di Andrea Pira

Il numero delle insolvenze di aziende italiane prosegue la sua discesa. Benché siano ancora il doppio rispetto ai livelli pre-crisi, anche nel 2016 si conferma il calo già registrato lo scorso anno, quando fu invertita la tendenza all’aumento costante che aveva contraddistinto i sette anni precedenti. Quest’anno, secondo le previsioni di Euler Hermes, ci sarà un’ulteriore riduzione dell’8% (dopo il -6% del 2015) «che posizionerà l’Italia tra i Paesi con le performance migliori, non solo a livello europeo ma mondiale», ha commentato Luca Burrafato, a capo della sezione Mediterraneo, Medioriente e Africa della compagnia di assicurazione crediti del gruppo Allianz . Secondo gli economisti di Euler Hermes, nel 2016 le insolvenze cresceranno a livello globale del 2% e manterranno lo stesso ritmo anche nel 2017. I punti più caldi sono la regione dell’Asia-Pacifico, dove si prevede un aumento del 13%, e l’America Latina (+17%). Ma per la prima volta negli ultimi sei anni i casi di bancarotta saranno in aumento anche negli Stati Uniti. L’incremento del 3% va ricondotto principalmente al settore dei metalli e all’energia. Per contro tengono le aziende europee. L’Europa occidentale è l’unica regione in cui si prevede una diminuzione delle insolvenze del 5% nel 2016 e del 3% nel 2017, sebbene i rischi per i pagamenti nei mercati emergenti potrebbero dare problemi ai Paesi esportatori. Guardando ai singoli Stati, i Paesi considerati più a rischio durante la crisi finanziaria sono anche quelli in cui le insolvenze registrano la flessione maggiore (-8% in Italia, -9% in Portogallo, -10% in Spagna e Irlanda). Mentre si mantengono stabili in Germania. Dell’andamento italiano, dove comunque restano ancora lunghi i tempi medi di incasso, circa 93 giorni, dovrebbe avvantaggiarsi soprattutto il settore manifatturiero (in particolare automotive, meccanica e mobili) seguito a ruota dalle costruzioni. Di contro dovrebbe soffrire ancora il commercio. In tale contesto, conclude Burrafato «gli interventi governativi volti a snellire le procedure concorsuali dei processi civili e dei numerosi non performing loan vanno nella giusta direzione per dare ossigeno al sistema economico nella fase di risoluzione delle controversie e di black out finanziario». Servirà però una ripresa duratura, che dipende anche dal contesto internazionale. (riproduzione riservata)
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