Il tema della necessità di un maggior livello di alfabetizzazione finanziaria assume sempre maggiore importanza nel dibattito sul come tutelare il risparmiatore nei confronti dei nuovi rischi in uno scenario in continuo movimento. Come ha ricordato l’Ania (l’associazione nazionale tra le imprese assicuratrici) in una recente audizione parlamentare, c’è ampia evidenza di una forte correlazione tra financial literacy e una serie di comportamenti rilevanti per il benessere individuale. Chi è meglio in grado di capire la finanza e l’assicurazione investe con maggiore probabilità in azioni e fondi e partecipa più frequentemente a piani pensionistici privati. Ma ha anche maggiore probabilità di rimborsare i propri debiti e una minore esposizione a forme di indebitamento eccessivamente costose. Inoltre si osserva una crescente attenzione alle conseguenze sociali e ambientali dell’impiego di denaro. Il punto di partenza non appare confortante. Da ultima la recente «Indagine sull’alfabetizzazione finanziaria nel mondo», curata da alcuni ricercatori di Banca Mondiale e George Washington University, ha mostrato che solo il 37% degli italiani intervistati ha risposto correttamente ad almeno tre delle cinque domande riferite a inflazione, tasso di interesse, capitalizzazione degli interessi semplice e composta e diversificazione del rischio. Un livello lontano sia dalla media dell’Ue (52%), sia dai livelli di alfabetizzazione delle economie e dei Paesi con cui spesso l’Italia si confronta come Germania (66%), Francia (52%) e Regno Unito (67%), ma anche inferiore a quanto riscontrato in Grecia (45%) Spagna (45%) o Polonia (42%). Se in termini generali il problema esiste, andando alla specificità previdenziale la questione è ancora più rilevante, anche considerando la frequenza con cui il legislatore è intervenuto con interventi di riordino. La struttura del sistema previdenziale italiano richiede sempre più l’assunzione di una responsabilità diretta da parte del risparmiatore. La progressiva riduzione della copertura assicurata dal sistema obbligatorio determina la necessità in primo luogo di acquisire piena consapevolezza dell’esistenza di una eventuale esigenza di integrazione pensionistica. E in questa prospettiva sono utili il simulatore online «La Mia Pensione» e la busta arancione dell’Inps che offrono una stima dell’assegno pubblico. Si tratta poi di decidere se investire in soluzioni previdenziali, quando aderire e quanto versare. La corretta determinazione del quanto versare presuppone che il risparmiatore sia dotato di conoscenze di base almeno per valutare correttamente costi e benefici e per definire il proprio profilo di rischio e rendimento. Il contesto in cui si effettuano queste scelte è dominato dalla complessità, perché un piano previdenziale si dispiega su un arco temporale lungo. (riproduzione riservata)
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