Per le imprese assicurative italiane i rischi legati a una fase prolungata di bassi tassi sono ‘più’ contenuti’ rispetto ad altri Paesi dell’area grazie a ‘una struttura di bilancio sostanzialmente equilibrata’.

Lo afferma il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nelle Considerazioni Finali lette all’assemblea annuale della Banca.

L’analisi di Visco parte dal quantitative easing avviato dalla Bce e osserva che gli stress test condotti nel 2014 hanno indicato che l’esposizione delle compagnie di assicurazione ai rischi di una fase prolungata di bassi tassi di interesse ‘è significativa in alcuni Paesi dell’area’. Non in Italia però, grazie a una struttura di bilancio sostanzialmente equilibrata.

Per ridurre tali rischi le compagnie possono ricercare un maggiore allineamento dei rendimenti e della durata finanziaria delle attività e passività di bilancio, migliorare i risultati delle gestioni attraverso la diversificazione delle attività in portafoglio, accrescere le riserve tecniche, adattare al mutato contesto di mercato, ove necessario, gli impegni nei confronti degli assicurati. Alle autorità spetta il compito di rafforzare l’azione di vigilanza e i presidi prudenziali, come raccomandato dall’Autorità europea per le assicurazioni e i fondi pensione.

“Saremmo andati incontro a rischi molto maggiori, di natura sia reale sia finanziaria, se non avessimo avviato gli acquisti di titoli: la principale minaccia alla stabilità finanziaria nell’area dell’euro derivava dalle prospettive di ristagno della produzione e di bassa inflazione, contrastate dal programma.
I segnali di recupero dell’attività economica dell’area si sono accentuati dalla fine del 2014. Secondo le proiezioni più recenti la crescita del prodotto si consoliderà quest’anno e si rafforzerà nel prossimo, in buona parte grazie al sostegno della politica monetaria. Restano i rischi di un più accentuato indebolimento dell’attività produttiva nei paesi emergenti, di un aggravarsi delle tensioni internazionali.
Il riacutizzarsi della crisi greca ha avuto ripercussioni finora limitate sui premi per il rischio sovrano nel resto dell’area, riflettendo le riforme avviate in molti paesi, i progressi conseguiti nella governance europea e negli strumenti a disposizione delle autorità per evitare fenomeni di contagio. Nondimeno, le difficoltà delle autorità greche nella definizione e nell’attuazione delle necessarie riforme e l’incertezza sull’esito delle prolungate trattative con le istituzioni europee e con il Fondo monetario internazionale alimentano tensioni gravi, potenzialmente destabilizzanti”, ha concluso Visco.