Il Gip del Tribunale di Genova, Adriana Petri, su richiesta dei Pm Nicola Piacente e Silvio Franz, ha disposto l’arresto per sette persone, tra cui l’ex presidente di B.Carige, Giovanni Berneschi e  dell’ex a.d. Di Carige Vita Nuova, Ferdinando Menconi, nell’ambito di una inchiesta per le ipotesi di reato a vario titolo di truffa, ai danni della banca, associazione per delinquere transnazionale, intestazione fittizia e riciclaggio. 
Le sette persone arrestate ieri dalla guardia di Finanza su ordine della Procura di Genova “sono accusate di aver fatto parte di una associazione per delinquere di carattere transnazionale operante in Italia, Spagna, Svizzera finalizzata alla perpetrazione di truffe ai danni della Banca Carige e di Carige Vita Nuova, nonché il successivo riciclaggio e reinvestimento dei proventi illeciti”. 
Lo scrive il Procuratore della Repubblica di Genova, Michele di Lecce, in una nota in cui spiega che il Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf di Genova “ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip presso il Tribunale di Genova nei confronti” di Giovanni Alberto Berneschi (arresti domiciliari), Ferdinando Giovanni Menconi (arresti domiciliari), Ernesto Cavallini (arresti domiciliari), Davide Enderlin (custodia cautelare in carcere), Sandro Maria Calloni (custodia cautelare in carcere) Andrea Vallebuona, (custodia cautelare in carcere) e Francesca Amisano (custodia cautelare in carcere)”. 
Il Procuratore spiega che Berneschi, ex presidente di B. Carige, e Menconi, ex a.d. di Carige Vita Nuova, “hanno orientato le strategie finanziarie delle due compagini societarie inducendole, avvalendosi dei rispettivi ruoli, ad effettuare due operazioni finanziarie nel 2006 e nel 2009”. 
“La prima operazione, si legge nella nota, (configurata come truffa, risalente al 2006 e perciò prescritta), attribuita a Berneschi, Menconi, Cavallini, è consistita nell’indurre il Cda di Carige Vita Nuova ad acquisire dalla IHC (società venditrice, ricadente in una galassia societaria facente capo a Cavallini) la partecipazione totalitaria della I.H. Roma (amministrata da Cavallini e proprietaria di due alberghi – “Hotel Mercure” di Milano e “Hotel Pisana” di Roma ) al prezzo complessivo di 70.521.766,26 di euro , cifra risultata essere di circa il 50% superiore al reale valore della I.H. Roma, utilizzando valutazioni gonfiate del valore dei due alberghi. I profitti della compravendita andavano a Cavallini, che li divideva con Bernerschi e Menconi. I profitti venivano riciclati utilizzando società schermo estere”. 
“La seconda operazione (configurata come truffa, risalente al 2009) attribuita a Giovanni Berneschi (presidente del Consiglio di amministrazione di Carige Vita Nuova e Carige) e Vallebuona (rappresentante della società svizzera Balitas Società Anonima nelle assemblee della controllata Assi 90, nonché redattore della perizia di valutazione con valori gonfiati su incarico della società acquirente Carige Vita Nuova e pertanto in palese conflitto di interessi) è consistita nell’indurre da parte di Berneschi e Vallebuona, tramite la citata perizia di valutazione con valori gonfiati svolta da Vallebuona, la Carige Vita Nuova ad acquistare dalla Balitas la partecipazione del 35% di Assi 90 al prezzo complessivo di 5,6 mln cifra risultata essere superiore di 45 volte il valore nominale della partecipazione e a quello reale. Tale cifra era destinata ai reali beneficiari Berneschi e Menconi, soci occulti della Balitas (società venditrice), formalmente amministrata da Davide Enderlin presso il cui studio” la società “aveva sede. Sempre nell’ambito dell’organizzazione, Enderlin , Calloni , Vallebuona e Amisano si prestavano ad effettuare attività di reinvestimento e riciclaggio del profitto delle truffe del 2006 e 2009 a favore di Menconi e Berneschi organizzando complesse operazioni immobiliari e finanziarie”. 
