di Anna Messia

Le masse gestite e amministrate sono salite a 58,9 miliardi, con un incremento del 10% rispetto al primo trimestre 2013, ma il gruppo Mediolanum ha chiuso il periodo gennaio-marzo 2014 con un utile consolidato di 80,9 milioni, in calo del 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

La riduzione è stata determinata dal fatto che nel primo trimestre 2013 c’erano state commissioni di performance al di sopra della media storica, ma anche capital gain di 44 milioni, realizzati dalla vendita di titoli di Stato. Da gennaio a marzo di quest’anno le plusvalenze sono state inferiori, pari a 16 milioni, spiega a MF-Milano Finanza l’amministratore delegato Massimo Doris, ma a pesare sul calo dell’utile sono stati anche gli ingenti investimenti fatti dal gruppo per lo sviluppo tecnologico. «In un mondo in cui la tecnologia è diventata fondamentale le banche che non investono in innovazione rischiano di essere tagliate fuori dal mercato», dice Doris, «Mediolanum è invece pronta a investire per crescere e quest’anno saranno spesi complessivamente 50 milioni per lo sviluppo tecnologico e anche sul potenziamento del personale per supportare la crescita della banca, visto che nel primo trimestre di quest’anno ci sono state 100 assunzioni».

Nonostante la frenata dell’utile l’attività di raccolta e le commissioni continuano infatti ad aumentare.

Nel primo trimestre di quest’anno la raccolta netta della controllata Banca Mediolanum è stata in particolare pari a 859 milioni, contro i 717 dello stesso periodo dello scorso anno. Con i conti correnti e di deposito che hanno superato i 743 mila, in crescita del 4% rispetto a marzo dello scorso anno e del 2% dall’inizio dell’anno. Come sono aumentati anche i promotori finanziari da 4.329 di marzo 2013 a 4.425 del primo trimestre di quest’anno. «Ad aprile la raccolta netta ha raggiunto 1,211 miliardi, contro i 933 milioni dei primi quattro mesi dello scorso anno», continua Doris, «a dimostrazione che il gruppo sta continuando a crescere e noi siamo pronti ad investire sullo sviluppo». C’è poi un altro elemento da considerare per spiegare la frenata del risultato netto: gli ingenti investimenti che gli adeguamenti normativi stanno richiedendo alla banca, a partire dall’allineamento alle nuove regole di Solvency II. Impegni per cui Mediolanum ha messo a budget una spesa di 20 milioni per il 2014. Intanto ieri in borsa il titolo ha perso il 3%, in un giorno in cui però l’intero comparto bancario ha sofferto molto. (riproduzione riservata)