di Anna Messia
L’Italia è un mercato molto attraente e, nonostante lo scenario per gli assicuratori si sia fatto decisamente più complicato, Allianz è pronta a investire forte sul Paese. Il colosso tedesco si guarda intorno per crescere ancora nel settore assicurativo, ma osserva con particolare interesse anche il mercato nascente delle infrastrutture, dice a MF-MilanoFinanza il numero uno di Allianz Italia, Klaus Peter Roehler, ceo da due anni e mezzo.
L’appuntamento per l’intervista è al 45esimo piano della nuova torre di Allianz , nel quartiere milanese di Citylife, da cui si domina l’intera città. Gli uffici saranno arredati nei prossimi mesi ma è quasi tutto pronto per accogliere 2.800 dipendenti del gruppo, nel grattacielo di vetro disegnato dal giapponese Arata Isozaki e dall’italiano Andrea Maffei. «Ci trasferiremo qui nel 2017», dice Roehler, «Questa torre emozionale incarna i nostri valori: un gruppo che cresce con profitto e in maniera sostenibile, innovando e creando valore per clienti, dipendenti e azionisti, ma anche per i cittadini e le comunità dove opera, come qui a Milano, a Trieste e più in generale in Italia».
Domanda. Com’è iniziato il 2016 e quali prospettive vede per l’anno in corso?
Risposta. Sarà un anno di grande trasformazione, non solo rispetto a questa nuova sede, ma anche guardando alle strategie e alle opportunità che abbiamo in Italia, il secondo mercato assicurativo per il gruppo.
Qui abbiamo sviluppato asset digitali come FastQuote, l’offerta modulare, l’agenzia digitale. Ora siamo preparati per una nuova fase di trasformazione, sfruttando gli asset digitali che abbiamo costruito. Trasformazione che comporterà un periodo di consolidamento dei risultati nel 2016 sempre su livelli significativi, e che costituirà la base per un continuo forte contributo di Allianz Italia ai risultati del gruppo.
D.Come?
R. Allianz Italia ha iniziato molto presto a definire le sue strategie il linea con la Renewal Agenda, il nuovo piano strategico del gruppo presentato dal ceo Oliver Baete a novembre 2015, che punta a fare di Allianz l’istituzione finanziaria più meritevole di fiducia, mettendo il cliente al centro dello sviluppo e puntando su digitalizzazione, eccellenza tecnica, i motori di crescita e la meritocrazia inclusiva, un elemento che a me piace molto: significa che contano tanto le performance quanto le persone. L’attenzione al cliente è centrale: dobbiamo ridisegnare l’intera organizzazione intorno al cliente per ottenere la sua fiducia, anche attraverso la semplificazione e la facilità di accesso, in particolare, ma non solo, grazie al digitale. Possiamo farlo attraverso la rete dei nostri agenti, al centro della strategia distributiva.
D.Dopo l’investimento da 400 milioni nel project bond del Passante di Mestre, potreste fare altre operazioni di questo tipo?
R. Come investitori istituzionali siamo alla ricerca di asset class con rendimenti di lungo termine attraenti e cash flow interessanti. In questo campo abbiamo un’esperienza straordinaria. A livello globale il gruppo ha un obiettivo a medio termine di aumentare fino a 110 miliardi gli investimenti in questi asset (dai 74 miliardi del 2014, saliti a 92 miliardi nel 2015, ndr). Penso anche a energie rinnovabili, immobili e private equity e il mercato italiano nascente delle infrastrutture può offrire opportunità molto interessanti.
D.A sostegno del sistema italiano avete messo 100 milioni nel fondo Atlante per gli aumenti di capitale delle banche italiane. Potreste fare nuove sottoscrizioni?
R. Abbiamo preso questa decisione con la nostra holding e ci atteniamo alla scelta del board. Allianz ha importanti interessi economici in Italia e la ratio dell’investimento è stata duplice. Sia sostenere le misure adottate per stabilizzare il settore bancario sia realizzare un investimento che appare attraente in termini di rischio rendimento, contribuendo alla performance dei nostri investimenti, nell’interesse di clienti e azionisti.
D.Il riassetto in atto nel sistema bancario potrebbe avere effetti anche sulle partnership con il sistema assicurativo? Voi siete alleati e azionisti di Unicredit da lungo tempo.
R. Mi aspetto che la bancassicurazione si svilupperà ancora con successo nei prossimi anni e l’Italia resterà attraente sia nel Danni sia nel Vita. Abbiamo in Unicredit un eccellente partner strategico. Nel 2015 insieme abbiamo toccato per la prima volta 5,7 miliardi di raccolta nel Vita, mentre nei Danni i premi sono cresciuti del 34,2%. Dopo la partnership nel Vita abbiamo sviluppato con successo anche l’auto, per ora con prodotti tradizionali, ma allargheremo l’offerta ai prodotti telematici, anche se i tempi non sono ancora definiti.
D.Parlando di Rc Auto, la possibile ripresa dei sinistri, dopo anni di calo, preoccupa il settore. Come vi muoverete?
R. Il mercato ha visto negli ultimi tre anni una riduzione del premio medio Rc Auto del 6-8% all’anno e ora la ripresa della frequenza dei sinistri pone nuove sfide. Noi abbiamo creato Bonus Drive che premia gli stili di guida migliori, ci consente di avere una migliore selezione dei rischi e di essere più vicini al cliente con una soluzione telematica per la protezione e la prevenzione. Attualmente abbiamo circa 250 mila scatole nere, ma vogliamo crescere. Siamo di fronte a una nuova fase di mercato in cui Allianz darà priorità nei Danni a specifici segmenti, sia di mercato sia di clientela, che ci permetteranno di sviluppare una sovraperformance sostenibile negli anni a venire. Come l’offerta modulare proposta dagli agenti, Allianz1 e Allianz1 Business, che ha superato le 275 mila polizze. Senza dimenticare Genialloyd, la nostra chiave di volta nella strategia digitale multicanale.
D.Come vi muoverete invece nel Vita alle prese con tassi d’interesse rasoterra? Nel primo trimestre Allianz Italia ha avuto un calo del 30% della raccolta…
R. La flessione dei premi Vita era prevista nella nostra pianificazione alla luce dei trend di mercato e dell’elevata volatilità. Inoltre, va ricordato che nel 2015 avevamo realizzato una raccolta record di quasi 12 miliardi e abbiamo già dichiarato che quest’anno non ripeteremo quei risultati. A prescindere dalla flessione dei premi, ciò che conta è il valore della produzione, e nel primo trimestre dell’anno il new business value è cresciuto del 47% aumentando e il new business margin di 2,3 volte rispetto al primo trimestre 2015. Ora la sfida è trovare soluzioni che ci consentano di offrire ai clienti dei rendimenti interessanti. Abbiamo sviluppato un’offerta che risponde alla sfida dei bassi tassi in cui il cliente può muoversi tra diversi profili di rischio rendimento, attraverso mix variabili.
D.In questo scenario così complicato potreste fare acquisizioni?
R. Guardiamo sempre con interesse alle opportunità attraenti di crescita in tutti i mercati in cui il gruppo opera e l’Italia, come le ho detto, ci interessa particolarmente. Potremo decidere se cogliere opportunità favorevoli, che nel breve non vediamo, qualora si presentassero sul mercato. (riproduzione riservata)
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