A gennaio 2013, quando il group ceo di Generali Mario Greco presentò a Londra il suo primo piano strategico triennale, ci fu più di qualche analista che considerò quei numeri (raggiunti con un anno di anticipo) troppo ambizioni. Ieri il consenso della comunità finanziaria sul nuovo piano 2015-2018 del Leone è stato invece praticamente unanime. Citigroup, per esempio, ha confermano sull’azione la raccomandazione neutral e il prezzo obiettivo a 17,7 euro. Il piano della società, che prevede dividendi per oltre 5 miliardi, ha superato le loro attese, pari a 4,9 miliardi. Anche l’obiettivo sui flussi di cassa di 7 miliardi è superiore a quello che si attendevano gli esperti (6,8 miliardi euro). Confortanti, secondo Citigroup, anche i dati sull’economic solvency ratio a fine 2014, pari al 186%, perché il capitale non dovrebbe ostacolare «le ambizioni sulla crescita del dividendo», hanno dichiarato. Anche per Rbc (che ha espresso un giudizio di outperform) «il solvency è più forte delle attese. I nuovi obiettivi del piano mostrano una progressione continua del modello di business e Generali è posizionata meglio rispetto ai concorrenti sul fronte della crescita degli utili e dei dividendi nei prossimi anni, dal momento che le iniziative sul taglio dei costi e i miglioramenti del modello di business porteranno a una migliore generazione di cassa». Gli analisti di Bank of America Merrill Lynch confermano sul titolo la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 20,5 euro, spiegando che la società ha lanciato «un forte messaggio sul fronte del capitale e per di più Generali scambia a sconto rispetto ai concorrenti del settore». Anche Ubs ha ribadito sull’azione la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 20,7 euro, facendo notare che i nuovi target del piano industriale sono «davvero incoraggianti», con il focus puntato sulla «forte generazione di capitale che va a sostenere una crescita del dividendo a doppia cifra». Parole di soddisfazione per la gestione Greco, del resto, sono di recente arrivate anche dagli azionisti. Alberto Nagel, ad diMediobanca, principale azionista con il 13%, ha ricordato di aver convinto tre anni fa, assieme ad altri, Mario Greco a «unirsi a noi nel consiglio e a ricoprire la posizione di ceo. I risultati di Generali sono positivi, ma quello che è più positivo non sono i risultati trimestrali o annuali, ma la visione strategica di lungo termine di Generali». Visione a lungo termine «che è esattamente quello che avevo in testa quando assieme ad altri consiglieri abbiamo convinto Mario a raggiungerci: focalizzazione sul business assicurativo, disciplina sull’uso del capitale, evoluzione di Generali in un gruppo più integrato a livello di practice Vita, Danni e risparmio gestito». (riproduzione riservata)