di Luca Gualtieri

L’aumento di capitale del Montepaschi si normalizza dopo le montagne russe dei primi giorni di offerta. Ieri le azioni, dopo aver toccato i massimi a 1,883 euro, hanno chiuso la seduta con un calo dell’1,3% a 1,828 euro, mentre i diritti hanno segnato un rialzo del 2,21% a 5,775 euro. Si tratta di un movimento tecnico ampiamente previsto, visto che il valore delle azioni tenderà progressivamente ad avvicinarsi al prezzo del titolo, ex diritto, al momento dello stacco del diritto stesso.

I volumi sono stati molto elevati: sono infatti passati di mano 23,99 milioni di titoli (9,37% del capitale) e 11,37 milioni di diritti.

«La volatilità è elevata e resterà tale per tutta l’operazione di ricapitalizzazione», spiega un gestore contattato dall’agenzia MF-Dowjones, aggiungendo che gli investitori ieri hanno comprato i diritti. «Infatti», ha precisato l’operatore, «chi è disposto ad aspettare, compra le azioni tramite i diritti e in questo modo riesce a pagare circa il 5% in meno. Comunque, la cosa importante da evidenziare è che chi decide di andare long sul titolo e sul diritto lo fa perché giudica le valutazioni interessanti». Anche un altro gestore condivide questo ottimismo, affermando: «A mio avviso conviene partecipare all’aumento per incrementare l’esposizione nei confronti di Mps».

Inoltre, sottolinea l’operatore, «con le ultime due operazioni di ricapitalizzazione il Monte dei Paschi è finalmente libero dal rimborso degli aiuti di Stato e può essere guardato e valutato come banca, come gli altri istituti di credito».

Intanto gli occhi restano puntati sui grandi soci della banca. Alla vigilia dell’aumento di capitale da 3 miliardi, arrivato oggi al quinto giorno di offerta, i pattisti hanno infatti alleggerito le proprie partecipazioni. Il patto, che prima blindava il 9% del capitale, oggi rappresenta solo il 5,48% come attesta un avviso pubblicato in questi giorni. La Fondazione ha lasciato vincolato l’1,52% (0,027% fuori patto), Fintech il 2,74% (1,75%) e Btg Pactual l’1,52% (0,59%). Il quadro però è in continua evoluzione perché, se è certo che Fondazione e Fintech aderiranno all’aumento, sulle mosse di Btg Pactual nulla al momento è dato sapere. Tanto più che dal prossimo primo luglio per il gruppo brasiliano verrà meno il secondo vincolo di lock up, che gli lascerà mani libere per dismettere l’intera quota. (riproduzione riservata)