Di Riccardo Tacconi

Australia – Class action libera? Oh yes!! [1]

L’Australia è, non solo in questo momento, ma dal 1992, la nazione con il sistema di class action più favorevole ai consumatori e del tutto indifferente ai segnali diversi, che arrivano dagli USA, che abbiamo appena visto.

Le regole sono le stesse a livello federale e nei due Stati più popolosi, Nuovo Galles del Sud[2] e Victoria[3].

Per capirci, il regime australiano non prevede l’obbligo di certificazione, cioè non è necessario un accertamento giudiziale sull’appropriatezza di portare avanti una class action.

Basta far vedere che esiste almeno 1 punto (fattuale o legale) in comune, anche se insignificante rispetto ai punti di interesse solo individuale.

Partita un’azione come class action, questa non cambia, anche se sarebbe stato più corretto proporla come mass action o insieme di azioni individuali.

Sulla base di questi elementi, una class action in campo farmaceutico è molto più semplice in Australia che negli USA, dove i giudici sono molto riluttanti a certificarle.

In più, i giudici sono orientati a negare l’obbligo di opt-in, per far parte di una class action.[4]

Anche se sono proibiti accordi di contingency fees, questo campo – così regolato – è una manna per i legali ed ancora di più per i c.d. Litigation Funders[5], che non sono assoggettati a questa regola.  

Canada – Class action libera? Qua e là sì, qua e là no….ma alla fine prevale il sì

Il Québec (francofono – sistema codicistico di stampo francese, capitale Montreal) è sempre stato visto come il porto più accogliente per la class action[6], sia in termini di certificazione della classe sia in termini di sentenze favorevoli[7].

 Ultimamente, però, sulla certificazione della classe, aveva cominciato a mostrarsi più severo[8]  rendendo più difficile il ricorso alla class action, in particolare nel settore farmaceutico.

Sulla stessa direzione sembrava ora muoversi l’Ontario, anglofono e basato sulla common law (capitale Ottawa, altra città importante: Toronto; è lo Stato più popoloso ed industrializzato del Canada), anche se non mancano sentenze favorevoli alla certificazione[9]

Appariva di diverso orientamento la British Columbia (BC), Stato di common law (capitale Victoria, altra città importante: Vancouver), che ha assunto una politica giudiziale, simile a quella di un tempo del Québec[10]. .

A settembre 2013, però, i consumatori (individuati come indirect purchasers – acquirenti indiretti del bene con il prezzo gonfiato), insieme agli acquirenti diretti del bene “gonfiato”, avevano raggiunto un notevole successo con un accordo per 23,2 milioni di dollari, che aveva chiuso una class action, nel settembre 2013, contro Cadbury, Mars, Hershey, Nestlé e il distributore ITWAL, accusati di aver fatto cartello per tenere alto il prezzo del cioccolato[11] , andando ben oltre le impostazioni restrittive sulla conformazione di una classe, che si stavano delineando.

Sulla linea di questo accordo, decidendo su tre casi diversi, la Corte Suprema del Canada ha deciso, anch’essa, di allargare le maglie a favore dei promotori della class action[12].

Nel caso “Sun-Rype”, i plaintiffs reclamavano che i produttori di sciroppo di glucosio ad alto tenore avevano fatto un cartello per fissare un prezzo ingiustificato. I plaintiffs riuniti nell’azione erano tanto gli acquirenti diretti dello sciroppo, quanto i consumatori che avevano acquistato il prodotto finito della Sun-Rype

b) Nel caso “Microsoft”, i plaintiffs sostenevano che la Microsoft aveva cospirato con vari soggetti, compresi i fabbricanti di compters e loro affiliati, per mantenere una posizione dominante sul mercato. La “classe” era qui costituita tanto dai rivenditori di computer quanto da consumatori.

c) Nel caso “Infineon”, i plaintiffs sostenevano che I produttore di “dynamic random access memory (DRAM)” avevano cospirato per fissure un prezzo artificialmente alto. Il caso era stato presentato in Québec (che funziona su basi codicistiche, mentre gli altri due casi ricadevano in Stati con regime di common law). La “classe” qui era composta da consumatori e piccoli imprenditori.

