di Anna Messia

Mario Greco ha puntato alto sull’obiettivo che più di tutti fa gola al mercato. Il group ceo di Generali Assicurazioni, presentando ieri a Londra i nuovi target strategici del gruppo, ha promesso dividendi aggregati, da qui al 2018, che supereranno i 5 miliardi di euro. Il monte cedole sarà quindi, in media, di oltre 1,25 miliardi l’anno, con una netta accelerazione rispetto ai risultati già ottenuti da Greco nel suo triennio alla guida della compagnia, raggiunti tra l’altro con un anno di anticipo.

L’attuale livello di dividendi, relativo al 2014, è stato di 930 milioni e nel 2013 si era fermato a 700 milioni. Greco ha insomma tutta l’intenzione di proseguire sul percorso iniziato dal suo insediamento, che punta a dare soddisfazione agli azionisti. «Il maggiore focus dei prossimi anni sarà incentrato sulla generazione di cassa, con oltre 7 miliardi di net free cash flow totale previsto a fine periodo», ha aggiunto Greco, ricordando che attualmente le Generali generano cassa per 1,2 miliardi (di cui 900 milioni arrivano dall’Italia e 300 dalla Germania), mentre la redditività sul capitale (il return on equity operativo) resterà superiore al 13%.

Messaggi che sono piaciuti alla borsa, con il titolo che ha chiuso ieri in crescita del 2,78%; e gli operatori hanno gradito anche le rassicurazioni fornite da Greco sulla solidità finanziaria del gruppo.

A fine 2014, il pro forma economic solvency ratio (una sorta di simulazione dei parametri che verranno utilizzati con Solvency II che partirà a gennaio 2016) era pari al 186%. Un parametro ben diverso dal 157% indicato al mercato da Greco a inizio anno. Ma quel calcolo e quel modello sono ormai superati e il 186% comunicato ieri (ovvero 1,86 volte il livello minimo di capitale richiesto dal regolatore), «rappresenta il nostro rapporto di capitale calcolato in base ai principi di Solvency II. Aggiorneremo ogni trimestre il mercato sull’evoluzione», ha dichiarato il group ceo. «È la nostra migliore conoscenza dei principi di Solvency II che possiamo avere in questo momento e include le richieste dei regolatori europei di cui siamo a conoscenza», ha aggiunto il top manager, che ha anche definito l’attuale situazione patrimoniale della compagnia, «solida, competitiva e tranquillizzante».

Per migliorare i flussi di cassa la compagnia lavorerà tra le altre cose sull’offerta assicurativa, spostando per esempio il focus da prodotti tradizionali basati su rendimenti garantiti a un’offerta basata su commissioni, che consiste in prodotti di protezione, unit linked e prodotti ibridi «che forniscono più elevati margini e maggior valore per i clienti».

Il nuovo piano prevede ancora riduzione dei costi, con tagli annui per 250 milioni, per un totale di 1,5 miliardi se si considerano anche i risparmi realizzati dal 2012. E una parte di questi andrà a finanziare i nuovi investimenti cheGenerali conta di fare nei prossimi anni, 1,25 miliardi, per l’innovazione tecnologica e strumenti di analisi dei dati. Perché l’altro segnale forte arrivato ieri da Greco è un cambio di strategia profonda di Generali, che punta a creare un nuovo modello di business per migliorare il servizio al cliente. In questa direzione va per esempio la nomina di Elena Rasa come chief data officer di gruppo, e l’acquisto della piccola società inglese, la MyDrive Solutions, all’avanguardia nell’analisi dei dati. «Questo è il momento di innovare», ha detto Greco. «Chi non lo fa rischia di perdere il treno». Il focus, resterà l’Europa, su cui Generali vuole avere la leadership e da dove già oggi proviene già il 90% del fatturato del gruppo. «La compagnia è fortemente impegnata a far crescere il business in mercati come Cina e Indonesia, oppure l’America Latina», ha spiegato il numero uno del Leone, ma la missione principale del gruppo sarà avere la leadership in Europa nel segmento retail, lavorando sulla capillare rete di distribuzione di cui dispone la compagnia. «Le Generali sono da 180 anni gigante europeo. Leader in Italia, secondi in Germania e tra i primi cinque in Francia. Sono nate al centro dell’Europa che, dal punto di vista assicurativo, rimane ancora la zona più ricca del mondo», ha concluso Greco. (riproduzione riservata)