di Manuel Follis

Ieri, alla vigilia dello sbarco in borsa di Coima Res (la prima siiq che riesce ad andare sul mercato dall’introduzione della nuova legge), si è scoperto che, oltre a molti investitori esteri (la stragrande maggioranza), ci sono anche gruppi italiani che hanno deciso di puntare sull’ipo del progetto guidato da Manfredi Catella.

E, tra questi, una piccola quota è stata investita da Unipol , la compagnia assicurativa che era coinvolta in un contenzioso legale con lo stesso Catella riguardante il cosiddetto «buco», ovvero un’area edificabile di proprietà del gruppo bolognese all’interno del quartiere milanese di Porta Nuova, dove Coima ha sviluppato il proprio progetto immobiliare. La novità è che sul buco (dopo che Coima ha vinto il primo lodo arbitrale) le parti sono arrivate a un accordo, firmato poche settimane fa, che consentirà la realizzazione della nuova sede di Unipol all’interno dell’area.
Unipol è uno degli oltre 50 investitori che hanno deciso di sottoscrivere l’ipo di Coima Res , che oggi sbarcherà in borsa con una quotazione iniziale (a 10 euro per azione) di 360 milioni di euro (il fondo sovrano del Qatar sarà il principale azionista con circa il 40%). Si tratta di una start-up, ha sempre detto Catella a chi gli chiedeva l’andamento degli investimenti, in qualche modo alludendo al fatto che la vera sfida partirà oggi. Calcolatrice alla mano, considerando la capitalizzazione e un effetto leva nella media del mercato, Coima Res avrà a disposizione circa 700 milioni da spendere, 350 dei quali sono già stati destinati al Vodafone Village e a oltre 90 filiali di Deutsche Bank . Ne rimangono quindi altri 350 e la mission di Catella sarà investirli il prima possibile, possibilmente entro la fine di quest’anno, anche e soprattutto per attirare nuovi investitori e così arrivare in tempi brevi a lanciare un altro aumento di capitale (il primo di una serie che dovrebbe portare il Qatar a diluirsi gradualmente). L’obiettivo finale è raggiungere una capitalizzazione attorno a un miliardo di euro, considerata a livello internazionale il minimo per garantire standard di liquidità accettabili, continuando a garantire dividendi intorno al 4-5%. Dunque si parte oggi, con la più grande ipo immobiliare europea del 2016 e la prima a Piazza Affari da dieci anni a questa parte. (riproduzione riservata)
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