La Corte, dirimendo fra diversi pareri delle Corti di minor livello, ha considerato tanto gli acquirenti quanto i consumatori come danneggiati dalla pratica di tenere i prezzi artificialmente alti e per la certificazione della classe  ha stabilito che ai Plaintiffs era richiesto solo di fornire nulla più che a “good colourable right” or “some basis in fact” per ogni elemento che serve per la certificazione della classe, accettando l’azione contro Microsoft e contro Ineon, ma ha respinto l’azione nel caso Sun-Rype, in quanto non era stato raggiunto neppure questo minimo livello di prova[13].

Nel successivo caso Hollick v. City of Toronto, la Corte ha confermato la sua posizione, respingendo espressamente quelle più restrittive, adottate dalla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America.

In ogni caso, si deve osservare che, fra le varie Corti canadesi, la tendenza prevalente è quella di gestire le situazioni in modo collaborativo, sia sotto il profilo della gestione in comune delle udienze[14], sia sotto quello dell’accettazione delle impostazioni altrui, se ne sussistono le condizioni[15], sulla base di una sentenza della Corte Suprema del Canada[16].

Cina – sviluppo delle class action legate alla protezione dell’ambiente.

Usiamo il termine class action per comodità… per ora la definizione tecnica è diversa (azioni collettive….alla cinese…)

Alla fine di ottobre, lo Standing Committee of China’s National People’s Congress (NPC) ha completato un terzo progetto di emendamenti per la China’s Environment Protection Law («???????????)»), sottoposto al dibattito pubblico (si prevede la redazione di un quarto progetto). Il progetto nasce dalla spinta, che si avverte sempre di più anche in Cina, per una maggiore protezione dell’ambiente.

Uno dei punti più interessanti del progetto appare essere la volontà di ampliare il numero dei soggetti che possono iniziare una class action, fin qui tendenzialmente ristretto, con il ruolo principale affidato alla quasi-governativa All-China Environment Federation (???????)[17].

Secondo il progetto, possono avviare una class action, “organizzazioni rilevanti”, che siano

1. un’organizazzione nazionale

2. registrata press il Civil Ministry,

3. che siano state attive continuativamente per almeno 5 anni e

4. abbiano un “”good standing”.

Attualmente 13 organizzazioni soddisfano i requisiti da 1) a 3, ma il concetto di “good standing” è tale da lasciare ampi margini discrezionali alle Corti se riconoscere l’organizzazione.

Come sempre in Cina, la mano del Partito, quindi, continuerà ad avere il controllo diretto  o indiretto (tramite il ruolo nelle Corti) delle azioni, spesso legate anche a ragioni politiche, specie se il soggetto passivo potenziale è un’impresa straniera.

E.discovery – conservazione dei documenti elettronici

  • USA

Come abbiamo segnalato a suo tempo, uno dei problemi principali posti dagli obblighi di e.discovery in base alla prassi giurisprudenziale vigente è quello dei costi, tanto più che viene suggerita anche la conservazione degli SMS e degli audio-data in genere[18], senza contare i problemi legati all’esplosione del numero degli e.mail nella pratica quotidiana delle aziende[19].

La letteratura legale più recente è piena di articoli che suggeriscono come gestire al meglio i problemi e cercare di ridurre i costi[20].

Molti problemi di gestione della conservazione dei dati, secondo i principi legali dell’e.discovery, sorgono, inoltre, quando si fa uso del cloud, come peraltro è intuitivo, in quanto la conservazione dei dati, di fatto , è gestita da un terzo, del quale, però, il committente è responsabile[21], e la codificazione dei dati utili, in caso di richiesta di e.discovery, non è così semplice. 

Intanto, si è arrivati all’apertura di un dibattito ufficiale, per arrivare ad una modifica della normativa vigente: il 15 agosto, il Civil Rules Advisory Committee ha aperto un periodo di 6 mesi, per un dibattito sulle proposte di modifica del Federal Rules of Civil Procedures, interessante anche l’e.discovery, in particolare per quanto riguarda la proporzionalità dei costi, i dati elettronici soggetti al controllo della Corte etc.[22]

 Torneremo sull’argomento, quando il dibattito sarà chiuso e sarà stata presa la decisione definitiva.

