Le famiglie detengono più del 90% del patrimonio residenziale complessivo. Lo ha rilevato l’Istat, che, per la prima volta, ha pubblicato la stima del valore delle principali attività non finanziarie detenute da famiglie, società e amministrazioni pubbliche.

Tra il 2001 e il 2011, il valore dello stock abitativo è quasi raddoppiato; tuttavia, nel successivo biennio, la discesa dei prezzi sul mercato immobiliare residenziale ha ridotto il valore medio delle abitazioni, con una conseguente contrazione del valore della ricchezza abitativa (-3,5% nei due anni).

Quasi il 90% dello stock di terreni agricoli era di proprietà delle famiglie.

Lo stock di beni durevoli famiglie ha subito negli ultimi due anni significative cadute (-0,5% nel 2012 e -2,5% nel 2013), indotte essenzialmente dalla dinamica fortemente negativa degli acquisti di automobili.

Nel 2013, circa l’88% dello stock di attività non finanziarie possedute dai settori istituzionali in Italia era costituto da immobili; quelli residenziali pesavano per il 63%, quelli non residenziali per il 26%.

Gli altri beni di capitale fisso, materiale e immateriale, rappresentavano poco più del 9%.

I terreni agricoli incidevano per il 3% del totale. Un’ampia quota di immobili non residenziali (circa il 55% nel 2013) era detenuta dalle società non finanziarie, le famiglie produttrici ne possedevano circa il 30%, mentre il patrimonio non residenziale della p.a. rappresentava circa l’11% del totale.

Nel 2013 lo stock degli altri beni di capitale fisso diversi dagli immobili era detenuto per il 75% dalle società non finanziarie, per il 14% dalle amministrazioni pubbliche e per l’11% dalle famiglie.

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