Mediolanum Vita investe 5 mln euro in Tenax Credit Italian Fund, fondo dedicato al credito per le pmi italiane guidato da Massimo Figna.
La società ha la struttura di fondo chiuso di diritto irlandese con una durata di sette anni e un obiettivo di 150 mln euro di raccolta. Il target individuato riguarda circa un migliaio di piccole e medie imprese con un fatturato compreso tra 50 e 250 mln e una leva finanziaria inferiore a 4,5 volte l’Ebitda. Gli investimenti nel tessuto imprenditoriale italiano si concretizzeranno attraverso il classico finanziamento bilaterale con l’azienda e con l’emissione di mini-bond- Il target di rendimento netto è nell’ordine del 5-6%.
“L’Italia – ha dichiarato Ennio Doris, a.d. di Mediolanum, durante la conferenza stampa di presentazione dell’investimento – è una nazione che ha sempre dimostrato di saper fare ed è quindi molto importante che abbia accesso ai capitali necessari per crescere. Il nostro intervento rappresenta un segnale al mercato e speriamo di influenzare anche altri soggetti”, non importa se la quota investita è una percentuale molto piccola del totale. “Abbiamo deciso – ha spiegato Doris – di investire in tante piccole realtà in modo da diversificare il rischio”.
“L’obiettivo dei 150 mln – ha chiarito Figna – è stato raggiunto per la metà. La prima settimana di giugno partiranno le attività del fondo” che sono divise in “quattro pipeline, investiremo in settori molto variegati”.
Le principali compagnie assicurative italiane e società di asset management rappresentano il parterre degli investitori del fondo. “L’ambizione di un giorno – ha sottolineato Figna – è attirare capitali da assicurazioni estere”. D’altronde, gli fa eco Doris, “oggi che ‘San’ Draghi ha abbassato il costo del denaro le banche e le assicurazione devono cercare soluzioni alternative. Perciò dobbiamo riuscire a proporre tali alternative”.
Il fondo, a detta del numero uno di Mediolanum, è “un’alternativa ai Btp, finalizzata a sbloccare i risparmi degli italiani che sono principalmente investiti in titoli di stato e in immobiliare”. Secondo Doris si tratta di un soggetto alternativo alle banche e “spaventa perchè in Italia non ci si è abituati, ma altrove ci sono già tali soggetti. L’economia italiana è infatti ingessata perchè manca il capitale di rischio e i finanziamenti a lungo termine. Bisogna – ha concluso – muoversi verso un mondo più flessibile perchè se un’azienda è rigida salta al primo stormir di fronde”.