Dagli arresti domiciliari al carcere di Pontedecimo, passando per la procura di Genova. È stata una giornata molto intensa per Giovanni Berneschi, ex presidente di banca Carige, che ieri si è recato in procura, per rispondere alle domande del magistrato inquirente e per difendersi dalle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte truffe ai danni dell’istituto di credito genovese.

Secondo i suoi legali, Berneschi ha risposto alle domande del magistrato, durante l’interrogatorio di garanzia, durato oltre tre ore.

Ma i problemi, per Berneschi, non sono finiti: nell’ambito dell’altra inchiesta, avviata dai pm di Savona sul crack da 400 milioni del gruppo Geo della famiglia Nucera, ora è indagato anche per falso in bilancio e ostacolo all’attività di vigilanza.

Non bastasse, l’ex presidente di Banca Carige, ai domiciliari da giovedì scorso, nel pomeriggio di ieri è stato trasferito nel carcere di Pontedecimo.

La notizia è stata confermata dal suo avvocato difensore, Maurizio Anglesio, secondo cui l’inasprimento delle misure cautelari è dovuto alla «violazione del divieto di contatti esterni al di fuori dell’ambito familiare» ed è stata disposta al termine della perquisizione effettuata nella sua abitazione a Genova. Il legale ha riferito che durante la perquisizione sarebbe emersa «una telefonata effettuata dalla moglie a terzi, nella quale dava indicazioni, che sono state interpretate come inerenti ai fatti per cui Berneschi è sottoposto a indagine».

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