di Franco Canevesio

Si fa sempre più difficile la posizione dell’ex presidente di Carige Giovanni Berneschi. Ieri, dopo l’interrogatorio di garanzia, l’ex banchiere è stato ricondotto a casa, in via Felice Romani, nel centro di Genova, agli arresti domiciliari, misura cui è sottoposto dal 22 maggio per i reati contestati di associazione a delinquere, riciclaggio e truffa aggravata nei confronti della compagnia assicurativa Carige Vita Nuova.

Gli arresti domiciliari però sono durati poco: dalla sua abitazione infatti è stato trasferito al carcere di Pontedecimo. Un inasprimento di pena (di cui si vociferava in Procura già dalla mattinata di ieri) per violazione degli obblighi legati alla detenzione domiciliare. Secondo gli inquirenti, infatti, la moglie di Berneschi avrebbe utilizzato il telefono per due chiamate verso un’utenza italiana finalizzate a operazioni finanziarie attualmente al vaglio dei magistrati. Le chiamate sono avvenute sotto dettatura dello stesso Berneschi: per questo nel pomeriggio di ieri è scattata la perquisizione della Guardia di Finanza nell’abitazione del banchiere. Conferma l’arresto il difensore di Berneschi Maurizio Anglesio, che sulla questione si limita a dichiarare: «Valuteremo le iniziative da prendere».

 

L’ex presidente di Carige è davvero nei guai. L’inasprimento della pena ha seguito di poche ore l’interrogatorio di garanzia a cui era stato sottoposto ieri per oltre tre ore, dalle 11 alle 14. Interrogatorio le cui risposte non sembrano aver soddisfatto più di tanto i magistrati presenti, ossia il gip Adriana Petri, il procuratore aggiunto Nicola Piacente e il sostituto procuratore Silvio Franz. Mentre Berneschi rispondeva alle domande del gip (ma non a quelle dei pubblici ministeri, ai quali si è riservato di rispondere in altro interrogatorio separato), la sua abitazione veniva sottoposta a perquisizione da parte del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Genova e, in seguito ai rilevamenti delle Fiamme Gialle, gli arresti domiciliari si sono subito trasformati in carcerazione.

Eppure la mattinata era iniziata sotto altri auspici. Prima di entrare nell’aula 2 del decimo piano della Procura di Genova, Berneschi (abito blu, cravatta regimental bordeaux, in mano un foglio fitto di appunti e l’aria come al solito sicura di sé) a chi gli chiedeva se avrebbe risposto alle domande dei magistrati ha replicato: «È ovvio, è ovvio». Gli faceva eco il difensore: «Risponderemo a tutte le domande del gip e probabilmente depositeremo una memoria» riservandosi di rispondere in separata sede alle domande dei pubblici ministeri Franz e Piacente.

 

Due i temi al centro dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Petri: la vicenda delle compagnie assicurative del gruppo Carige e le disponibilità economiche personali dell’ex banchiere, antecedenti il periodo dei fatti contestati. Berneschi avrebbe fornito indicazioni sulla storia delle acquisizioni delle compagnie assicurative da parte della banca e si sarebbe anche soffermato a precisare le sue disponibilità economiche personali precedenti il periodo 2006-2009, la fase in cui prendono corpo, secondo la Procura, i fatti alla base delle contestazioni avanzate all’ex presidente Carige. Sebbene all’uscita l’avvocato Anglesio abbia detto che Berneschi «ha fornito tutte le spiegazioni richieste e le indicazioni utili per chiarire la sua posizione», qualcosa non deve aver convinto i magistrati. Non a caso il procuratore generale di Genova Michele di Lecce ha dichiarato: «Berneschi ha parlato di tante cose, in ordine sparso. Bisognerà rivalutarle, riconsiderarle. Continueremo gli accertamenti». Lo stesso Di Lecce si è espresso in merito alle indiscrezioni sulla presenza di una rete di informatori all’interno della Procura che avrebbe intrattenuto rapporti poco chiari con qualcuno degli indagati nell’inchiesta per truffa ai danni di Carige Vita e, in primis, con persone vicine a Berneschi. «Le talpe, vere o presunte che siano, se ci sono, non sono a Genova. Facciamo indagini da sette mesi senza avere interferenze su questo caso».

La prossima settimana è previsto che i pm Franz e Piacente procedano con l’interrogatorio di tutti i soggetti indagati nell’ambito dell’inchiesta su Carige, compreso l’ex presidente Berneschi. Intanto a Genova, giorno dopo giorno, il clima si fa sempre più teso e anche la politica locale osserva con attenzione l’evolversi della vicenda giudiziaria che sta travolgendo l’ex dominus della banca ligure. (riproduzione riservata)