di Andrea di Biase
Intesa Sanpaolo ha chiuso il primo trimestre con un utile di 806 milioni, in calo dai 1.064 milioni dello stesso periodo del 2015, ma oltre le attese del mercato. Senza considerare il contribuito ordinario al fondo di risoluzione l’utile si attesterebbe poi a 902 milioni. Ca’ de Sass ha però confermato l’impegno a distribuire a fine esercizio dividendi per 3 miliardi in contanti. In questo primo scorcio di 2016, Intesa ha già raggiunto più della metà dell’importo, tra gli utili del trimestre e le plusvalenze realizzate con le cessioni di Setefi e Intesa Sanpaolo Card. Dai conti è emerso che finora la banca ha contribuito al fondo Atlante per 845 milioni di euro, 300 dei quali già versati. L’istituto, però, considera l’impegno fino a 1 miliardo annunciato a metà aprile come un limite insuperabile. «Non contribuirò ulteriormente ad Atlante», ha detto il ceo Carlo Messina. «Non siamo i salvatori del sistema bancario italiano». Quanto alle ragioni che hanno spinto la banca a investirvi, «ci sono diversi aspetti positivi», ha spiegato. «Lavorare per evitare rischi sistemici è qualcosa che considero veramente strategico per la mia banca», ha spiegato. Anche sull’operazione di Veneto Banca, il fondo Atlante «offre una misura di sicurezza» e «lo considero saggio per i miei azionisti». Offre poi alla banca «opportunità di cessione degli npl a prezzi molto buoni». (riproduzione riservata)

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