I Fondi pensione e i Fondi sanitari operano secondo canali separati, ma sarebbe opportuno individuare possibili sinergie. Per esplorare le potenzialità di raccordo dei due strumenti nella gestione dei bisogni dei cittadini e dei lavoratori il gruppo Unipol – nel quadro del programma “Welfare, Italia” avviato nel 2011 – ha organizzato un workshop a Napoli all’interno della Giornata Nazionale della Previdenza. Ai lavori, coordinati da Giuseppe Roma del Censis, interverranno, tra gli altri, Vito De Filippo, Sottosegretario al Ministero della Salute, Filippo Taddei, Responsabile Economia del PD, Pierangelo Albini, Direttore Lavoro e Welfare Confindustria.

I Fondi pensione e i Fondi sanitari sono i due principali strumenti di welfare integrativo che, pur rivolgendosi agli stessi destinatari, operano in una logica di prodotto: due bisogni distinti, due prodotti, due organizzazioni.

Il fondo sanitario risponde a bisogni più immediati e anche per tale ragione gode di maggior favore fra i lavoratori, mentre le logiche previdenziali vengono poste in secondo piano, specie quando si è lontani dall’età della pensione. In realtà, solo anticipando i tempi è possibile realizzare un’efficiente copertura dei rischi e di integrazione del reddito una volta usciti dal mercato del lavoro.

Serve quindi maggiore sinergia fra i due strumenti, senza che ciò comporti necessariamente una vera e propria integrazione in un unico prodotto: appare importante promuovere e sviluppare un “pacchetto welfare”, che contenga sia previdenza che assistenza sanitaria. L’obiettivo è quello di creare un’offerta integrata intorno ai bisogni della persona (infortuni, salute, protezione, previdenza e risparmio) per una tutela a 360°.

L’incremento di forme di sanità integrativa e lo sviluppo di un sistema di protezione e tutela integrato sono – secondo Fiammetta Fabris, Direttore Generale UniSalute – opportunità ormai irrinunciabili, in un mercato come quello attuale che offre un ampio margine di crescita”.

Un modello di welfare integrato potrebbe offrire un nuovo slancio alla previdenza e alla sanità complementare – prosegue Angelo Galetti, Direttore Vita UnipolSai – assicurando maggiore omogeneità alle tutele garantite ai lavoratori dei diversi settori”.

La crisi economica continua a farsi sentire nei portafogli delle famiglie italiane e a farne le spese sono anche le cure per la salute: a fronte di una progressiva diminuzione del welfare statale, i cittadini, davanti ai costi che devono sostenere per determinate prestazioni, o – dove possibile – se li assumono direttamente, o – sempre più spesso – tendono a rinunciare alle cure in attesa di tempi migliori. Nello scenario attuale, tuttavia, il rischio sanitario e il rischio pensionistico si incrociano ormai in modo strutturale riguardo a vari temi, primo tra tutti quello della non autosufficienza, una prestazione principe per i Fondi sanitari, ma che riveste una grande importanza anche per i Fondi pensione.

Futuro pensionistico dei giovani a rischio, crescente domanda sanitaria e di assistenza a fronte di una spesa pubblica in compressione, alta spesa out of pocket scarsamente intermediata da operatori professionali: questi fattori strutturali rimangono alla base della riflessione di “Welfare, Italia”, il programma avviato dal Gruppo Unipol nel 2011 in collaborazione con Censis. “Con le sue quote rilevanti di core business dedicate ai settori della previdenza e sanità integrative, Unipol rappresenta da decenni l’operatore di mercato leader nella gestione di un ampio spettro di servizi di welfare nel nostro Paese, dichiara Stefano Genovese, responsabile Relazioni Istituzionali Unipol”. “Le dimensioni e l’esperienza acquisite impongono di contribuire al dibattito pubblico sulle policy, per la difesa dell’obiettivo alla base di qualunque sistema di welfare: la protezione dei cittadini nei passaggi più delicati della loro vita. Attribuire centralità alla persona vuol dire guardare ai suoi bisogni previdenziali e sanitari in modo organico e sinergico, anche favorendo nei fatti il passaggio da un “welfare integrativo” ad un concetto di “welfare integrato”, oggetto della riflessione odierna”.