di Anna Messia

Sono numeri da record quelli registrati negli ultimi mesi da Banca Generali. L’utile netto del primo trimestre 2015 è stato di oltre 93 milioni, in crescita del 140% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno che era già stato un anno molto positivo; mentre in poco più di quattro mesi la raccolta netta è già a ridosso del miliardo e mezzo, anche questa in aumento del 42%.

Una crescita che ha sorpreso in positivo il mercato e gli analisti, che avevano stime più contenute, ma non l’amministratore delegato Piermario Motta, fresco di riconferma al vertice dell’istituto controllato da Generali Assicurazioni che parla di «risultati prevedibili guardando i ritmi di crescita di raccolta e masse. A eccezione, forse, delle performance fee che sono state migliori delle nostre attese perché i gestori sono stati molto bravi a cogliere le opportunità sui mercati», dice l’ad, che allo stesso tempo resta molto positivo anche per i mesi a venire. L’unico rischio, certo non trascurabile, potrebbe arrivare da uno storno dei mercati che a detta dei principali asset manager internazionali potrebbe essere nell’aria, ma che avrà comunque un impatto circoscritto per Banca Generali, visto che «il peso delle azioni è pari solo al 28% dei 40 miliardi complessivi di asset in gestione», sottolinea Motta.

Domanda.

Il settore del gestito e dei promotori finanziari, dottor Motta, sta vivendo un periodo di grazia. Ma c’è il rischio di una battuta d’arresto se le Borse ripiegheranno?

Risposta. In questi anni i consulenti finanziari hanno dimostrato di godere della fiducia dei clienti. La loro consulenza è destinata a essere sempre più importante in un mercato a tassi zero, dove non c’è più la certezza dell’investimento in Btp. Si tratta di un modello distributivo vincente, destinato quindi a crescere ancora, indipendentemente dalle fluttuazioni di mercato.

D. Che però restano indubbiamente importanti. Quanto temete lo storno?

R. Una ripresa della volatilità è ormai nell’aria anche se le stime su quando questo accadrà sono molto diverse e vanno dai tre, ai sei o anche ai 12 mesi. Sarà certamente importante valutare il timing giusto, ma per quanto ci riguarda l’investimento azionario resta comunque pari al 28% delle masse totali di 40 miliardi di Banca Generali . Il resto è in obbligazioni e amministrato e 11 miliardi sono nelle polizze vita tradizionali, che per il prossimo biennio continueranno ad avere rendimenti del 3,8-4% grazie all’investimento in Btp realizzato nel 2011-2012, quando lo spread viaggiava sui 500 punti. L’effetto sarebbe quindi circoscritto e contenuto.

D. Ma il ripiegamento potrebbe portarsi dietro anche un calo della nuova raccolta?

R. I consulenti e private banker hanno già dimostrato in passato di essere in grado di tenere la rotta anche con i mercati più agitati e soffrirebbero sicuramente meno rispetto al canale bancario.

D. Proprio da lì, dalle banche, avete attinto molto negli ultimi tempi per potenziare la rete dei promotori finanziari, oggi di 1.658 persone. Continuerete?

R. Da inizio anno a oggi abbiamo già reclutato 45 nuove persone e grazie a loro prevediamo un afflusso complessivo di 800 milioni di euro entro l’anno, 200 dei quali sono già in Banca Generali. Il 90% degli inserimenti arriva dalle principali divisioni private di importanti banche nazionali e internazionali ed è un trend che ravvisiamo possa proseguire anche nei prossimi mesi. E continua ad aumentare pure il portafoglio medio pro capite, che per questi ultimi ingressi, con una stima prudenziale, abbiamo fissato a 18 milioni, che rappresenta un risultato straordinario e una conferma della qualità delle nostre selezioni.

D. In poco più di quattro mesi avete già reclutato più della metà degli 80-85 promotori che avevate messo in programma per il 2015. L’anno scorso i nuovi reclutati erano stati 100. Traguardo replicabile anche quest’anno?

R. Non abbiamo ancora rivisto le stime e corretto gli obiettivi, ma evidentemente stiamo facendo meglio di quanto prudentemente previsto. Anche per quanto riguarda la raccolta.

D. In effetti anche su quest’ultimo fronte il target dei 3 miliardi di euro entro l’anno appare ormai più realista dei 2,5 miliardi che avevate previsto, visto che in quattro mesi siete oltre 1,4 miliardi. Cosa si aspetta?

R. Per ora manteniamo le stime a 2-2,5 miliardi, ma entro il semestre rivedremo le stime poiché è chiaro che stiamo correndo più del previsto. Anche maggio è partito con lo stesso ritmo di aprile (305 milioni, ndr) e in pochi giorni abbiamo già raggiunto un afflusso di 100 milioni. Per questo mese mi aspetto una conferma dei risultati di aprile, con un risultato che potrà variare tra 300 e 400 milioni.

D. Avete iniziato a calcolare anche gli effetti positivi della voluntary disclosure?

R. In questi numeri non c’è ancora nessuna stima del possibile rimpatrio dei capitali perché vogliamo avere maggiori certezze sul fenomeno.

D. Dopo l’acquisizione di Credit Suisse potreste chiudere ancora qualche altra operazione straordinaria?

R. Saremmo molti interessati a svilupparci ancora per linee esterne ma al momento non c’è nessuna società in vendita sul mercato. Non ci resta quindi che crescere con le nostre forze e reclutare promotori finanziari sul mercato. Del resto ci stiamo riuscendo bene perché Banca Generali  è sempre più considerata un punto di riferimento nel mercato nel settore del private banking e stiamo continuando ad attrarre professionisti di primo piano che operano in questo mercato. È indubbiamente un momento felice per la società. (riproduzione riservata)