Martedì 13 maggio, durante la riunione del d-day del FPA, presso la sede dell’ANIA a Roma, il presidente della commissione distribuzione dell’ANIA, Franco Ellena, ha sottolineato la gravità della situazione: èuna situazione grave e inaspettata, alquanto imbarazzante, ci troviamo davanti a problemi strutturali. L’Ania non è disponibile ad allontanare il problema a un decennio. Per questo motivo la prima ipotesi di salvataggio, presentata dal CdA del Fondo (lasciare il regime a prestazione definita) non èsostenibile perché, vista la gravità, non garantisce nel tempo la messa definitivamente in sicurezza del funzionamento del Fondo. Risolveremmo il problema per qualche anno, ma si ripresenteràe pertanto l’Ania non intende investire. L’ipotesi due (cambio da prestazione a contribuzione definita) è sicura per il futuro anche se cambiano le regole e le ipotesi di mortalità”.

Dopo questo discorso iniziale l’ANIA ha concesso, volutamente, una pausa di riflessione alle 3 delegazioni delle organizzazioni di categoria intervenute, ANAPA/SNA/UNAPASS, le quali davanti a questa pregiudiziale, pena il commissariamento presso COVIP, hanno condiviso congiuntamente con l’ANIA la costituzione di una commissione tecnica ristretta che, insieme agli organi del Fondo, dovrà analizzare dettagliatamente il piano di risanamento che conduca alla trasformazione in regime di contribuzione definita.

In sostanza il FPA cambierà definitivamente configurazionecon una gestione non dissimile da quella dei più comuni e diffusi fondi a capitalizzazione individuale o PIP, secondo quanto riporta ANAPA in una nota.

La commissione tecnica sarà formata:

–          dal Presidente e dal Vice Presidente del Fondo (con l’ausilio del personale tecnico ritenuto necessario);
–          da un rappresentante di ciascuno dei tre Sindacati Agenti.
–          da due rappresentanti dell’Ania.