di Luisa Contri 

 

Nuovo corso per Genagricola, la holding agricola del gruppo assicurativo Generali Italia. A renderlo evidente verso l’esterno, l’imminente annuncio dell’acquisto d’una casa vitivinicola con una produzione di rossi d’alta qualità. Passa proprio dal potenziamento del settore vitivinicolo, d’altronde, il rilancio di quella che può considerarsi la più estesa realtà agricola italiana.

A Genagricola fanno capo 24 aziende agricole (22 in Italia e due in Romania), per 13 mila ha complessivi (8.200 in Italia e 4.800 in Romania), che generano un fatturato di 46 mln euro, per il 70% derivanti da agricoltura tradizionale (cerealicoltura, frutticoltura, allevamento bovino, bufalino, suino e produzione di formaggi) e per il restante 30% dalla vitivinicoltura, portata avanti su 760 ha di vigneti di proprietà.

Il pensiero degli azionisti di Generali Italia è chiaro. Se il gruppo assicurativo vuole mantenere un piede nel mondo agricolo, Genagricola deve generare una marginalità interessante. Di qui il ruolo strategico assegnato all’attività vitivinicola, ben più redditizia rispetto alla produzione di commodities agricole, oggi prevalente nel mix di Genagricola. Attività vitivinicola per di più poco sfruttata. Un esempio per tutti. In una delle tenute in Romania la holding ha realizzato una moderna cantina per la produzione e l’invecchiamento del vino. È pronta dal 2011, peccato che non sia ancora stata impostata una politica commerciale per il vino prodotto.

Bocche cucite, in Generali Italia, sulle risorse che saranno destinate al rilancio di Genagricola. Saranno comunque adeguate, lascia intendere Alessandro Marchionne, amministratore delegato di Genagricola da nove mesi, al conseguimento dell’obiettivo d’incrementare fino ad almeno il 40% il contributo del comparto vitivinicolo al fatturato della holding agricola di qui a 4-5 anni. La crescita per linee esterne nel settore del vino Marchionne la spiega così. «Fra le nostre priorità», dichiara a ItaliaOggi, «c’è quella d’incrementare la quota export dei vini, oggi pari al 30%. Di qui la scelta d’aumentare il peso dei rossi, più richiesti all’estero, ma minoritari nel nostro portafoglio». Mercati target Germania e Stati Uniti avanti a tutti gli altri (i vini delle otto tenute di Genagricola sono distribuiti in 46 paesi). Attraverso pratiche d’agricoltura di precisione, programmi di formazione del personale in vigna e in cantina, grazie alla collaborazione con un enologo del calibro di Riccardo Cottarella, presidente di Assoenologi e coordinatore del settore vino nel Padiglione Italia a Expo 2015, al potenziamento della squadra commerciale e alla valorizzazione anche enoturistica delle proprie aziende vitivinicole, Genagricola punta inoltre a innalzare la qualità e il posizionamento dei suoi vini. Diventando al contempo più sostenibile.