Per quanto riguarda l’acquisto da parte di Carige Vita Nuova della partecipazione in I.H.Roma, parte degli oltre 70,5 mln pagati e “pari a circa 16.324.000 euro veniva trasferita su conti esteri (intestati alla società Lascafive con sede in Lussemburgo e operativa in Svizzera amministrata, all’epoca dei fatti, da Davide Enderlin e controllata interamente dalla venditrice Ihc – poi cancellata dal Registro delle Imprese del Lussemburgo in data 8.7.11 ). I reali beneficiari dei citati 16.324.000 euro erano gli stessi Berneschi e Menconi che utilizzavano tale cifra per l’ acquisto dell’hotel Holiday Inn di Lugano (della società Albergo Admiral)”. 
Menconi, Berneschi e Cavallini, prosegue la nota di di Lecce, “attribuivano fittiziamente la titolarità delle quote della società Albergo Admiral, proprietaria dell’ hotel Holiday Inn di Lugano ( di cui Menconi e Berneschi erano i reali proprietari al 50% ciascuno) alla Darien Holdings, società anonima di diritto statunitense , per poi trasferirne il 50% alla società di diritto spagnolo Vanador (amministrata formalmente dalla moglie di Calloni) con l’intento di cedere successivamente dette quote alla MB Service (amministrata dalla Amisano, nuora di Berneschi). Tali trasferimenti fittizi erano finalizzati ad una vera e propria attività di riciclaggio perché effettuavano operazioni sul profitto della truffa commessa nel 2006”. 
In particolare, spiega il Procuratore, “Calloni si prestava personalmente e attraverso società allo stesso riconducibili (Vanador e Salzberg Overseas Belize) a creare schermi nei vari trasferimenti ed investimenti del denaro proveniente dalla truffa commessa nel 2006. Amisano si prestava , attraverso la società Mb Service srl (da lei rappresentata in cui sono soci il figlio e la moglie di Giovanni Berneschi), ad acquisire il 50% delle quote della società Albergo Admiral proprietaria dell’hotel Holiday Inn (provento della truffa commessa nel 2006 ) facendo figurare l’ operazione quale transazione in seguito a contenzioso , artificiosamente creato con la società Vanador riconducibile a Calloni, relativamente all’ acquisto di una villa a Lanzarote. Vallebuona si prestava ad organizzare , assieme a Calloni , Berneschi , Menconi e Amisano , i vari passaggi che dovevano portare, attraverso contratti simulati ad un contenzioso fittizio tra la Mb Service e la Vanador. A tale contenzioso fittizio doveva, secondo gli accordi, seguire in base ad una transazione simulata, il trasferimento del 50% delle quote della società Albergo Admiral nella disponibilità di Giovanni Berneschi , effettivo dominus della società Mb Service srl . Vallebuona inoltre provvedeva (in concorso con il proprio associato di studio Alfredo Averna) alla sostituzione delle pagine (vidimate dal notaio Priori ) del verbale di assemblea della società Mb Service del 30 settembre 2012 nella parte in cui veniva verbalizzato l’interesse della MB Service all’acquisto delle quote della società Albergo Admiral”. 
“Enderlin effettuava trasferimenti di denaro proveniente dal delitto di truffa commessa nel 2006 in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa; in particolare l’indagato , in qualità di amministratore pro tempore della società lussemburghese Lascafive, riceveva dalla società Ihc la somma di 16.324.000 euro ( provento del reato di truffa perpetrata nel 2006) destinata a costituire la provvista per l’ acquisto da parte di Berneschi e Menconi, utilizzando altri soggetti giuridici quali schermo, della società Albergo Admiral” 
“Le indagini, conclude il Procuratore Generale, sviluppate dopo il rapporto ispettivo della Banca d’Italia depositato presso la Procura della Repubblica di Genova a settembre 2013, sono ancora in corso. Il Gip ha accolto quasi in pieno la richiesta di custodia cautelare del Pm ed ha altresì emesso un p
rovvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche per equivalente di 21.924.000 euro di euro, ritenuti profitto dei reati di associazione per delinquere transnazionale, nonché dei reati di riciclaggio”.
“Abbiamo preso atto delle iniziative intraprese dalla Magistratura, nell’operato della quale riponiamo piena fiducia . Da quanto si apprende Banca Carige risulta parte lesa. Pertanto ci riserviamo di intraprendere, a tutela del Gruppo, tutte le più opportune iniziative nelle sedi competenti”. 
E’ quanto dichiarato in una nota dal presidente di B.Carige, Cesare Castelbarco Albani, in merito all’inchiesta della Procura di Genova che oggi ha portato la Gdf ad eseguire sette custodie cautelari.