Singapore è stata la prima giurisdizione di common law, nel Sud Est Asiatico, ad introdurre procedure formali per l‘acquisizione di documenti elettronici (Practice Direction n. 3 del 2009 – PD3), che prevedeva un sistema di accordo fra le parti (o, in mancanza di accordo, un ordine della Corte Suprema, su richiesta di una delle parti).

Il sistema era basato sul concetto di “possibilità di ricerca ragionevole”, sia sulla tipologia dei documenti che sul tempo della loro conservazione. Veniva anche suggerita l’adozione, fra le parti, di un protocollo per l’e.discovery.

Nel 2012, la Corte Suprema ha introdotto un emendamento (n. 1 del 2012) introducendo una maggiore formalizzazione delle procedure.

Dal sistema di accettazione dell’accordo, si è passati ad un’accentuazione dei poteri della Corte, che può intervenire anche senza il consenso delle parti, fermo restando il principio della distribuzione dei costi e della loro ragionevole entità.

Contratti di assicurazione – interpretazione di clausole[24] 

E’ questo un argomento importante per chi gestisce programmi internazionali, con polizze locali nei Paesi, di cui parleremo.

Australia  – Western Australia – diritto all’indennizzo delle perdite economiche, subite a causa del rifiuto dell’assicuratore a ritenere valida la garanzia

Nel caso Matthew Maxwell v Highway Hauliers Pty Ltd [2013] WASCA 115, la Corte Suprema della Western Australia ha riconosciuto il diritto dell’assicurato a vedersi indennizzare il loss of profit, conseguente alle perdite dallo stesso subite (in aggiunta ai danni materiali garantiti dalla polizza), a seguito dell’errata interpretazione del contratto da parte dell’assicuratore, applicando la sezione 54 dell’Insurance Contracts Act 1984 (Cth)[25].

Australia – Victoria – cosa si intende per “claim” [26]

La clausola assicurata copre i danni “arising from any claim”. “Claim” viene definito, in polizza, come “a written demand for, or an assertion of rights to, civil compensation or civil damages arising out of the firm’s business or a written intimation of an intention to seek such compensation or damages”.

Nel caso preso in considerazione[27] bisognava vedere se una procedura della Australian Securities and Investments Commission (ASIC) contro il sig. Kyriackou  potesse essere considerata un “claim” ai fini di  polizza.

La Corte Suprema dello Stato di Victoria, considerando i termini “civil compensation” o “civil damages” nel senso di una richiesta per indennizzo economico conseguente da un’azione sbagliata, non rivenendo nella procedura dell’ASIC tali caratteristiche, ha rifiutato la garanzia di polizza, dando ragione alla Compagnia assicuratrice… Qualche volta succede…

Australia – Queensland – polizza claims made basis – cosa si intende per “durante la validità della polizza”[28]

Nelle polizze “claims made” la clausola si applica quando un claim è fatto contro un assicurato durante il periodo di validità della polizza.

Qui, come in tutti i Paesi, diventa centrale vedere cosa è un claim e quando la richiesta è stata fatta per la prima volta.

La Corte Suprema del  Queensland, nel caso Livesay v Hawkins [2012] QSC 122, ha stabilito che quello che conta, a meno che non ci sia un’espressa diversa formulazione in polizza, è che esista una qualsiasi forma o asserzione di responsabilità, non necessariamente formale.

Il problema nasceva dal fatto che, nel caso esaminato, la polizza era in vigore dal 24 luglio 2004 al 25 luglio 2005.

L’assicurato aveva ricevuto una lettera generica (che, poi, tanto generica non era) di asserzione di responsabilità da parte del danneggiato, nei confronti dell’assicurato, durante il periodo di validità della polizza, ma aveva denunciato il caso, solo quando era stato chiamato in causa dal danneggiato, nel Settembre 2005, chiamando a sua volta in manleva l’assicuratore.

Questi aveva rifiutato la garanzia, perché durante il periodo di polizza, l’assicurato non aveva ricevuto nessun “claim”, dato che questo si era concretizzato solo con la causa del settembre 2005.

La Corte, invece,  ha ritenuto sufficiente – come claim – la lettera generica ed ha ritenuto operante la garanzia.

