di Claudia Cervini

Banca Carige, nel mezzo del percorso di rilancio avviato dall’amministratore delegato Piero Montani, chiude il trimestre con un certo affanno. L’istituto ha infatti registrato un risultato netto negativo per 45,3 milioni contro l’utile di 17 milioni messo a segno nello stesso periodo del 2014. Un risultato, spiega una nota, che risente ancora dell’effetto negativo della valutazione ex Ifrs del gruppo assicurativo in via di dismissione per un totale di 18,5 milioni. Al netto di tale posta, il rosso sarebbe stato più lieve e pari a 26,8 milioni. A fine marzo 2015, il Cet1 ratio pro forma della banca si attesta all’8,4%, includendo gli effetti dell’imminente cessione delle compagnie assicurative. Considerando gli effetti del prossimo aumento di capitale, fa notare l’istituto ligure, il Cet1 ratio salirà al 12,3%, «significativamente al di sopra dei limiti regolamentari e del Cet1 ratio dell’11,5% che la Bce ha richiesto venga raggiunto entro la fine del prossimo mese di luglio». Gli impieghi alla clientela tornano lievemente a crescere nel trimestre (+0,4%, a 22,2 miliardi) e anche la raccolta complessiva da clientela tiene. Il prossimo 18 maggio avrà luogo il raggruppamento delle azioni deliberato dall’assemblea del 23 aprile: l’operazione avverrà con un rapporto di una nuova azione ordinaria ogni 100 esistenti e 1 nuova risparmio ogni 100 risparmio. A esisto del raggruppamento, il capitale sociale sarà suddiviso in 103.964.719 azioni. Il titolo ha chiuso a 0,0747 euro (-1,58%), non influenzato dai dati che sono giunti a mercati chiusi. (riproduzione riservata)