Nella riforma della pubblica amministrazione annunciata dal premier Matteo Renzi si prevede il riordino delle autorità di vigilanza e, nello specifico, la soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) con attribuzione delle funzioni alla Banca d’Italia nell’ambito delle linee guida di una spending review di tipo selettivo e non lineare.

L’iter è quello di una procedura di pubblica consultazione dal 30 aprile al 30 maggio e varo con il Consiglio dei ministri del 13 giugno prossimo. Va evidenziato come non si tratti di novità assolute dal momento che già i precedenti governi avevano manifestato questa intenzione. Con il riferimento puntuale alla Covip nel progetto iniziale del governo Monti si prevedeva che l’autorità di vigilanza in materia previdenziale venisse soppressa e incorporata nel nuovo istituto Irvap, che avrebbe anche accolto le funzioni dell’Isvap. Nella versione finale del provvedimento la Covip ha invece mantenuto la propria peculiarità rimanendo autonoma e indipendente. L’Isvap è stata invece soppressa evolvendo nella nuova Ivass, controllata dalla Banca d’Italia. Per lungo tempo la commissione di vigilanza sui fondi pensione è stata poi tenuta in stand by. Nella transizione infatti dal governo Monti al governo Letta l’autorità è stata sprovvista di presidente con un unico commissario facente funzioni. Finalmente in aprile è stato designato il presidente (Rino Tarelli) e nominati i commissari mancanti (nel frattempo ridotti a due dai precedenti quattro in una sorta di spending review ante litteram). Che cosa succederà ora? La considerazione importante è che, comunque vadano le cose e qualunque saranno le decisioni, è importante sottolineare come non debba trattarsi di decisioni spot ma di un disegno organico e ponderato con riferimento ad un bene costituzionalmente tutelato quale è quello il risparmio previdenziale. Al contempo, guardando l’Europa, l’autorità di vigilanza comunitaria, l’Eiopa, ha competenza sia sui fondi pensione che sulle assicurazioni. Ma quali sono i compiti e le funzioni della Covip? La mission è quella di perseguire la trasparenza e la correttezza dei comportamenti e la sana e prudente gestione delle forme pensionistiche, avendo riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema di previdenza complementare. Nata nell’ambito della riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare (riforma Amato nel ’93 e riforma Dini nel ’95), dal 1° gennaio 2007 la Covip controlla tutte le forme previdenziali, vale a dire fondi pensione negoziali, fondi pensione preesistenti, fondi pensione aperti e pip assicurativi, anche in materia di trasparenza e correttezza dei comportamenti nelle modalità di offerta, in precedenza assegnate, rispettivamente, alla Consob e all’Ivass. Resta invece ferma la vigilanza delle autorità di controllo (Banca d’ Italia, Consob e Ivass) sui soggetti abilitati, che istituiscano o gestiscano le forme pensionistiche.

Contro la sua abolizione è sceso in campo Fabio Ortolani, presidente di Fonchim: «La Covip è un ente di controllo che deve restare, anche nella formazione degli organi, nella più assoluta terziarietà. Solo così sarà possibile garantire lo sviluppo della pensione complementare in Italia, facendo rispettare le regole sugli investimenti previdenziali che, ricordo, sono ritenute dagli addetti ai lavori, le più efficaci tra quelle in vigore nei Paesi della Ue». Secondo Ortolani la Banca d’Italia, per come oggi è strutturata, non riuscirebbe a garantire un’attività di vigilanza autonoma sulla previdenza complementare. «Sarebbe infatti come mettere insieme controllori e controllati, tenuto conto che i fondi pensione, come pochi sanno, non possono amministrare direttamente le risorse loro affidate dai lavoratori ma devono operare con investitori istituzionali che sono sottoposti invece alle regole della finanza non previdenziale», continua Ortolani che conclude con una riflessione sulla spending review: «La Covip, per la sua operatività, non riceve contributi dallo Stato italiano ma esclusivamente da soggetti privati». (riproduzione riservata)