Nei due casi australiani, appena esposti, non troviamo qualche utile suggerimento per l’Italia, quando ci troviamo a confrontarci con polizze di evidente derivazione anglosassone  

  • Canada – Nova Scotia – obblighi del’assicuratore RC verso il terzo danneggiato

L’assicuratore non può avviare una trattativa amichevole, dichiarando che non vuole un giudizio, per poi chiedere al danneggiato di fare una proposta transattiva e poi “darsi alla fuga”, pur sapendo che il danneggiato passa un momento difficile dal punto di vista economico[29]: se lo fai, vieni stangato!

E’, così, ribadito un “duty of care” dell’assicuratore nei confronti del terzo danneggiato.

Canada – obbligo di pagare i costi di difesa anche quando il massimale è esaurito.

Partendo da un caso riguardante una polizza auto, la Corte Suprema ha comunque stabilito che, in base all’Insurance Act, l’assicuratore è obbligato a sostenere i costi di difesa, anche quando il massimale per sinistro è esaurito[30].

Bel colpo!!

Canada – Québec – se piazzi una clausola claims made basis in una polizza di RC Generale in occurrence, chi ti ha detto che la Corte la applichi[31]?

Il punto del contendere nel caso in esame era centrato sul fatto che l’assicurato (un fabbricante) aveva una polizza in occurrence basis, ma che l’estensione (coinvolta nel caso) per “errors and omissions” era data in claims made basis, che avrebbe limitato l’obbligo dell’assicuratore.

La Corte si è pronunciata, dichiarando

a)     che la polizza, così redatta, conteneva un’ambiguità di fondo, che comportava l’applicazione dell’art. 1432 c.c. del Québec, per cui il caso andava interpretato a favore dell’assicurato, senza applicazione di limitazioni;

b)     che, in ogni caso, l’assicuratore non era in grado di dimostrare quanti dei costi sostenuti erano da imputare alla parte “assicurata” in claims made basis”, per cui doveva comunque rimborsare i costi al 100%. 

Canada – Nuovi Territori –  “You” – ma chi è “You”?

Una sentenza emessa dalla Corte di Appello dei Nuovi Territori ha messo sull’avviso gli assicuratori sulla necessità di non affidarsi a termine “You” con tanta facilità, ma di preferire il termine “persona assicurata con la presente polizza”, in quanto, nel caso esaminato, la Corte ha dato un’interpretazione allargata del termine, includendo nel diritto all’indennizzo tutte le persone della famiglia dell’assicurato, anche se – probabilmente – l’intenzione dell’assicuratore era quella di limitarsi all’assicurato[32].

USA – La clausola di esclusione dei danni da inquinamento a volte vale, a volte no…

La clausola base (ISO – endorsement CG 21 49 09 99) esclude qualsiasi danno a persone o cose occorso totalmente o in parte “for the actual, alleged or threatened discharge, dispersal, seepage, migration, release or escape of pollutants at any time”

L’endorsemente ISO CG 21 55 estende, però, la garanzia ai danni a persone o cose, “ arising out of heat, smoke, or fumes from a ‘hostile fire.'”

L’endorsement ISO CG 21 65 estende la garanzia ai soli danni a persona, se il danno “occurs within a building where insubre contractors or subcontractors are working when the injury is caused by “smoke, fumes, vapor or soot produced by or originating from equipment that is used to heat, cool or dehumidify the building, or equipment that is used to heat water for personal use, by the building’s occupants or their guests.”

Il Minnesota è lo Stato più favorevole agli assicuratori in questo campo, confermando la validità dell’esclusione anche quando l’inquinamento è indoor (perdita di monossido di carbonio da una stufa mal montata da un installatore) e non outdoor, che è il normale campo di applicazione del concetto di inquinamento dell’ambiente negli States.

L’Ottavo Circuito, competente per il Missouri, fa una netta distinzione, invece, fra “rilascio di materiali inquinanti” [35] e “distribuzione di materiali inquinanti”.

L’esclusione dell’inquinamento in relazione al rilascio di materiali inquinanti (da giacimenti o depositi di tali materiali) ha pieno effetto, ma, se i danni lamentati sono derivati dalla distribuzione e commercio di tali materiali, l’esclusione non vale[36].

Nel caso Wiseman Oil Co. v. TIG Insurance, la Corte Distrettuale del Western Distict of Pennsylvania, il 22 gennaio 2013, ha messo in chiaro che l’assicuratore non può rifiutare il suo intervento di difesa a favore dell’assicurato, solo allegando il fatto che c’è stato un inquinamento. 

