di Roberta Castellarin e Paola Valentini

La prossima ipo di Fineco e l’approdo sul mercato di Anima riaccendono i riflettori sui titoli del risparmio gestito già quotati a Piazza Affari, ovvero Azimut, Banca Generali eMediolanum.

In attesa che la banca del gruppo Unicreditguidata dall’ad Alessandro Foti, sbarchi quest’estate sul listino, per le altre quattro società di asset management è tempo di bilanci. Anche perché sia il titolo Azimut che quello di Banca Generali, dopo aver raggiunto nelle scorse settimane i massimi storici, ad aprile hanno registrato forti correzioni che li hanno riportati ai livelli di inizio anno. ComeMediolanum, che aveva toccato il massimo degli ultimi 12 mesi a inizio aprile e oggi è tornata ai corsi di fine 2013. Dopo il rally degli ultimi anni, oggi sono titoli molto sensibili alla volatilità dei mercati. Anche se sul piano dei conti e della raccolta queste realtà vivono ancora una fase favorevole, sostenuta anche delle previsioni più ottimistiche sull’economia italiana che nei prossimi mesi, secondo alcuni analisti, dovrebbe beneficiare di un aumento dei consumi. Come mostrano i dati Assoreti del primo trimestre 2014, l’industria registra a fine marzo un patrimonio record di 288,1 miliardi di euro. In questi tre mesi Fineco ha registrato una raccolta netta di 1,1 miliardi ed è arrivata a 45,6 miliardi di masse gestite.

 

Intanto la neoquotata Anima ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 17,7 milioni, in crescita del 28% rispetto ai 13,8 milioni dell’analogo periodo del 2013. Il primo trimestre del 2014 ha visto un andamento particolarmente positivo della raccolta netta, che si è attestata a 2,4 miliardi di euro (circa il 70% degli afflussi netti riscontrati nell’intero esercizio 2013). Tendenza che prosegue. «La raccolta netta di aprile è stata circa 1,1 miliardi, con il totale delle masse gestite che ha raggiunto 51,3 miliardi» ha detto Marco Carreri, amministratore delegato di Anima holding. Il titolo Anima è in rialzo di poco meno dell’1% rispetto ai 4,2 euro del debutto in borsa il 16 aprile scorso.

Banca Generali nel primo trimestre ha visto l’utile salire del 10% a 38,9 milioni. La società ha progressivamente migliorato i profitti da aprile 2012 grazie alla forte accelerazione di raccolta e masse gestite, che hanno a loro volta favorito una costante espansione delle commissioni di gestione (+20% anno su anno, +34% a due anni). Per quanto riguarda le masse gestite e amministrate al 31 marzo, queste sono risultate pari a 30,3 miliardi (+12% rispetto ai 27 miliardi del primo trimestre 2013). La raccolta netta ad aprile della società guidata da PierMario Motta è stata di 213 milioni, portando il saldo da inizio anno sopra 1 miliardo. Gli analisti di Banca Imi e Kepler Cheuvreux, sono positivi sul titolo e hanno confermato, rispettivamente, la raccomandazione add con un target price a 27,1 euro e buy con un target price a 26 euro. Mediobanca Securities, più cauta, è neutral con un prezzo obiettivo a 23 euro. Dai massimi storici toccati a metà gennaio (25,1 euro), Banca Generaliquota oggi 22,5 euro ed è tornata ai livelli di fine 2013. Due anni fa il titolo quotava 11,3 euro, il che porta la performance nel periodo a +99%, mentre quella a un anno è stata +35%.

Invece il gruppo Azimut ha chiuso i primi tre mesi del 2014 con ricavi consolidati pari a 117,6 milioni e un utile netto consolidato di 36,5 milioni. Dopo i conti, Mediobanca Securities ha confermato il rating outperform sul gruppo guidato dall’ad Pietro Giuliani, e il prezzo obiettivo a 26 euro. Secondo Mediobanca l’utile netto ha battuto le stime degli analisti. «Tuttavia, le commissioni di gestione annuali sono scese da 168 punti base del quarto trimestre 2013 a 162 punti nei primi tre mesi del 2014», spiegano gli esperti. «Per tutto il 2014, le nostre stime incorporano un costo medio di gestione di 165 punti, che implica un recupero nei prossimi tre mesi», concludono gli analisti di Piazzetta Cuccia. Invece Equita ha ridotto il prezzo obiettivo da 28 a 26,5 euro, confermando la raccomandazione buy. «Visti i primi quattro mesi dell’anno riteniamo sia prudente ridurre la stima sulle commissioni di performance da 117 milioni a 102 milioni. Anche Kepler Cheuvreux ha ridotto il prezzo obiettivo su Azimut da 23 a 21,8 euro, confermando la raccomandazione hold. Gli esperti si dicono preoccupati del calo dei margini in corso, a fronte di un aumento dei costi. Azimutquota oggi 20,6 euro, il 4% in più rispetto ai 19,8 euro di fine 2013, e il 4 aprile scorso era ai massimi storici di 26,6 euro. A un anno l’azione comunque guadagna il 43% e a due anni il 177% (7,4 euro).

 

Quanto a Mediolanum, in attesa della trimestrale, ad aprile la controllata Banca Mediolanumha registrato un record nella raccolta in fondi comuni: 527 milioni. La raccolta netta totale dei primi quattro mesi è pari a 1,2 miliardi, contro i 933 milioni dello stesso periodo 2013. Equita dà buy con target a 7,7 euro. Il titolo è ora a 6,4 euro dai 6,3 di fine 2013. Dai 3,8 di due anni fa è in rialzo del 67%. (riproduzione riservata)