di Simona D’Alessio

Al 1° gennaio 2016 le pensioni dei dipendenti pubblici hanno toccato quota 2.841.815, per un valore totale annuo di «66.309 milioni di euro». E in media gli assegni mensili sono di «1.795 euro». A farlo sapere l’Inps che, divulgando l’aggiornamento sulle prestazioni erogate dalla Gestione dipendenti pubblici e da quella dei lavoratori ex Enpals, ha messo in luce l’incremento dello 0,8% del numero dei trattamenti: nel 2014, infatti erano 2.818.300, e sono saliti pure gli importi pagati, «cresciuti del 2,1% rispetto ai 64.955 milioni del 2015». La galassia della previdenza pubblica, ha rilevato l’Istituto presieduto da Tito Boeri, è così composta: il 59,4% dei trattamenti (1.687.453) è somministrato dalla Cassa trattamenti pensionistici dipendenti statali (Ctps), a seguire c’è la Cassa pensioni dipendenti enti locali (Cpdel) con il 37,5% (1.065.456), mentre le altre casse «si dividono, complessivamente, circa il 3% del totale».

Lo scorso anno sono state liquidate, nell’insieme, «121.165 pensioni», con un progresso del 20% rispetto all’anno precedente, per una spesa globale pari a «3.108 milioni», mentre la media delle prestazioni mensili è arrivata a «1.973 euro»; la somma, ha evidenziato l’Inps, è in crescita del 5,3% rispetto al 2014, anno in cui l’importo medio mensile si era fermato a 1.872 euro. Quanto ai trattamenti in capo alla Gestione ex Enpals in vigore al 1° gennaio 2016 sono 57.637, di cui «55.495 (il 96,3%) a carico della Gestione dei lavoratori dello spettacolo e 2.142 (3,7%)» sulle spalle del «fondo degli sportivi professionisti, per un costo annuo pari a 928,3 milioni.

Ma quanto «pesano» le pensioni pubbliche? Circa il 18,2% «meno di 1.000 euro, il 51,3% tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 22,8% tra 2.000 e 2.999,99», mentre il 7,8% oltrepassa i 3.000 euro mensili lordi; il 38,8% dei beneficiari vive nel Nord Italia, il 36,3% al Sud e nelle Isole, il 24,8% al Centro. E, ha concluso l’Inps, soltanto lo 0,1% degli assegni finisce all’estero.
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