di Lucio Sironi

Il gruppo Azimut  ha chiuso il primo trimestre del 2015 con un utile netto di 127,8 milioni di euro, in crescita del 250% rispetto ai 39 milioni dello stesso periodo del 2014. A far esplodere il risultato è stato l’incasso di 97 milioni di sole commissioni di incentivo, maturate su una performance media ponderata netta per il cliente del 6% (6,4% aggiornato a fine aprile).

Da notare che 100 milioni di performance fee è il livello medio annuo mantenuto da Azimut  negli ultimi tre anni, e che ora la società guidata da Pietro Giuliani è riuscita a mettere insieme già a marzo. Mentre altri 22 milioni sono stati incassati in aprile. Un exploit che ha spinto lo stesso ceo a ipotizzare di raggiungere un utile a fine anno non inferiore a 200 milioni, ma che con l’aiuto dei mercati potrebbe andare ben oltre. Tanto che il traguardo dei 300 milioni, che nel piano quinquennale presentato pochi mesi fa era stato posto come target da raggiungere nel 2019, ora non è più molto distante. A completare il quadro di un trimestre che spicca come il migliore della storia di Azimut  ci sono ricavi raddoppiati da 117,6 a 238,2 milioni, una raccolta netta di 1,316 miliardi, salita a 2,3 miliardi a fine aprile (contro 1,8 dell’anno precedente). A questa data il patrimonio totale ammontava a 34,3 miliardi. La posizione finanziaria netta, positiva, è salita a 459 milioni dai 312 di fine 2014, riserva alla quale il gruppo del risparmio gestito sta attingendo per portare avanti la strategia di crescita all’estero. Da inizio anno sono state siglate due nuove joint venture, in Brasile e Turchia, e inizio maggio è stato concluso l’acquisto di Quest Investimentos, che ha portato al raddoppio delle masse in gestione in Brasile, a 1,1 miliardi (circa 600 milioni confluiranno nel dato di raccolta a partire da maggio). In vista c’è anche una prima acquisizione in Australia. Il 18 maggio Azimut  staccherà un dividendo per il 2014 di 0,78 euro, con un esborso totale di circa 103 milioni (93 milioni l’anno prima). Ieri in borsa l’azione è balzata del 3,9% a 28,17 euro. (riproduzione riservata)