Dagli arresti domiciliari al carcere di Pontedecimo, passando per la procura di Genova. È stata una giornata molto intensa per Giovanni Berneschi, ex presidente di banca Carige, che ieri si è recato in procura, per rispondere alle domande del magistrato inquirente e per difendersi dalle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte truffe ai danni dell’istituto di credito genovese.
Secondo i suoi legali, Berneschi ha risposto alle domande del magistrato, durante l’interrogatorio di garanzia, durato oltre tre ore.
Non bastasse, l’ex presidente di Banca Carige, ai domiciliari da giovedì scorso, nel pomeriggio di ieri è stato trasferito nel carcere di Pontedecimo.
La notizia è stata confermata dal suo avvocato difensore, Maurizio Anglesio, secondo cui l’inasprimento delle misure cautelari è dovuto alla «violazione del divieto di contatti esterni al di fuori dell’ambito familiare» ed è stata disposta al termine della perquisizione effettuata nella sua abitazione a Genova. Il legale ha riferito che durante la perquisizione sarebbe emersa «una telefonata effettuata dalla moglie a terzi, nella quale dava indicazioni, che sono state interpretate come inerenti ai fatti per cui Berneschi è sottoposto a indagine».
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