L’ad di Axa Italia, De Courtois: pronti a fare la nostra parte nell’operazione. Il management ha fatto un gran lavoro che va premiato L’alleanza funziona, puntiamo molto su sanità integrativa e long term care

di Andrea Cabrini Class Cnbc

Parigi scommette ancora sull’Italia. Anzi, è pronta a rafforzarsi, giocando sia la partita dei nuovi bisogni assicurativi legati alla sanità integrativa e al long term care, sia quella del risiko bancario per rafforzare il canale di vendita e consulenza sulle proprie soluzioni. L’amministratore delegato di Axa Italia, Frederic de Courtois, in Bocconi per un seminario sulla cultura del rischio, conferma che il gruppo francese parteciperà all’aumento di capitale di Mps, ma guarda anche oltre.

Domanda.

Ingegner De Courtois, vi preparate a una estate calda?

Risposta. Diciamo che in Italia abbiamo una quota del 5% sia nel ramo Danni che in quello Vita, e tanta voglia di farla crescere. Innanzitutto puntiamo sulla crescita interna. Ad esempio, ben sette anni fa abbiamo sviluppato prodotti dedicati al cosiddetto Long Term Care, che garantisce l’autosufficienza individuale delle persone che lo sottoscrivono. È un mercato che abbiamo praticamente creato noi e che risponde a un bisogno sempre crescente. Non nascondo, però, che siamo pronti anche a sviluppare linee di crescita esterna. Insomma: dossier sul tavolo non ne abbiamo, ma siamo alla finestra, e se dovessero crearsi buone opportunità le valuteremo attentamente. L’ho detto: vogliamo crescere, e sono ottimista che nell’arco dei prossimi 5 anni ne avremo l’occasione.

D. In realtà il mercato si attende che il riassetto delle banche, delle popolari in particolare, parta nei prossimi mesi.

La geografia del credito potrebbe cambiare in maniera forte. Una sfida anche per le assicurazioni che, come voi, puntano sul canale bancario per raggiungere i clienti.

R. Certo, in questo settore l’arco temporale di riferimento è medio-breve. Quando ho parlato di un periodo più lungo mi riferivo al comparto dell’assicurazione classica, ma quello dei prodotti veicolati tramite il canale bancario è un campo nel quale in Italia ci possono essere opportunità a breve termine. D’altronde ci sarà una rimodulazione del panorama bancario, e sappiamo che anche le banche hanno voglia di trovare partner per le loro compagnie assicurative, sia nel ramo Vita, che ancora più in quello Danni, che nella bancassurace è molto poco sviluppato. Insomma, hanno bisogno di partner assicurativi, e quindi è probabile che in questo settore si muova qualcosa a breve.

D. Ma per voi Mps è una scelta irreversibile ? Anche dopo l’aumento?

R. Abbiamo piena fiducia nell’attuale management dell’istituto. Ha dimostrato, negli ultimi due o tre anni, di essere all’altezza del compito. La situazione di partenza era molto complessa, ma abbiamo registrato grandi progressi sul fronte della produttività commerciale e miglioramenti sul fronte dei costi. Insomma, diamo fiducia al Monte perché abbiamo toccato con mano i risultati del loro lavoro.

D. È per questo che avete aderito all’aumento di capitale?

R. Sì, lo faremo pro quota

D. Mps, però, non fa mistero della necessità di procedere in futuro a un’aggregazione. Come vi comporterete quando il Monte non sarà più autonomo nelle proprie scelte?

R. Noi, a Siena, siamo sia azionisti che partner industriali. Ovvio che saremo molto attenti a preservare i nostri interessi su entrambi i fronti. Per quanto riguarda il primo diciamo che valuteremo chi ha i migliori progetti, mentre come partner industriale per ora si può immaginare di tutto, ma in ogni caso voglio specificare che abbiamo costruito molto con il Monte dei Paschi negli anni passati, e quindi anche in una scenario di aggregazione manteniamo una grande voglia di rimanere a bordo.

D. Come va la vostra alleanza, Axa Mps . È soddisfatto?

R. Si, va molto bene nonostante tutte le difficoltà che la banca ha vissuto in questi anni. Con il Monte abbiamo creato una best practice sul mercato italiano e siamo orgogliosi di questo, oltre a essere convinti di essere la migliore compagnia di bancassicurazione sul mercato in questo momento. Questo anche grazie al fatto che il Monte dei Paschi  ha creduto nell’attività e ha assorbito la cultura della protezione nel proprio Dna. Ora i gestori delle filiali hanno come missione anche quella di proteggere i propri clienti. Non è una cosa che si è realizzata da un giorno all’altro, ma adesso c’è, e siamo una bancassicurazione che vende i prodotti in maniera molto naturale.

D. Eppure quello italiano, per le assicurazioni, è da sempre un mercato più difficile di altri.

R. Vero. È una cosa che si dice da anni e non si è mai trovata una vera soluzione. Ora però sono più ottimista che nel passato. Vedo che, soprattutto nel campo della previdenza e della salute, la sensibilità è aumentata, in particolare a livello dei più giovani. Per le compagnie che fanno bene il proprio lavoro è il momento di cogliere questa opportunità.

D. Cosa intende per far bene il vostro lavoro? Cosa conta di più oggi ?

R. Quello che conta davvero è, prima di tutto, una sana concorrenza. Sul mercato italiano storicamente non c’è stata grande innovazione. Una concorrenza più forte spingerebbe più innovazione. Ma sono stati fatti comunque passi importanti. Poi, certo, tocca anche alle compagnie comunicare meglio, e anche su questo si sono fatti progressi importanti.

D. Tra le vostre novità c’è il piano di riorganizzazione Axa  One. A che punto siete?

R. Si tratta sostanzialmente di una fusione tra Axa  Assicurazioni e Axa Mps , anche se non potevamo fonderle davvero perché una delle due è una joint venture. Abbiamo fatto un consorzio, che è partito dal primo gennaio. C’è una squadra unica e ancora qualche sistema da integrare, ma diciamo che il 90% di Axa One Italy è fatto.

D. E dal vostro quartier generale di Parigi come vedono il mercato italiano?

R. A Parigi c’è sempre stato grande affetto per l’Italia. Lo dimostra anche la partnership con l’università Bocconi e il programma FuturAxa, avviato con l’ateneo: scegliamo giovani studenti per programmi di stage, e poi spesso rimangono nella compagnia. Per quanto riguarda il mercato italiano, a Parigi si sa che ha un buon potenziale di sviluppo e questo, per un settore maturo come quello delle assicurazioni, non è poco. Diciamo che l’Italia è un mercato dove la redditività è buona e dove c’è ancora un grosso potenziale di crescita, e quindi – lo ripeto – Parigi è pronta a investire in Italia, se trova buone opportunità. (riproduzione riservata)