di Andrea Montanari

Ci sono voluti tre o quattro anni per definire il risanamento della catena Una Hotels (controllata dalle banche esposte nei confronti della fallita Btp) e per creare un polo nazionale del settore alberghiero. A definire l’operazione, anticipata lo scorso 10 gennaio da MF-Milano Finanza, è stata la compagnia assicurativa bolognese UnipolSai, proprietaria tra l’altro di Atahotels, altro gruppo alberghiero a lungo in ristrutturazione, acquisito in seguito all’integrazione con la FonSai dei Ligresti.

Il gruppo guidato da Carlo Cimbri ha messo sul piatto 286,6 milioni di euro per chiudere la partita (in corsa, ma per la sola gestione delle strutture, c’era anche il gruppo sino-spagnolo Nh Hoteles), coinvolgendo le controllate Atahotels eUnipolSai Investimenti sgr.

Oggetto della compravendita è il ramo d’azienda relativo alla gestione alberghiera (valutata 27,6 milioni) e il portafoglio immobiliare a destinazione alberghiera (17 hotel), valutato 259 milioni di euro. Il closing dell’affare è atteso entro fine anno.

Con questa operazione nascerà la più grande catena alberghiera italiana (50 strutture, in maggioranza a 4 stelle, per 8.600 camere) con presenza nelle principali città, da Milano a Roma, da Firenze a Venezia. Complessivamente il futuro polo avrà un fatturato aggregato di 170 milioni. E si accinge ad accogliere un altro partner finanziario per lo sviluppo: come emerso, si sta trattando con il Fondo Strategico Italiano, già azionista a sua volta della catena di hotel di lusso Rocco Forte. L’opzione Ata-Una-Fsi è sul tavolo da mesi e le parti stanno ancora lavorando per trovare l’intesa sul riassetto azionario di una realtà industriale aggregata che potrebbe poi prendere in considerazione ulteriori opportunità di crescita. Ma al momento viene escluso l’interesse per alcuni alberghi in via di dismissione della catena Boscolo Group o per le aste che stanno per partire sugli hotel di pregio, in Sicilia e a Venezia, del gruppo Acqua Pia Antica Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone. Gli obiettivi sarebbero più commerciali, in linea con il posizionamento sia di Una che di Ata, che manterrà (almeno fino alla scadenza del contratto con Enpam, proprietario anche dello storico Ata Executive nei pressi della stazione Garibaldi a Milano e sul quale sono in corso ragionamenti tra le parti) anche il Tanka Village in Sardegna, anch’esso eredità della FonSai dei Ligresti.

Definita l’operazione di acquisizione, ora si dovrà trovare la quadratura del cerchio con i 27 istituti di credito esposti nei confronti di Una Hotel, che ha un debito sul portafoglio immobiliare di oltre 300 milioni. Inizieranno quindi i contatti per la ristrutturazione dell’esposizione e le banche si accolleranno una parte del debito.

«UnipolSai punta a creare in Italia una catena alberghiera di dimensioni e di qualità», ha commentato ieri Cimbri. «Lavoreremo per coinvolgere anche altri partner. In Una abbiamo visto una buona opportunità». La costituzione del polo nazionale è stata caldeggiata e agevolata anche da Elena David, ad di Una.

Intanto, sempre sul fronte immobiliare, proseguono i progetti e i cantieri della compagnia assicurativa bolognese sulle ex proprietà-Ligresti a Milano. I lavori di ristrutturazione della Torre Galfa, vicina alla Stazione Centrale, saranno avviati a gennaio. L’investimento, che trasformerà l’immobile, da anni disabitato, in una struttura residenziale-alberghiera, si aggira sui 100 milioni. Mentre il cosiddetto Rasoio nel quartiere Isola, il cui cantiere è fermo da anni, verrà trasformato in un edificio a uso uffici. Poi UnipolSai definirà anche un intervento di ristrutturazione (non invasiva e di miglioramento dell’arredo urbano) della torre Velasca (106 metri d’altezza, 26 piani), uno dei simboli del boom economico nel capoluogo lombardo, realizzata tra il 1956 e il 1957. (riproduzione riservata)