Analoga posizione è stata presa da altro giudice locale il 19 marzo 2013.

In entrambi i casi sono stati richiamati gli obblighi derivanti all’assicuratore in base al locale Comprehensive Environmental Response, Compensation and Liability Act (CERCLA)[38].

Tenuto conto dei problemi di inquinamento in Pennsylvania, la decisione ha un forte impatto sull’industria assicurativa.

La Corte Suprema del Colorado ha, nel caso  Mountain States Mut. Cas. Co. v. Roinestad, 2013 Colo. LEXIS 166 (Colo. Feb. 25, 2013), esteso il concetto di materiale inquinante al grasso prodotto dalla cucine di un ristorante, che si era accumulato nelle fognature, dove veniva, senza alcun riguardo, sversato. Dei lavoranti, non assicurati, ingaggiati per rimuovere l’otturazione che ne era conseguita, erano rimasti intossicati dalle esalazione del grasso ed avevano subito danni fisici.

In prima istanza, la richiesta di garanzia dell’assicurato era stata respinta; la Corte d’Appello, invece, l’aveva accettata; la Corte Suprema l’ha definitivamente respinta, in forza dell’esclusione inquinamento.

Ovverosia, Stato che vai ed interpretazione che trovi….

Per chiudere,  due “buone” notizie….

USA – Washington – ti difendo con riserva? Non recupero le spese![40]

Il 7 marzo 2013, la Corte Suprema di Washington (da non confondere con la Corte Suprema degli Stati Uniti) si è unita al numero crescente di Stati, che ritengono che l’assicuratore – salvo esplicita previsione di polizza, presentata in mondo chiaro e non ambiguo – non può recuperare i costi di difesa, nei casi in cui è intervenuto, pur facendolo con “riserva di diritti”, anche se, successivamente, una Corte ha riconosciuto che l’assicuratore non aveva alcun obbligo di intervenire!!

USA – New York [41] – Il dovere di difendere l’assicurato è più ampio del dovere di indennizzarlo.

Un assicuratore di RC professionale si rifiuta di difendere e tenere indenne l’assicurato (un avvocato), per un caso di malpractice, sostenendo che l’attività coinvolta non era fra quelle proprie di un legale 

In appello[42],  la Corte,  stabilisce che

a)      il duty to defend” è più ampio del “duty to indemnify”; e

b)      che, comunque, l’attività svolta era chiaramente in garanzia

e stabilisce che “when an insurer disclaims its duty to defend, and its disclaimer is found to be error, the insurance company must indemnify its insured for the resulting judgment, even if the Policy exclusions would otherwise have negated the duty to indemnify”

In sostanza, se sbagli il motivo per cui rifiuti di difendere l’assicurato, devi comunque indennizzarlo, anche se le altre esclusioni di polizza potevano giustificare il rifiuto di indennizzare l’assicurato.

Notare che lo Stato di New York è considerato uno degli Stati più favorevoli agli assicuratori…..

Scene dal film “Insurer, all You need is love!!”??!!

Per chi volesse approfondire le tematiche USA, consiglio la lettura di :

http://www.mondaq.com/unitedstates/x/282108/Product+Liability+Safety/Year+In+Review+For+Product+Liability&email_access=on

http://www.instituteforlegalreform.com/resource/a-roadmap-for-reform–lessons-from-eight-years-of-the-class-action-reform-act/

http://www.morganlewis.com/pubs/WhitePaper_RecentTrendsInClassActionAggregateLitigationLifeSciencesIndustry_dec2013.pdf?utm_source=Mondaq&utm_medium=syndication&utm_campaign=inter-article-link

http://www.mondaq.com/unitedstates/x/284370/Class+Actions/The+Ten+Most+Significant+Class+Action+Cases+Of+2013&email_access=on

 http://www.judicialhellholes.org/wp-content/uploads/2013/12/JudicialHellholes-2013.pdf



[1] Cfr. Australia: After 20 years, action industry finds a class of its own – Last Updated: 23 July 2013 – Article by Stuart Clark – Clayton Utz.

