio di forte crescita per la raccolta Vita, mostrano ancora importanti segnali di sviluppo. La migrazione dei clienti dalle polizze tradizionali (non più sostenibili con i tassi rasoterra) a prodotti misti e unit linked è in piena attività, ma nonostante il cambio di strategia in corsa le compagnie in questi mesi non sembrano rallentare.

Perché nel mercato c’è ancora tanta liquidità e anche perché le assicurazioni sembrano godere della fiducia dei clienti, probabilmente ancora di più che in passato in conseguenza dei segnali di incertezza arrivati dal settore bancario alle prese con il bail-in e con risparmiatori rimasti esclusi da salvataggi. Le sfide, come emerso dall’edizione 2016 degli Insurance & Previdenza Awards di MF-Milano Finanza, tenutasi il 10 maggio scorso alle Officine del Volo a Milano, sono però tante. Dalla necessità di dare impulso all’innovazione tecnologica, passando per le capacità delle compagnie di dare finalmente la spinta alla crescita delle polizze danni diverse dall’Rc Auto, in cui l’Italia è ancora fortemente sotto assicurata rispetto ad altri mercati europei. Mentre i sinistri Rc Auto stanno riprendendo a crescere dopo il calo registrato negli anni più bui della crisi che aveva fatto rallentare circolazione e incidenti, mettendo ora a rischio la profittabilità del comparto.

Il 2015 sarà però ricordato anche come l’anno di svolta per la preparazione del settore alle nuove regole europee Solvency II, partite a gennaio di quest’anno «Il 2015 è stato un anno molto impegnativo per tutti i protagonisti del settore chiamati ad adattarsi al nuovo quadro regolamentare.

Compagnie da una parte e regolatore dall’altra», ha ricordato il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, nel suo intervento video introduttivo alla serata. La collaborazione per l’avvio delle nuove norme, che obbligano le imprese a un maggior controllo del rischio, «è stata intensa e costruttiva» ha aggiunto Rossi, sottolineando che la grande sfida per l’anno in corso arriva dalla redditività, messa a rischio da tassi d’interesse zero che riguardano l’intera Europa e che sembrano destinati a durare quanto meno nel medio termine. Per affrontare questa nuova fase c’è bisogno di trovare il giusto equilibrio tra due forze contrastanti, entrambe pericolose. «Con i tassi a questi livelli la tendenza del settore in cerca di rendimenti più alti è quella di affacciarsi a investimenti più rischiosi e questo preoccupa il regolatore» ha aggiunto Rossi, che ha però sottolineato di essere ugualmente preoccupato dal fatto che le assicurazioni non riescano ad avere una redditività sufficiente per dare rendimenti a chi acquista polizze Vita. Trovare la giusta via di mezzo sarà insomma la carta vincente del settore nei prossimi mesi, che sembra però avere davanti a sé ancora anni di crescita «se saprà cogliere le opportunità che arrivano dal ramo Danni non auto ma anche dal ramo Vita che potrebbe beneficiare di un’ulteriore espansione con la crescita dei prodotti previdenziali», ha concluso.

La sfida del settore sarà però anche quella di far capire a tutti gli interlocutori del sistema quanto sia importante il settore assicurativo in Italia», ha aggiunto Maria Bianca Farina, presidente Ania e amministratore delegato di Poste Vita e Poste Assicura, premiata come assicuratore dell’anno, per avere favorito il successo della quotazione di Poste Italiane per i risultati raggiunti da Poste Vita. «In Italia non è a tutti chiaro quanto le assicurazioni siano importanti e siano al centro del sistema economico», ha aggiunto Farina. «Possono essere complementari al sistema pubblico nella sanità e nel welfare e con i risparmi di lungo periodo che gestiscono possono svolgere un ruolo fondamentale per gli investimenti in economia reale».

Elementi essenziali che fanno parte del nuovo piano strategico che Farina sta mettendo a punto per l’Ania. Il presidente dell’associazione ha ricordato anche come il settore sia stato pronto a dare il suo contributo al fondo Atlante, a sostegno degli aumenti di capitale delle banche, con lo spirito di fare la cosa giusta per i clienti e per il Paese. «Senza quel sostegno ci sarebbe stato un grosso problema per le banche e questo avrebbe provocato le azioni negative degli investitori internazionali verso l’Italia con effetti sui nuovi attivi e sui nostri clienti», ha aggiunto.

Per quanto riguarda il successo nel business le imprese, per distinguersi nel mercato, stanno intanto accelerando sull’utilizzo delle nuove tecnologie. «I clienti cercano prodotti che stupiscono e piacciono», ha detto Daniele Presutti, managing director responsabile Insurance per l’Italia e i mercati emergenti di Accenture. «Abbiamo avuto un grande successo con oltre 45 accreditamenti su tre categorie principali, cioè innovazione, semplicità e convenienza», ha ricordato Presutti. E questa è la strada che anche altre compagnie stanno percorrendo. «In Allianz Italia abbiamo sviluppato asset digitali come FastQuote, l’offerta modulare, la Digital Agency. Ora ci prepariamo a una nuova fase di trasformazione, sfruttando questi asset digitali e mettendo il cliente al centro», ha detto Klaus-Peter Roehler, ceo di Allianz Italia. I clienti cercano anche «protezione a tutto campo, dopo lo sconquasso sul mercato degli ultimi mesi e con l’avvio del bail-in che ha avvantaggiato i soggetti più solidi come la nostra banca», ha aggiunto Massimo Grandis, amministratore delegato di Mediolanum Assicurazioni.

A guardare i numeri emersi nel corso della charity dinner a favore del centro cardiologico Monzino il settore sta intanto continuando a crescere. Generali Italia, proprio nell’anno clou della maxi fusione che ha portato «alla semplificazione da 9 a 4 società, da 280 a 80 prodotti, a 8 milioni di polizze danni migrate, 1 milione di polizze vita e 1.000 persone che sono state riconvertite nell’ambito della propria attività lavorativa, ha raggiunto il migliore risultato degli ultimi otto anni», ha dichiarato Giancarlo Fancel, chief financial officer di Generali Italia. E pure Unipol, che domani presenterà il nuovo piano industriale, ha superato gli obiettivi del precedente, oltre le previsioni degli analisti, ha sottolineato Angelo Galetti, direttore commerciale di Unipol Sai. Intesa Sanpaolo Vita ha poi appena chiuso il miglior trimestre della sua storia, con un utile di 216 milioni, ha sottolineato l’amministratore delegato Nicola Maria Fioravanti. Trend che secondo i protagonisti del settore è destinato a proseguire. «I prodotti Vita sono diventati uno strumento naturale su cui investire», ha aggiunto l’amministratore delegato di Eurovita, Andrea Battista, «e da prodotto di offerta le polizze Vita sono quasi diventati prodotti di domanda da parte dei clienti». Anche secondo Marco Casu, direttore generale di Arca Vita nel 2016 «la raccolta del ramo resterà stabile e potrà anche crescere, mentre nel Danni il trend di sviluppo dei rami non auto è già evidente». (riproduzione riservata)

 

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