di Claudia Cervini

L’udienza preliminare che ha visto come protagonista l’ex dominus di Banca Carige, Giovanni Berneschi, nel procedimento penale per la presunta maxi truffa ai danni dell’istituto ligure, si è chiusa ieri con un aggiornamento (di fatto un rinvio) al prossimo 7 maggio e con l’ammissione di Banca Carige, Banca Carige Vita Nova eCarige Assicurazioni a processo come parti civili.La decisione è stata presa dal gup del Tribunale di Genova, Teresa Rubini, che ha già fissato le date delle prossime udienze che si terranno il 12, il 15, il 19, e il 22 di maggio per permettere l’intervento della difesa. È probabile che queste udienze vedano anche un gruppo di piccoli azionisti della banca vestire i panni della parte civile. Almeno stando a quanto riferito da Duccio Balestri, rappresentante del Sindacato italiano per la tutela degli investimenti italiani. Un’eventuale richiesta di costituzione di parte civile è allo studio, ha tagliato corto il sindacalista.

Oltre all’ex numero uno Giovanni Berneschi (che era presente in aula) sono indagate altre nove persone per le quali i pubblici ministeri Piacente e Franz hanno chiesto il rinvio a giudizio per la truffa ai danni dell’istituto bancario. Tra questi compare anche l’ex amministratore delegato di Carige Vita Nuova, oltre a Ferdinando Menconi, la nuora Francesca Amisano, gli imprenditori Sandro Calloni ed Ernesto Cavallini, l’avvocato svizzero Davide Enderlin e il commercialista Andrea Vallebuona. Giovanni Berneschi, a margine dell’udienza, si è difeso. «Prendetevela non con me ma con chi ha provocato il crollo del valore delle azioni della banca», ha detto l’ex presidente.

Questa prima tranche dell’inchiesta vede gli indagati accusati a vario titolo. In particolare l’accusa consiste nell’«aver fatto parte di un’associazione per delinquere di carattere transnazionale operante in Italia, Spagna, Svizzera finalizzata alla perpetrazione di truffe ai danni della Banca Carige e di Carige Vita Nuova, nonché il successivo riciclaggio e reinvestimento dei proventi illeciti». Secondo i pm genovesi, coordinati dal procuratore capo Michele Di Lecce, l’ex presidente, arrestato circa un anno fa e poi rilasciato ha orientato le strategie finanziarie delle due compagini societarie inducendole a effettuare due operazioni finanziarie nel 2006 e nel 2009. (riproduzione riservata)