Per una sintesi efficace sulla RC prodotti in Australia, vedi http://www.productsafety.gov.au/content/index.phtml/itemId/971609 aggiornato al 2013.

[2] Capitale Sidney

[3] Capitale Melbourne

[4] Opt-In Class Actions Not Permitted In Australia – Last Updated: October 16 2013 – Article by John Emmerig and Michael Legg – Jones Day

[5] I “Litigation funding agreements” sono accordi commerciali in base ai quail il funder si impegna a pagare le parcelle e le spese out-of-pocket del legale che rappresenta i plaintiffs.

Il funder si impegna anche a soddisfare ogni costo della parte avversa in caso di soccombenza.

In cambio dell’assunzione di tali rischi, il funder ricevere una percentuale di ogni giudizio o transazione favorevole, di norma il 30-40%, al netto dei costi propri sostenuti, che gli vengono rimborsati a parte.

[6] La class action è stata introdotta nel Québec nel 1978; in Ontario e in British  Columbia nel 1990.

[7] Le statistiche disponibili indicano che , fin qui, il Québec era lo Stato con più class action.

 

[8] Cfr. A) Canada: The Quebec Court Of Appeal’s Decision In “Lorrain v. Petro-Canada”: Mere Allegations Of Damages Are Insufficient To Authorize A Class Action – 19 March 2013 – Article by Sidney Elbaz , Rachel April Giguère and Pierre-Christian Hoffman (Student at Law) – Mc Millan LLP

B) Quebec Court Of Appeal Finds Statistical Evidence Insufficient To Establish Proof Of Damages To Support Class Action – 25 April 2013 – Article by Belinda A. Bain and Estelle Hjertaas – Gowling Lafleur Henderson LLP

C) Class Actions: Introduction Of Evidence, Another Obstacle For Respondents At The Authorization Stage – Last Updated: August 23 2013 – Article by Rachel April Giguère and Sidney Elbaz – McMillan LLP

D) Quebec Court Of Appeal Confirms The Decision To Deny Certification Of A Drug Related Class Action

11 March 2013 Article by Marie-Hélène Beaudoin – McCarthy Tétrault LLP

[9] Ontario Court Certifies Class Action Relating To Allegedly Faulty Hip Implants – Class action incentrata sul difetto di design -Last Updated: September 12 2013

Article by Michael A. Eizenga, Ilan Ishai and Julia Schatz – Bennett Jones LLP.

Vedi inoltre Year In Review: Ontario Class Actions 2012/13 (Presentation) – Last Updated: September 27 2013 – Article by Michael Schafler – Dentons

 

[10] Il 17 Settembre 2013 (decision of the British Columbia Supreme Court, Charlton v. Abbott Laboratories Ltd.) la Corte Suprema della British Columbia ha certificate una class action riguardante il farmaco Meridia, contenente sibutramina, proposta tanto contro la Abbot, produttore del farmaco originale, quanto contro il produttore del generico, la Apotex.  Il farmaco era stato posto in commercio nel 2001 e ritirato dal mercato nel 2010 a seguito dello Studio Scout, che, come è noto a chi segue le vicende dei farmaci, aveva messo in rilievo i gravi rischi cardiovascolari, legati al prodotto. La Corte Suprema della BC ha certificato la classe “without any significant discussion of whether there was any basis in fact for the various common issues proposed against each of the defendants” .

Nel frattempo, la Corte Suprema del Québec in MacMillian v. Abbott Laboratories, per una class action relative sempre a Meridia, si muoveva su di una linea molto restrittiva, rifiutando la certificazione della classe sostendendo che alcune richieste dei querelanti erano contraddittorie nella documentazione fornita ed asserendo che il ritiro volontario della Sibutramina non costituiva “sufficient evidence of a colour of right”. Nonostante ciò, la Corte Suprema della BC proseguiva per la sua strada, addirittura ammettendo nella classe anche cittadini del Québec….,  sostenendo che i due casi erano impostati in modo diverso!!

