Il cda della compagnia di riassicurazioni americana PartnerRe continua a sostenere il progetto di fusione con Axis Capital, ma è pronto ad avviare trattative con Exor per verificare la possibilità di un nuovo aumento dell’offerta presentata dalla holding della famiglia Agnelli.

Exor ha aumentato nei giorni scorsi l’offerta tutta in contanti da 6,4 a 6,8 miliardi di dollari (5,99 mld euro), pari a 137,5 dollari per azione. La holding degli Agnelli, alla data di venerdì scorso, deteneva il 9,9% del capitale di PartnerRe.

PartnerRe si è assicurata un’esenzione da Axis Capital, che «consente un impegno diretto con Exor con le consuete modalità di accesso, tra cui la due diligence». La società statunitense prevede di «intraprendere queste discussioni» con la holding torinese «nel modo più rapido e più costruttivo possibile al fine di raggiungere una decisione che sia nel miglior interesse della società e dei suoi azionisti». «Il cda ha una mentalità aperta ed è concentrato sulla creazione di valore per i nostri azionisti», ha spiegato il presidente Jean-Paul Montupet. «Anche se siamo stati delusi dalle dichiarazioni fuorvianti di Exor in merito alle nostre discussioni preliminari, siamo interessati a una proposta che possa determinare un valore superiore per i nostri azionisti. Crediamo che PartnerRe abbia un valore sostanzialmente superiore a quanto offerto da Exor e che i termini da loro proposti siano carenti, ma siamo pronti a negoziare con Exor in buona fede per determinare la loro disponibilità a proporre una transazione che, tenuto conto del prezzo, della certezza sul perfezionamento, della tempistica e di altri termini, sia nel miglior interesse dei nostri azionisti».

Il board di PartnerRe, che contestualmente ha inviato una lettera ai soci per rispondere alle inesattezze e agli errori fatti da Exor nella proposta e nelle trattative, non ha comunque cambiato il suo sostegno alla proposta di fusione con Axis Capital. Nella lettera il cda sottolinea l’importanza di spiegare ai soci i motivi che hanno spinto a respingere le offerte della holding della famiglia Agnelli e, soprattutto, fornisce delucidazioni sulla cronistoria dei rapporti con la finanziaria torinese.

Quanto alle presunte carenze della prima offerta da 130 dollari per azione presentata da Exor, PartnerRe mette in rilievo «la mancanza della documentazione relativa alle modalità di finanziamento e l’assenza di informazioni sull’azionista di controllo della holding torinese, tali da consentire di valutare i documenti normativi da depositare e la fattibilità nell’ottenere le autorizzazioni regolamentari. Nessuna informazione è stata inoltre fornita sulla possibilità di cancellazione dell’offerta e, a questo proposito, PartnerRe mette in luce la mancanza delle relative penali solitamente inserite in operazioni di m&a».

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