Il fondo Atlante, nato per assicurare il successo degli aumenti di capitale delle banche italiane piú fragili e acquistare sofferenze, promosso da Quaestio Capital Management Sgr, ha raccolto, alla data di chiusura del 28 aprile, 4,249 miliardi di euro. Gli investitori sono 67 tra istituzioni italiane ed estere che includono banche, compagnie di assicurazioni, fondazioni bancarie e Cassa depositi e prestiti.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione del fondo è emerso che la quota del singolo partecipante in nessun caso può essere superiore al 20% delle dimensioni del fondo. La durata del fondo è di 5 anni, piú tre anni rinnovabili di anno in anno, ma potrebbe essere riaperto con la modifica del regolamento che richiede l’assenso del 66,6% delle quote degli investitori. Il periodo di investimento è di 18 mesi, estendibile per altri 6 mesi per concludere operazioni giá in corso.

Fino al 70% del fondo può essere investito in banche con ratio patrimoniali inferiori ai minimi stabiliti nell’ambito dello Srep e che quindi realizzino, su richiesta della Consob, interventi di rafforzamento patrimoniale mediante aumento di capitale. Dopo il 30 giugno 2017 tutta la quota del fondo non investita in banche potrá essere investita in non performing loan.

Atlante non potrá sottoscrivere piú del 75% di una singola emissione a meno che non sia necessaria ai fini del buon esito dell’operazione. Sono comunque esclusi investimenti che comportino l’obbligo di opa. Per valorizzare la partecipazione e accelerarne la dismissione, il fondo può stipulare partnership e/o co-investimenti con altri investitori e/o istituzioni finanziarie, nonchè promuovere operazioni straordinarie.

Sempre al fine di valorizzare la partecipazione, Atlante potrá investire sia in equity della banca che nella ristrutturazione dei Npl.

Comunque la ristrutturazione/rilancio delle banche in cui il fondo investe e la velocitá di uscita sono la chiave del successo del fondo. “Prima usciamo dagli investimenti meglio è”, ha affermato Alessandro Penati, presidente di Quaestio Sgr, durante la presentazione del fondo.

Il fondo potrá investire con una leva massima del 110%. Quaestio avrá una commissione pari allo 0,07% annuo, mentre la banca depositaria, Rbc Investor, una commissione dello 0,0125% annuo. L’obiettivo finanziario è un rendimento di circa il 6% annuo, anche se “credo che il rendimento sará piú alto del 6%”, ha detto Penati. “Il fondo deve essere redditizio altrimenti invece di innescare un circolo virtuoso, rischia di innescare un circolo vizioso”, ha precisato il presidente di Quaestio.

“Il principio fondamentale del fondo è l’indipendenza del management della Sgr da azionisti e investitori”, ha spiegato l’amministratore delegato di Quaestio Capital Management Sgr, Paolo Petrignani, precisando che le decisioni di investimento prese dalla Sgr per il fondo sono soggette a parere preventivo non vincolante del comitato degli investitori, composto da nove membri ed eletto dall’assemblea degli investitori con il meccanismo del voto di lista.

“Atlante è un fondo di mercato che va gestito in modo redditizio, altrimenti invece di innescare un circolo virtuoso inneschiamo un circolo vizioso”, ha aggiunto Penati. Qualsiasi investimento, ha specificato, deve essere basato sul metodo, in quanto è un fondo di ristrutturazione con il fine di valorizzare la partecipazione e accelerarne la dismissione.