[11] Per maggiori informazioni cfr. http://www.mondaq.com/canada/x/267230/Class+Actions/Chocolate+Producers+Settl… Canada: Chocolate Producers Settle Class Action For $23.2M – Last Updated: October 4 2013 – Article by Chad Finkelstein

Dale & Lessmann LLP

[12] A) Canada: Class Action Business As Usual After SCC Decisions Last Updated: November 18 2013

Article by W. Michael G. Osborne – Affleck Greene McMurtry LLP; B) Canada: Supreme Court Certifies Price-Fixing Class Actions Brought By Indirect Purchasers; Confirms Low Evidentiary Threshold For Certification – Last Updated: November 18 2013 Article by Heenan Blaikie – Heenan Blaikie LLP

[13] In order to obtain certification of loss as a common issue, plaintiffs need to show that they have a methodology that can prove an “impact common to all members of the class”.

[14] Cfr. Class Actions Canada – B.C. Supreme Court Approves Participation In Joint Hearing Outside Province – Last Updated: July 6 2013 – Article by Randy C. Sutton – Norton Rose Fulbright Canada LLP

[15] The Second Opinion: Can An Ontario Court Assume Jurisdiction Over Non-Resident Class Members?

Last Updated: September 30 2013 – Article by Hovsep Afarian – McCarthy Tétrault LLP

[16] Club Resorts Ltd. v. Van Breda, 2012 SCC 17, [2012] 1 SCR 572

[17] A) China: Class-action Lawsuits under the Draft Environmental Protection Law – Last Updated: 1 October 2013 – Article by Harry Du and Thomas McGinn – King & Wood Mallesons B) China: Who can initiate class-action lawsuits under the draft Environmental Protection Law? Last Updated: 26 November 2013 – Article by Harry Du and Thomas McGinn – King & Wood Mallesons

[18] E-Discovery Of Audio Data – What Is Considered Reasonable? (Electronic Discovery & Records Management – Tip Of The Month, May 2013) – Last Updated: June 3 2013 – Article by Edmund Sautter, Kim A. Leffert and Ethan A. Hastert – Mayer Brown LLP

[19] Cfr. Addressing And Managing The “Email Problem” With Records Retention And eDiscovery – Last Updated: October 2 2013 – Article by Chanley Howell – Foley & Lardner

[20] Per tutte, cfr. Managing The Risks And Costs Of eDiscovery In Products Liability Matters (Tip Of The Month) – Last Updated: August 2 2013 – Article by Anthony J. Diana, Andrew J. Calica and Therese Craparo – Mayer Brown LLP.

Per un quadro completo sull’argomento, suggeriamo: United States: eDiscovery’s eVolution Akin To Disney’s Fantasia  – Last Updated: August 30 2013 – Article by Robert D. Brownstone – Fenwick & West LLP

[21] Un quadro sintetico e chiaro – consigli compresi – è fornito da How to Protect Data In The Cloud  – 26 April 2013 – Article by Joshua Gold – Anderson Kill & Olick, P.C.

[22] Cfr. – per avere un’idea – Call To Clients To Share Data Illustrating Consequences Of Discovery Costs: Comment Period Opens For Amendments To The Federal Rules Of Civil Procedure – Last Updated: September 11 2013 – Article by Wendy Butler Curtis, Jeffrey W. McKenna and Patricia E. Alberts – Orrick LLP

[23] E-Discovery Developments in Singapore & Hong Kong (Tip Of The Month: September 2013) – Last Updated: September 29 2013 – Article by Menachem M. Hasofer, Kevin R. Owen and John M. Hickin – Mayer Brown. Ad Hong Kong dovrebbe entrare in vigore uno specifico protocollo entro Aprile 2014

[24] Le segnalazione qui contenute hanno rilievo – per i programmi internazionali – anche e specialmente quando la polizza master prevede una clausola di “Reverse DIC”

[25] Il caso riguarda una polizza che garantiva all’assicurato il rimborso dei Danni accidentalmente subiti dai suoi camion e dai sui rimorchi. Cfr. Section 54 Is In For The Long Haul – Last Updated: 28 May 2013 – Article by Chris Harris, Isaac Gibbs and Yicheng Chen -Clyde & Co. L’assicuratore  aveva cercato di avvalersi di una clausola sulla documentazione dello stato fisico dei conducenti, la cui applicazione è stata rifiutata dalla Corte.

[26] A Focus on the Insuring Clause in Liability Policies Insurance Update (Australia) – 14 April 2013 – Article by Andrew Sharpe – DLA Piper

[27] Kyriackou v Ace Insurance Limited [2012] VSC 214

[28] A Focus etc.

