di Andrea Mascolini 

Niente più deroghe negli appalti pubblici. Procedure speciali soltanto per calamità naturali ma sempre con trasparenza degli affidamenti. Banca dati sui requisiti dei concorrenti spostata dall’Anac al ministero delle infrastrutture. Limiti alle trattative private senza pubblicità preventiva.

Revisione della disciplina della pubblicità dei bandi sui quotidiani e miglioramento delle condizioni di accesso per professionisti e piccole e medie imprese.

Sono queste alcune delle principali novità uscite dalla tornata di emendamenti al disegno di legge sugli appalti pubblici approvati nella seduta notturna di martedì dalla commissione lavori pubblici del senato che ieri sera ha proseguito nuovamente i lavori sui 342 emendamenti. Ieri pomeriggio intanto i relatori hanno presentato un nuovo emendamento con il quale si prevede l’obbligo di avviare le gare per l’affidamento di nuove concessioni autostradali almeno 24 mesi prima della scadenza di quelle in essere.

Fra le maggiori novità degli emendamenti approvati fra martedì sera e ieri pomeriggio figura lo spostamento presso il ministero delle infrastrutture dell’«unica banca dati centralizzata» che dovrà servire alla verifica dei requisiti generali di qualificazione costantemente aggiornati. Il riferimento neanche tanto esplicito, visto che nello stesso emendamento approvato si parla anche di «revisione e semplificazione dell’attuale sistema Avcpass», è alla banca dati che da anni gestisce l’Autorità nazionale anticorruzione e che spesso negli ultimi anni è stata al centro di polemiche sul suo funzionamento.

Per superare queste difficoltà un emendamento Pd approvato martedì notte punta a garantire comunque «l’interoperabilità tra i ministeri e gli organismi pubblici coinvolti, prevedendo l’applicazione di specifiche sanzioni in caso di rifiuto all’interoperabilità», dal momento che occorrerà mettere in comune nella banca dati centralizzata molti elementi in possesso di diversi soggetti pubblici.

È stato poi approvato un emendamento dei relatori (Stefano Esposito e Lionello Pagnoncelli) con l’espresso divieto di affidamento di contratti attraverso procedure derogatorie rispetto a quelle ordinarie. Si fa eccezione soltanto per quelle singole fattispecie connesse ad urgenze di protezione civile determinate da calamità naturali, per le quali dovranno essere previsti adeguati meccanismi di controllo e di pubblicità successiva. Un importante segnale sul fronte della semplificazione e della riduzione degli oneri di partecipazione è stato dato con l’approvazione di un emendamento finalizzato alla promozione della «progressiva digitalizzazione delle procedure» anche con finalità di tracciabilità e anticorruzione. Sul fronte della trasparenza è passato in commissione anche un emendamento del Movimento 5 stelle con il quale si precisa che il decreto delegato dovrà espressamente prevedere i casi nei quali, in via eccezionale, non sarà possibile ricorrere alla procedura negoziata senza precedente pubblicazione di un bando di gara. Anche il tema della pubblicità degli avvisi e dei bandi di gara è stato oggetto di un emendamento approvato dalla commissione (di iniziativa dei relatori), con l’indicazione per una revisione dell’attuale disciplina tesa a prevedere il «ricorso principalmente a strumenti di pubblicità di tipo informatico», prevedendo però «in ogni caso la pubblicazione degli stessi avvisi e bandi al massimo su due quotidiani nazionali e al massimo su due quotidiani locali, con spese a carico del vincitore della gara», come è già oggi. Per quanto riguarda l’albo dei commissari di gara alcuni emendamenti approvati si muovono nel senso di specificare che la professionalità dei commissari deve essere specifico per il settore oggetto dell’appalto e altri emendamenti prevedono una specificazione delle cause di incompatibilità che devono presiedere la scelta, a rotazione, dei commissari di gara. Approvato anche un emendamento che promuove il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato dei servizi di architettura e ingegneria e degli altri servizi professionali dell’area tecnica, per i piccoli e medi operatori economici e per i giovani professionisti anche tramite divieto di aggregazione artificiosa degli appalti.