[29] The Cost Of Getting Cozy: Court Finds Insurer Owes Duty Of Care To Third Party Claimant –  Corte Suprema della Nova Scotia – Last Updated: July 3 2013

Article by Peter Lightbody – Richards Buell Sutton LLP

[30] Canada: Insurers Beware: Duty To Defend Insured Can Arise Even Without Ongoing Duty To Indemnify

09 May 2013 – Article by Zohar R. Levy – Lerners LLP

[31] : The Insurer’s Duty To Defend And Indemnify: A New Judgment Of The Québec Court Of Appeal – 03 April 2013 – Article by Bernard Larocque and Jonathan Lacoste-Jobin.

On the 1 March 1, 2013, the Court of Appeal rendered a judgment on the insurer’s duty to defend and indemnify the insured in the area of commercial general liability insurance. 1It confirmed the decision of the trial judge which had held that the insurer has the duty to defend and indemnify, and ordered it to reimburse its insured for the amounts paid to settle the claim of a third party and the amounts incurred by the insured in defending itself against the action.

[32] Duty To Defend: Who Is “You”? – Last Updated: August 5 2013 – Article by Nigel P. Kent – Clark Wilson LLP

[33] Minnesota Supreme Court Holds Absolute Pollution Exclusion Covers Carbon Monoxide – Midwest Family Mutual Insurance Company v. Wolters, __ N.W.2d __, 2013 WL 2363239 (Minn. May 31, 2013), Last Updated: June 17 2013 – Article by Virginia L. White-Mahaffey and Mary Woodson Poag – Steptoe & Johnson LLP

[34] Cfr. A) Eighth Circuit Rules That The Absolute Pollution Exclusion Applies To The “Release” Of Hazardous Lead Materials But Not To The “Distribution” Of Hazardous Lead Materials As A Product – Last Updated: July 3 2013 – Article by Thomas M. Contois and Paul Janaskie – Steptoe & Johnson LLP

B) Absolute Pollution Exclusions Aren’t Always Absolute – Last Updated: July 4 2013 – Article by Daven G. Lowhurst – Jones Day

[35] “discharge, dispersal, seepage, migration, release or escape” of pollutants

[36] La Corte dice che l’assicurato has “distributed” lead chat and other toxic substances into the community for use as fill material; for use on roads, streets, alleyways, and driveways; for use in the foundations of homes and other buildings; and for use in children’s sandboxes. The Eighth Circuit also pointed to allegations in the third suit that the policyholder had left a waste pile open and available for public use without posting warnings about the dangers of exposure to lead.

[37] District Court Judge Confirms Summary Judgment Victory For Policyholder Regarding The Duty To defend And The Pollution Exclusion – 10 April 2013 –

Article by John N. Ellison and Luke E. Debevec – Reed

Smith

[38] Molte legislazioni locali USA ritengono il “duty to defend” più ampio del “duty to indemnify” – cfr. il paragrafo successivo ?         USA – New York   – Il dovere di difendere l’assicurato è più ampio del dovere di indennizzarlo.

[39] The Elusive “Pollution” Definition in the CGL Policy – March 2013 – by Mark M. Bell Waller Lansden – Dortch & Davis LLP, con anche un esame dell’evoluzione storica della clausola.

[40] Washington Supreme Court Rules That Insurers May Not Recoup Defense Costs Paid While Defending  under A Reservation Of Rights – 11 April 2013 – Article by Erica J. Dominitz , Helen K. Michael and Eric M. Gold – Kilpatrick Townsend & Stockton LLP – Decisione, presa 5-4 , in National Surety Corp. v. Immunex Corporation, No. 86535-3, 2013 WL 865459 (Wash. March 7, 2013) (en banc) (“Immunex”).

[41] K2 Investment: The New York Court Of Appeals’ Recent Ruling Has Significant Impact On An Insurer’s Assessment Of Its Duty To Defend A Claim

Under A Liability Policy – Last Updated: June 24 2013 – Article by James W. Carbin – Duane Morris LLP

[42] K2 Investment Group, LLC, et al v. American Guarantee & Liability Insurance Company, 2013 NY Slip op. 4270 (N.Y., June 11, 2013)